giovedì 13 settembre 2007

LA FINTA GUERRA AL TERRORISMO:


È TEMPO DI METTERE IN QUARANTENA GLI AGGRESSORI


Estratto da “La fabbrica del Terrore”, di Webster G. Tarpley


400 anni fa, in questo mese, Robert Cecil, il Primo Ministro del Re inglese Giacomo I, compì il suo capolavoro, la Congiura delle Polveri, per far esplodere il Re e il Parlamento. La responsabilità di questo tentativo era stata fatta cadere sullo zimbello Guy Fawkes e altri cospiratori, che furono torturati e condannati a morte.


Furono incolpati anche i cattolici, il Papa, i gesuiti e gli spagnoli, dando così il via a secoli di conflitti e di espansione imperiale. Ma il complotto era una provocazione sintetica, messa in scena da Cecil. Il terrorismo era solo una doglia nel travagliato parto con cui veniva al mondo la fazione finanziaria angloamericana, e il terrorismo accompagna ancora oggi quella fazione nella sua moribonda senilità.


Secondo l’odierno regime neocon a Washington, l’evento centrale nella storia del mondo è rappresentato dagli attacchi dell’11 settembre 2001. I neocon chiedono che gli affari mondiali si riorganizzino intorno a ciò che essi chiamano la guerra al terrorismo, ...


... presumibilmente mossa dagli USA, dalla Gran Bretagna e da altre potenze anglofone contro le potenze oscure dell’Islam radicale. Questa finta guerra al terrorismo è completa di opzioni per attacchi nucleari a sorpresa su qualunque paese a scelta del regime Bush. Questi possono essere corredati da aggressioni convenzionali e dalle cosiddette “rivoluzioni dei colori”, il nuovo nome dei tradizionali colpi di Stato della CIA del tipo “people power”.


La principale premessa della guerra al terrorismo è il mito del 9/11: 3.000 persone uccise presumibilmente da un gruppo di 19 dirottatori, incluso Mohammed Atta, tutti membri di Al Qaeda, guidati da Osama Bin Laden e operanti da una grotta afgana con un computer portatile ecc. Come dimostro nel mio libro, questa premessa è una balla pazzesca. Gli eventi del 9/11 sono stati una provocazione premeditata e messa in pratica a partire dagli intimi meandri dell’apparato militare, di sicurezza e dei servizi segreti degli USA, per mano di una fazione profondamente radicata in questo apparato, variamente chiamata “governo invisibile”, “governo segreto”, “governo parallelo”, “rete canaglia”, “squadra segreta”. Tale fazione coinvolge la CIA, il Pentagono, la NSA, l’FBI, il Ministero del Tesoro, la Riserva Federale e altri punti strategici del governo. È una fazione che opera da oltre un secolo. È intrallazzata con il MI6 e con il Ministero della Difesa britannici.


Il 9/11 è stato un golpe riuscito, progettato per dirottare la Casa Bianca di Bush verso la strategica “Guerra di civiltà” descritta da Samuel Huntington. I mondi arabo e islamico erano i primi obiettivi, con, a seguire, la Cina e anche la Russia, stando alla dottrina Wolfowitz. Il 9/11 rientra quindi nella tradizione degli attacchi autoinflitti o immaginari risalenti all’esplosione della USS Maine nel porto dell’Avana, nel 1898, che diede inizio alla guerra ispano-americana, e con essa all’imperialismo statunitense. Il governo segreto provò a mettere in scena una marcia fascista su Washington contro il Presidente Franklin D. Roosevelt, e provò ad assassinarlo. Tale governo ci ha portato alla Baia dei Porci, all’assassinio di Kennedy, al falso incidente del Golfo del Tonchino (in parte ammesso nelle ultime settimane dalla NSA), alla guerra del Vietnam, al tentato assassinio di Reagan, al traffico di armi e droga dell’affare Iran-Contra, al bombardamento della Serbia, all’affondamento del sommergibile russo Kursk, e alla loro impresa suprema, il 9/11, seguito dalle invasioni dell’Afghanistan e dell’Iraq. I presidenti statunitensi sono generalmente fantocci della rete canaglia, che rispondono ai bisogni di Wall Street e della City londinese.


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