mercoledì 5 settembre 2007

Lavavetri



La questione dei lavavetri, come giustamente osserva Miguel, è legata all'ossessione securitaria che pervade le nostre opinioni pubbliche (l'opinione pubblica, di per sé, è sempre "plurale"). Credo, ahimé, che sia un fenomeno preoccupante, ma destinato a dilagare.


Le società occidentali (chi più, chi meno) sono sempre più vecchie. Una delle ossessioni ricorrenti negli anziani è il senso di fragilità legato all'avvicinarsi inesorabile della morte. La paura del futuro - ovviamente sto generalizzando, ma si tratta di un argomento che mi sembra convincente - è maggiore nel vecchio che (avendo costruito qualcosa) ha "qualcosa" da perdere piuttosto che nel giovane ventenne che si sfracella a 180 all'ora contro un palo.


Tutto quello che, nell'ordinaria vita piccolo-borghese che tutti gli anzianotti odierni (i finti ribelli sessantottini figli del boom degli anni d'oro) si sono costruiti a furia di piccoli compromessi, disturba l'ideale serenità che pensavano (ingenuamente) di avere conquistato viene pertanto equiparato al rischio di perdere quel "qualcosa", e perciò fa molta paura.


Non si tratta di un facile psicologismo. 

  
EduardGans 



Faccio un piccolo intermezzo fiorentino in questo blog momentaneamente lusitano, perché questo commento letto or ora nel post di Kelebek riguardante l'ordinanza del mio sindaco che si appoggia a Lenin, mentre Bush piange sulle spalle di dio e Ratzinger in grembo a Maria, mi chiama in causa. In effetti è vero che tutte le volte che il rosso del semaforo mi blocca a fianco del lavavetri mi trovo in imbarazzo; senso di liberazione se il verde me lo fa superare all'ultimo momento, a volte dando gas prima che il giallo diventi rosso.  Detto questo, annoto qui la mia tecnica di comportamento: sotto il cruscotto della mia Punto diesel 1900, anno 2004, c'è una specie di piccola rastrelliera per monetine di metallo; lì bado a tenere pezzi preferibilmente da 50 cent. Non per il pedaggio saltuario Firenze-Pistoia direzione Abetone (€ 1,40), ma proprio per il lavavetri nel caso deprecato che mi tocchi in sorte: 50 cent. Non consegno la monetina a chi allunga il braccio per chieder l'elemosina senza contropartita. Solo se uno pulisce il vetro o è pronto e disposto a farlo: moneta contro prestazione. Il motivo psico-socio-educativo credo sia intuibile. Non so se l'ordinanza del mio Sindaco colpisce anche l'accattonaggio ai semafori: per coerenza con quanto ho scritto sarebbe auspicabile. E il precario che offre "La Nazione" agli stessi semafori? Interessante questione degna di una tavola rotonda.

Deduzioni e conclusione:


Visto da destra:



L'ordinanza del Sindaco mi crea un sollievo oggettivo.

Quando poi un giorno di questi il borseggiatore del centro di Firenze mi avrà alleggerito del portafoglio, la zingarella con figlio in collo, la compagna a lato munita di foglio di cartone o pagina di giornale aperta avrà alleggerito la borsetta di Paola, quando il giovane italiano avrà risalito la conduttura di scarico dell'acqua piovana per entrarmi in casa attraverso il terrazzo, quando tutto questo si sarà duplicato, io potrei pensare che questo sia l'indotto dell'Ordinanza contro il lavavetri...

Io questo penso davvero e, per logica egoistica, mi dichiaro contro l'Ordinanza. Tra due mali sostengo il male minore.



Visto da sinistra:



Pinocchio finì in carcere “per quattro lunghissimi mesi” avendo denunciato al
giudice “scimmione della razza dei Gorilla” di essere stato derubato delle sue preziose monete d’oro dai due furbissimi. I lavavetri di Firenze faranno la stessa fine? L’analogia fra la favola di Collodi e la realtà sembra molto diversa ma nel fondo invece ha delle affinità sostanziali. La denuncia dei lavavetri non è esplicita ma sostanziale. Si piazzano ai crocicchi delle nostre strade per recuperar le briciole di una rapina che il furbissimo Occidente ha perpetrato per secoli ai danni loro. Si chiamano popoli poveri. In realtà si dovrebbero chiamare popoli impoveriti, derubati, dissanguati. L’Inghilterra ha chiesto ora perdono per la tratta degli schiavi e organizza mostre ad esecrazione di un crimine orrendo durato fino a due secoli fa. Ma i discendenti di quegli schiavi vengono messi in prigione se reclamano le briciole di ciò che fu rubato ai loro padri. E finita la schiavitù è continuata con altri mezzi la rapina coloniale. E dopo la rapina coloniale ecco il dominio globale, finanziario, militare, culturale.

Con questo non voglio dire che l’immigrazione oltre che una risorsa non sia anche un problema. I lavavetri infastidiscono, è vero. Ma nessuna persona razionale e sufficientemente informata può ritenere che davvero la strategia repressiva risolva qualcuno dei problemi sollevati dall'immigrazione. Eriger muraglie nel tempo della globalizzazione totale è come recitar giaculatorie per fermare la pioggia. In conseguenza dell'appesantimento del controllo repressivo avremo solo una intensificazione del dominio della illegalità e della delinquenza sull'immigrazione. Non è questo che vogliono le strategie repressive, ma questo è lo sbocco inevitabile. Ed è proprio ciò a cui puntano le forze politiche ed economiche irresponsabili che da un lato cavalcano il disagio, la paura e le angosce della gente, mentre dall’altro fanno affari d’oro con gl’immigrati irregolari, facendoli lavorare a nero con salari irrisori, senza diritti né sicurezze, oppure utilizzandoli per manovalanza in traffici loschi.

Il problema vero, primario, non è l’immigrazione, ma la globalizzazione liberista. L’economia basata sul valore assoluto e quindi totalitario del danaro e del profitto sfrutta il divario Nord-Sud per annullare gradualmente la società dei diritti, per distruggere lo stato sociale, per portare a fondo la sconfitta della classe operaia e della sua cultura solidale. Al dominio della finanza che regola il libero mercato fa comodo un Terzo Mondo disperato. E gli immigrati servono in quanto assolutamente ricattabili, bisogna quindi che almeno in certa misura siano irregolari, braccati, disperati, impauriti, affamati, pronti a subire tutto per sopravvivere.

Siamo a uno snodo cruciale. Perché la scienza e la tecnologia stanno dando un'accellerazione incredibile e incontrollabile alla globalizzazione mondiale. Ma la cultura resta quella del neolitico. E forse a dir questo manchiamo di rispetto verso l'homo sapiens, che si costruiva armi di selce per la pura sopravvivenza e non per la rapina. La nostra è tutt'ora una cultura di egocentrismo, di contrapposizione, di rapina e in fondo di profonda violenza. E’ emblematico che si ergano grandi muraglie contro la mobilità dei dannati della Terra, nel momento della massima esplosione della mobilità globale. E che tanti fiorentini plaudano all’ordinanza contro i lavavetri mentre gnomi senz'anima e senza volto continuano a occupare i crocevia col commercio illegale e mafioso e si comprano Firenze riciclando danaro sporco e spesso anche insanguinato. Ecco lo snodo cruciale. L'unificazione mondiale non può esser affidata alla cultura della superiorità dell’Occidente la cui etica è un'etica di sopraffazione, di contrapposizione e di violenza. E' senza sbocchi e senza speranza.

Cosa voglio dire? Che urge dare spazio al processo di trasformazione culturale dal basso. L’ordinanza contro i lavavetri non ci aiuta in questo. E’ un messaggio distruttivo.

L'associazionismo solidale che tenta giorno per giorno, faticosamente, di risolvere i problemi dell’immigrazione con esperienze concrete e positive di integrazione, che dà forma, visibilità e concretezza a un'anima della città tollerante, accogliente, critica verso le mura che il potere eleva fra "noi" e gli "altri", anche in questa occasione deve assolvere il suo compito ed esprimere la propria contrarietà verso uno strumento puramente repressivo e inefficace che rischia di bruciare un lavoro positivo di anni.                        Enzo Mazzi




Sparata finale per soluzione una volta per tutte:



Bombardamento dell'Iran: 1200 obiettivi. Soltanto. Perchè la forza dell'America giova a tutti noi. (Dai giornali)

Oppure:

 La vita attuale è inquinata alle radici. L'uomo s'è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l'aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio. Il triste e attivo animale potrebbe scoprire e mettere al proprio servizio delle altre forze. V'è una minaccia di questo genere in aria. Ne seguirà una grande ricchezza... nel numero degli uomini. Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo. Chi ci guarirà dalla mancanza di aria e di spazio? Solamente al pensarci soffoco!

       Ma non è questo, non è questo soltanto.

       Qualunque sforzo di darci la salute è vano. Questa non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo. Allorché la rondinella comprese che per essa non c'era altra possibile vita fuori dell'emigrazione, essa ingrossò il muscolo che muove le sue ali e che divenne la parte piú considerevole del suo organismo. La talpa s'interrò e tutto il suo corpo si conformò al suo bisogno. Il cavallo s'ingrandí e trasformò il suo piede. Di alcuni animali non sappiamo il progresso, ma ci sarà stato e non avrà mai leso la loro salute.

       Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre piú furbo e piú debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha piú alcuna relazione con l'arto. Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del piú forte sparí e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati.

       Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno piú, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' piú ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo.
Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e
la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di lavavetri e di malattie.

(I. S.)

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