Lessico e bellezza
La luna che filtrava luce dalla finestra
ieri notte,
lampi e tuoni di stanotte,
sprazzi di sole e scrosci d'acqua
mentre accarezzo la tastiera
in punta di dita:
Placida notte, e verecondo raggio
2 della cadente luna; e tu che spunti
3 fra la tacita selva in su la rupe,
4 nunzio del giorno; oh dilettose e care
5 mentre ignote mi fur l’erinni e il fato,
6 sembianze agli occhi miei; già non arride
7 spettacol molle ai disperati affetti.
8 Noi l’insueto allor gaudio ravviva
9 quando per l’etra liquido si volve
10 e per li campi trepidanti il flutto
11 polveroso de’ Noti, e quando il carro,
12 grave carro di Giove a noi sul capo,
13 tonando, il tenebroso aere divide.
14 Noi per le balze e le profonde valli
15 natar giova tra’ nembi, e noi la vasta
16 fuga de’ greggi sbigottiti, o d’alto
17 fiume alla dubbia sponda
18 il suono e la vittrice ira dell’onda.
19 Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella
20 sei tu, rorida terra.
G. Leopardi, Ultimo canto di Saffo (l822)
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