Il monastero di Alcobaça
Riporto dalla guida lonely planet:
La grandiosa cucina che William Beckford definì "il più grande tempio all'ingordigia di tutta l'Europa", deve le sue proporzioni sorprendenti alle modifiche eseguite nel 18° secolo, che comportarono tra l'altro la costruzione di un canale al centro della sala che permettesse a un affluente del rio Alcoa di rifornire costantemente il monastero di pesce fresco che fluiva direttamente in una vasca di pietra la cui acqua era anche utilizzata per cucinare e lavare.
Ancora oggi non è difficile immaginare la scena che si presentò a Beckford quando fu condotto in cucina dai padri priori ("mano nella mano, tutti e tre insieme"): egli vide un'enorme quantità di pasta che una folta tribù di fratelli laici e inservienti spianava e sagomava in centinaia di formati diversi, cantando in allegria come allodole in un campo di grano.
Tutto finì nel 1834 con la soppressione degli ordini religiosi. Ma le pietre sono ancora lì in perfetta tenuta. E ti lasciano sbalordito. Con dei corpi così ben nutriti il canto di 400-1000 monaci doveva estasiare il Padreterno e fare invidia alla corte celeste, quando si elevava da quelle volte fatte di pezzi di cielo: queste.
Oggi hanno appena finito di far festa a Luciano Pavarotti, lo dico con affetto, perché come ha dichiarato quel priore di Modena ai giornali "chi canta prega due volte".
Dai un'occhiata alla cucina qui e poi passa al refettorio, ma attento alla porticina, perché "per entrare nel refettorio i monaci dovevano passare da una porticina e coloro che non riuscivano a passare erano costretti al digiuno finché non tornavano sufficientemente magri" (Lonely Planet).
A me sarebbe andata bene, ma il ristorante è ormai chiuso.
Vitorino che ci era venuto incontro all'uscita dell'A1 a Leiria, provenienti da Coimbra, ci ha condotto per mano, da laico priore, ad un ristorantino di campagna che sapeva lui (che in zona aveva anni addietro esercitato la sua professione di legale).
Le nostre foto
Visita virtuale al monastero di Alcobaça.
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