Presentazione al castello di Poppi
Video
I primi 10 minuti in Youtube.
Testi presentati (le pagine indicate sono quelle del libro)
Presentazione del libro “Ivi è Romena” al Castello di Poppi sabato 14 giugno 2008, ore 21
una donna nelle vesti di Ella Noyes. P. 23 del libro
Quando si guarda al Casentino, laggiù in basso, la Valle Chiusa stessa diviene pensiero, memoria. Il passato emerge più vivido del presente ed il corso stesso del fiume diviene il simbolo, l'immagine delle possenti correnti di vita e di passione che un giorno fluirono attraverso la Valle. In giorni di un remoto passato il piccolo spazio circoscritto dai verdi colli, ora così pieno di pace, rinserrò in sé alcune delle più strenue forze della storia d'Italia. La catena di alture irte di castelli, lungo il corso del fiume e le torri di pietra che scrutano dalle balze ogni valle laterale sottostante, rammentano il sistema feudale che in passato dominò l'Italia quando, nel diluvio generale, in cui rimasero sommerse legge ed ordine, dopo la caduta dell'Impero e le successive invasioni del paese, il potere si ritirò sulla cima dei monti e fu impersonato dal braccio armato del barone indipendente.
Il Casentino, tenuto da grandi Conti Palatini, i Guidi che, colla forza delle armi avevano esteso il loro dominio su tutte le vallate più alte dell'Appennino in entrambi i versanti e fino al cuore della Romagna, fu nell'Undicesimo e Dodicesimo secolo la sede di un potere al quale gli ancora deboli e insignificanti comuni confinanti prestavano omaggio ed obbedienza.
Fu questo il periodo in cui la Vallata fu più strettamente collegata con il mondo esterno. Mercanti e viaggiatori frequentavano le montagne e i villaggi, oggi piccoli e modesti, quasi inaccessibili sulle cime pietrose, che erano allora importanti luoghi di passaggio e sui monti si ergevano numerose e grandi abbazie, ridotte oggi a mucchi di rovine perse nella foresta, sui più alti pendii visitati oggi solo da cacciatori, abbazie che furono un tempo centri di rapporti umani e di attività politiche. La Vallata era probabilmente più popolata allora di oggi: dove il principe aveva la sua sede gli uomini si sentivano sicuri e si riunivano
Il bando e la condanna libro p-43
Narratore - Nei primi giorni dell’ottobre 1301 Dante è a Roma, in ambasceria presso Bonifacio VIII. La resa dei conti tra la parte Bianca e la parte Nera è imminente. Dante, eletto priore il 13 giugno 1300, si è fortemente esposto, e in senso segnatamente antipapale: nella seduta del 19 giugno è l’unico a pronunciarsi a favore del ritiro delle truppe (cento cavalieri dislocati in Maremma) prestate in precedenza a Bonifacio, e che il Papa chiede di trattenere: “Dante espresse il parere che riguardo al servizio da rendere al papa non se ne facesse nulla”.
Dante è con tutta probabilità ancora a Roma quando il primo novembre Carlo di Valois, il falso ‘paciaro’ nominato dal Papa, entra in Firenze, e con lui rientrano, illegalmente, i capi dei Neri precedentemente banditi. Cominciano le rappresaglie: le case dei Bianchi, comprese quelle degli Alighieri, vengono messe a sacco; comincia il regolamento dei conti contro gli esponenti del partito avverso. Sulla via del ritorno da Roma, giunto nei pressi di Siena, Dante viene raggiunto dal bando col quale una Firenze ingrata dà il benservito al suo ambasciatore a Roma.
Condanna all’esilio
27 gennaio 1302
libro p-43
In nome di Dio, amen.
Io Messer Cante dei Gabrielli da Gubbio, onorevole Potestà della Città di Firenze …
nell’anno del Signore 1302, al tempo del Santissimo Padre Papa Bonifazio VIII…
OMISSIS
Essendomi venuto alle orecchie sulla base di pubbliche dicerie che Dante Alighieri, durante il tempo del suo Priorato o dopo,
1 -aveva commesso per sé o per altri Baratterie, illeciti lucri, inique estorsioni in denaro o altre cose
2 – che lui o chi per lui aveva ricevuto denaro o altra utilità per far eleggere Priori o Gonfalonieri,
ufficiali di distretto, per stanziamenti a favore di rettori e ufficiali del comune di Firenze;
3 – che aveva fatto spendere denari contro il Sommo Pontefice e per impedire la venuta di re
Carlo D’Angiò;
4 – che aveva commesso o fatto commettere frode, falsità, dolo, malizia, baratteria e grave estorsione e aveva operato per dividere la città di Pistoia causando l’espulsione da detta città dei Neri fedeli alla Chiesa Romana, staccandola dall’alleanza con Firenze, dalla soggezione alla Chiesa romana e a re Carlo, paciaro in Toscana;
ordino che detto messer Dante, insieme a Palmerio, Orlanduccio e Lippo,…
venga multato di 5.000 fiorini piccoli, che restituisca quello che ha illegittimamente estorto. Se non
obbedisca alla condanna entro il terzo giorno da oggi che tutti i suoi beni siano confiscati, devastati
e distrutti; e devastati e distrutti restino di proprietà comunale; che, anche se pagante, resti
fuori della provincia di Toscana a confino per due anni; che sia escluso per sempre dai pubblici
uffici come falsario e barattiere, che paghi la condanna o no.
Tale è la nostra sentenza.
Condanna a morte p.47
10 marzo 1302
In nome di Dio, amen.
noi Cante, predetto Podestà, diamo e proferiamo la sotto indicata Condanna:
Messer Andrea de Gherardini
Messer Lapo Saltarelli
…
Dante Allighieri
…
contro i quali si è proceduto a seguito della inquisizione del nostro ufficio e della nostra Curia per il fatto pervenuto alle orecchie nostre e della stessa nostra Corte sulla base delle pubbliche dicerie …che se qualcuno dei predetti in qualsiasi tempo cadrà in potere del detto comune, sia bruciato col fuoco finché muoia.
Attori:
Antonella Natangelo, arpa e canto,
Catherine Adoyo, voce di Ella Noyes (testo originale inglese)
Gabriella Gualtieri, Ella noyes
Giovanni Terreni, araldo del comune di Firenze,
Urbano Cipriani, narratore.
ciao stigli
RispondiEliminaleggo spesso il tuo blog, ammiro ciò che scrivi e il modo in cui lo fai..
una domanda:vorrei avvicinarmi alla lettura della "commedia" e vorrei da te un consiglio su quale libro, o libri, o volumi comprere e/o noleggiare. mi interesserebbe una versione con spiegazione- no traduzione- a fianco...ti ringrazio per il tempo dedicatomi e continua così..
complimenti!
giò
semperahei@libero.it
Non so. Potresti cominciare con i volumi di Sermonti, che prima spiega i canti e poi mette il testo.
RispondiEliminaCon emule puoi scaricare tutti i canti (da lui trasmessi alla radio), dove prima fa la spiegazione e poi la lettura. In internet trovi la Commedia in prosa con la parafrasi di Luigi De Bellis...