martedì 22 luglio 2008

Dante in Casentino I

Presentazione al castello di Poppi


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I primi 10 minuti in Youtube


Testi presentati (le pagine indicate sono quelle del libro)


Presentazione del libro “Ivi è Romena” al  Castello di Poppi sabato 14 giugno 2008, ore 21


una donna nelle vesti di Ella Noyes. P. 23 del libro


Quando si guarda al Casentino, laggiù in basso, la Valle Chiusa stessa diviene pensiero, memoria.  Il passato emerge più vivido del presente ed il corso stesso del fiume diviene il simbolo,  l'immagine delle possenti correnti di vita e di passione che un giorno fluirono attraverso la Valle.  In giorni di un remoto passato il piccolo spazio circoscritto dai verdi colli, ora così pieno di  pace, rinserrò in sé alcune delle più strenue forze della storia d'Italia. La catena di alture irte  di castelli, lungo il corso del fiume e le torri di pietra che scrutano dalle balze ogni valle  laterale sottostante, rammentano il sistema feudale che in passato dominò l'Italia quando, nel  diluvio generale, in cui rimasero sommerse legge ed ordine, dopo la caduta dell'Impero e le  successive invasioni del paese, il potere si ritirò sulla cima dei monti e fu impersonato dal  braccio armato del barone indipendente.

Il Casentino, tenuto da grandi Conti Palatini, i Guidi che, colla forza delle armi avevano esteso il  loro dominio su tutte le vallate più alte dell'Appennino in entrambi i versanti e fino al cuore  della Romagna, fu nell'Undicesimo e Dodicesimo secolo la sede di un potere al quale gli ancora deboli e insignificanti comuni confinanti prestavano omaggio ed obbedienza.

Fu questo il periodo in cui la Vallata fu più strettamente collegata con il mondo esterno. Mercanti e  viaggiatori frequentavano le montagne e i villaggi, oggi piccoli e modesti, quasi inaccessibili  sulle cime pietrose, che erano allora importanti luoghi di passaggio e sui monti si ergevano  numerose e grandi abbazie, ridotte oggi a mucchi di rovine perse nella foresta, sui più alti pendii  visitati oggi solo da cacciatori, abbazie che furono un tempo centri di rapporti umani e di attività  politiche. La Vallata era probabilmente più popolata allora di oggi: dove il principe aveva la sua  sede gli uomini si sentivano sicuri e si riunivano


Gazing down towards the Casentino, far beneath, the Enclosed Valley itself becomes a thought, a memory. The past grows more vivid than the present, and the course of the river below a symbol of the strong currents of life and passion which once coursed through the Valley. In days long gone by, that little space circumscribed by the green hills, and now so peaceful, contained within it some of the fiercest moments of Italian history. The chain of castled heights along the course of the river, and the rock-built towers that watch from their crags down each lateral valley, still tell the story of feudal Italy when, at the disintegration of the Roman Empire and the waves of foreign invasions law and order could only be imposed under the authority of the lords and barons in their hill-top domains.

In the eleventh and twelfth centuries the Casentino, was the seat of power to which the yet weak and insignificant surrounding communes paid homage and obedience. It had been carved out by the sword of the great Counts Palatine, the Guidi, who now ruled over all the upper Apennine valleys on either side of the mountains and far into the Romagna,

This was the period when the Valley was most closely connected with the outer world, before the time of tracks and roads. Men on mule-back went straight over the face of the hills to their destination. Merchants and travellers frequented the mountains, and villages now mean and impoverished, almost inaccessible upon their rocks, were then quite at the centre of the world's traffic. Many a great abbey, now but a heap of ruins lost in the forests far up the higher slopes, and today frequented only by hunters were then a great centre of human intercourse and political activity. The Valley was probably more populous at that time than now; for where princes lived, others were sure to gather together. (The Casentino and its Story, p.6-7)

 

   Il bando e la condanna libro p-43


Narratore - Nei primi giorni dell’ottobre 1301 Dante è a Roma, in ambasceria presso Bonifacio VIII. La resa dei conti tra la parte Bianca e la parte Nera è imminente. Dante, eletto priore il 13 giugno 1300, si è fortemente esposto, e in senso segnatamente antipapale: nella seduta del 19 giugno è l’unico a pronunciarsi a favore del ritiro delle truppe (cento cavalieri dislocati in Maremma) prestate in precedenza a Bonifacio, e che il Papa chiede di trattenere: “Dante espresse il parere che riguardo al servizio da rendere al papa non se ne facesse nulla”.

 Dante è con tutta probabilità ancora a Roma quando il primo novembre Carlo di Valois, il falso ‘paciaro’ nominato dal Papa, entra in  Firenze, e con lui rientrano, illegalmente, i capi dei Neri precedentemente banditi. Cominciano le rappresaglie: le case dei Bianchi, comprese quelle degli Alighieri, vengono messe a sacco; comincia il regolamento dei conti contro gli esponenti del partito avverso. Sulla via del ritorno da Roma, giunto nei pressi di Siena, Dante viene raggiunto dal bando col quale una Firenze ingrata dà il benservito al suo ambasciatore a Roma.




Condanna all’esilio

27 gennaio 1302

libro p-43


In nome di Dio, amen.

Io Messer Cante dei Gabrielli da Gubbio, onorevole Potestà della Città di Firenze …

nell’anno del Signore 1302, al tempo del Santissimo Padre Papa Bonifazio VIII…

OMISSIS

Essendomi venuto alle orecchie sulla base di pubbliche dicerie che Dante Alighieri, durante il tempo del suo Priorato o dopo,

1 -aveva commesso per sé o per altri Baratterie, illeciti lucri, inique estorsioni in denaro o altre cose

2 – che lui o chi per lui aveva ricevuto denaro o altra utilità per far eleggere Priori o Gonfalonieri,

ufficiali di distretto, per stanziamenti a favore di rettori e ufficiali del comune di Firenze;

3 – che aveva fatto spendere denari contro il Sommo Pontefice e per impedire la venuta di re

Carlo D’Angiò;

4 – che aveva commesso o fatto commettere frode, falsità, dolo, malizia, baratteria e grave estorsione e aveva operato per dividere la città di Pistoia causando l’espulsione da detta città dei Neri fedeli alla Chiesa Romana, staccandola dall’alleanza con Firenze, dalla soggezione alla Chiesa romana e a re Carlo, paciaro in Toscana;


ordino che detto messer Dante, insieme a Palmerio, Orlanduccio e Lippo,…

venga multato di 5.000 fiorini piccoli, che restituisca quello che ha illegittimamente estorto. Se non

obbedisca alla condanna entro il terzo giorno da oggi che tutti i suoi beni siano confiscati, devastati

e distrutti; e devastati e distrutti restino di proprietà comunale; che, anche se pagante, resti

fuori della provincia di Toscana a confino per due anni; che sia escluso per sempre dai pubblici

uffici come falsario e barattiere, che paghi la condanna o no.

Tale è la nostra sentenza.




Condanna a morte   p.47

10  marzo 1302

In nome di Dio, amen.

noi Cante, predetto Podestà, diamo e proferiamo la sotto indicata Condanna:

Messer Andrea de Gherardini

Messer Lapo Saltarelli



Dante Allighieri



contro i quali si è proceduto a seguito della inquisizione del nostro ufficio e della nostra Curia per il fatto pervenuto alle orecchie nostre e della stessa nostra Corte sulla base delle pubbliche dicerie …che se qualcuno dei predetti in qualsiasi tempo cadrà in potere del detto comune, sia bruciato col fuoco finché muoia.


Attori:


Antonella Natangelo, arpa e canto,

Catherine Adoyo, voce di Ella Noyes (testo originale inglese)

Gabriella Gualtieri, Ella noyes

Giovanni Terreni, araldo del comune di Firenze,

Urbano Cipriani, narratore.

2 commenti:

  1. ciao stigli

    leggo spesso il tuo blog, ammiro ciò che scrivi e il modo in cui lo fai..

    una domanda:vorrei avvicinarmi alla lettura della "commedia" e vorrei da te un consiglio su quale libro, o libri, o volumi comprere e/o noleggiare. mi interesserebbe una versione con spiegazione- no traduzione- a fianco...ti ringrazio per il tempo dedicatomi e continua così..

    complimenti!

    giò

    semperahei@libero.it

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  2. Non so. Potresti cominciare con i volumi di Sermonti, che prima spiega i canti e poi mette il testo.

    Con emule puoi scaricare tutti i canti (da lui trasmessi alla radio), dove prima fa la spiegazione e poi la lettura. In internet trovi la Commedia in prosa con la parafrasi di Luigi De Bellis...

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