mercoledì 18 febbraio 2009

Sertorio e Cesare

Veltroni.

Due parole a ruota libera. Io sono di quelli che quando la Fiorentina perde mi sento più vicino alla squadra, o meglio alle persone della squadra. Mi piacciano quei tifosi che applaudono la propria squadra sconfitta. Per esempio, quando la fiorentina ha perso con la Juve; aveva giocato meglio, due errori dell'arbitro le hanno dato partita persa. Succede, caro Sergino (lui non ragiona; vuol solo la vittoria, non gli importa del bel gioco né della buona volontà). Tutto questo per dire che Veltroni in questo momento me lo sento vicino, a conforto di tutte le mie esperienze di vita che mi hanno visto perdente o insoddisfatto, timido e frustrato; esperienze e frustrazioni, errori veri o presunti, che riemergono nei miei tardi anni con più chiarezza e cognizione di causa.

Naturalmente sono contento che Wolter si sia dato un po' di riposo; ha tante chances per godersi un po' la vita e dimostrare qualità in campi diversi dalla politicaccia attuale. Sertorio sconfitto e Cesare trionfante. Sertorio era un generale romano migliore, come uomo, di Cesare. Per l'antagonista che oggi trionfa in Sardegna, arriveranno gli idi di marzo, non ho dubbi. Almeno se vorrà passare il Rubicone, entrando armato nel pomerio stabilito dalla Legge Romana: qui non puoi entrare con la forza delle armi. Se lui vorrà sfondare nel pomerio della Costituzione repubblicana con la forza dell'impunità farà la stessa fine, non so come né quando ma la farà. Parola di Calamandrei: lo avrai camerata Kesserling il tuo monumento...Il Piano di Rinascita dovrà essere un po' rivisto e aggiornato dalla...Trilaterale, dai Servizi, dai banchieri di Londra e NYC. E' da quelle parti che è stato concepito e fatto nascere il PD meno L. Un gemellino nato in vitro del Partito di Obama. Un'Italia finalmente senza lotta di classe, unita sotta la bandiera dei tre colori; camera dei fasci e delle corporazioni. Non più comunisti in giro.

Ma Veltroni non può essere Obama come l'Italia non può essere gli USA, così come l'Europa non può esserlo.

Riparato dentro la qualifica di pensionato leggo il libro della storia con tanto più interesse di quanto la realtà è superiore alla immaginazione.

Penso a Benigni ieri a Sanremo: bella la lettera di Oscar Wilde, certamente. Importante la difesa degli omossessuali, d'accordo. Belle sarebbero state anche le lettere e i pensieri che Eluana inviava ai genitori prima di essere rinchiusa per lunghi anni nel sarcofago delle nostre frustrazioni e paure.

Alla prossima, caro Roberto. Buona fortuna, Walter. Buona giornata a tutti.


Nota storica


(Per dimostrare che il sistema bipartitico PDL - PD meno L non è adatto a noi, senza un sostanziale innesto nelle radici della storia dei movimenti di liberazione, delle lotte sociali e civili di italia ed Europa)


Era chiaro che qualcosa non andava in un sistema politico, in teoria democratico, nel quale i desideri degli elettori erano regolarmente ignorati. E potevano essere ignorati senza conseguenze, finché il sistema era dominato da due partiti legati entrambi al denaro delle grandi aziende e incapaci di affrontare un male economico fondamentale le cui radici si erano sviluppate in tempi ben più lunghi di quelli di un mandato presidenziale.

Il male derivava da un fatto di cui non si parlava praticamente mai: gli Stati Uniti erano una società classista, in cui l'1 percento della popolazione possedeva il 33 percento della ricchezza e uno strato svantaggiato di trenta o quaranta milioni di persone viveva nella povertà. Le misure sociali degli anni sessanta - Medicare, Medicaid, i buoni viveri e cosi via - non scalfirono la distribuzione ineguale delle risorse, ormai consolidata.

Anche se i democratici in linea di massima aiutavano i poveri più dei repubblicani, non erano capaci (e in realtà nemmeno lo desideravano) di intervenire davvero nei meccanismi di un sistema economico in cui il profitto aziendale viene prima del bisogno umano.

Un importante movimento nazionale per un mutamento radicale non esisteva; non c'era un partito socialdemocratico, come nei paesi dell'Europa occidentale, in Canada e in Nuova Zelanda. Ma c'èrano mille segni di alienazione, voci di protesta, iniziative locali in ogni angolo del paese a richiamare l'attenzione su motivi di scontento profondamente sentiti, a chiedere che almeno a qualche ingiustizia si rimediasse.


Quando il popolo si esprimeva davvero su questioni specifiche, nei sondaggi d'opinione, manifestava convinzioni a cui nessuno dei due partiti prestava attenzione. Sia i repubblicani sia i democratici, per esempio, limitarono rigidamente per tutti gli anni ottanta e i primi anni novanta le misure sociali per i poveri, sostenendo che avrebbero richiesto un aumento delle tasse e che "il popolo" non voleva pagare più imposte. Da un punto di vista generale era certamente vero che gli americani volevano versare il meno possibile al fisco. Ma 'quando si chiedeva loro se erano disposti a pagare più tasse per scopi specifici, come la salute e l'istruzione, rispondevano affermativamente. Per esempio, un sondaggio del 1990 tra gli elettori della zona di Boston mostrò che il 54 percento avrebbe pagato più tasse se fossero servite a rendere più pulito l'ambiente. Inoltre quando l'aumento delle imposte veniva presentato da un punto di vista di classe, invece che come proposta generale, la gente rispondeva in maniera inequivocabile. Nel dicembre 1990 un sondaggio Wall Street ]ournal/NBc News rilevava che 1'84 percento degli intervistati era favorevole a un'imposta addizionale per i milionari. Ma anche se il51 percento riteneva giusto aumentare l’imposta sui redditi da capitale, nessuno dei due grandi partiti aveva intenzione di farlo.


Nel 1992 un sondaggio della Gordon Black Corporation per il National Press Club constatò che il 59 percento del totale degli elettori auspicava un taglio del 50 percento della spesa per la difesa, nell'arco di cinque anni. Nessuno dei due grandi partiti intendeva apportare tagli rilevanti al bilancio militare.

Le opinioni dei cittadini sugli aiuti pubblici ai poveri sembravano dipendere dal modo in cui veniva posta la domanda; Tanto i due partiti quanto i media parlavano sempre di sistema del welfare, affermando che non funzionava: "welfare" era quindi diventata una parola negativa. Quando si domandava alla gente (come in un sondaggio New York Times/CBS News del 1992) se si dovevano destinare più soldi al welfare, solo il 23 percento rispondeva affermativamente. Ma quando alle stesse persone si domandava se lo stato doveva aiutare i poveri, il 64 percento diceva di sì.


Se vuoi approfondire, qui.


Anche qui




Nessun commento:

Posta un commento