Stefano dal Casentino mi sorprende su Skype e mi manda un lungo articolo apparso in prima pagina il 10 febbraio sul C. della sera del mattino e della notte, a firma di Claudio Magris. Stefano ci si riconosce, e se lo fa lui che io conosco bene, mi ci riconsoco anch'io. L'articolo comincia: "Nel caso di Eluana Englaro gli avvoltoi,..."
La mia risposta per email così come mi è venuta in un linguaggio "confidenziale" di cui mi scuso:
Consiglio da amico: stampa la biocard elaborata dalla Consulta di Bioetica di Milano. La puoi compilare e tenere da parte. Nel caso, per esempio, di ricovero in ospedale, puoi disporre che sia allegata alla
cartella medica.
Questo il sito:
http://www.consultadibioetica.org/doc/biocard.pdf
Lo puoi fare da privato cittadino; non occorre essere iscritti a nulla. Comunque Barbabianca ti invita e fargli compagnia come socio in Libera Uscita.
L'ho scritto nel dicembre 2007...
http://urbanocipriani.splinder.com/post/15189859/Biocard+o+Carta+di+autodetermi
La Legge che si preparano a fare abolisce proprio la validità del testamento, già riconosciuta dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea. Non c'è bisogno di notaio, avvocato, giudice, cappellano, cristi e madonne. Proprio per questo ce li metteranno. Quindi, con questi esemplari antropomorfi di cui a Youtube (v. post precedente), la discussione in Parlamento è soltanto un mezzo di distrazione di massa. Mentre tu discuterai del cannello di nutrizione che ti metteranno nel naso anche per 100 anni, anche contro la tua volontà, anche contro il giudizio professionale dei medici curanti che non potranno fare obbiezione né di coscienza né di scienza, loro ti cacceranno lavoro stipendi pensioni azioni obbligazioni Afghanistan ronde padane attacchi ai giudici leggi elettorali scuola università mafia appalti, golpe finale ... attraverso il c. Why not?
Facciamo scorta di mutande di latta.
Nota aggiuntiva: Se questo è vero, il Testamento Biologico, ridotto allo stato vegetativo permanente, rimarrà sul tavolo dei lavori parlamentari per mesi, rimbalzerà da una clinica all'altra, da un tribunale all'altro, passerà da porta a porta, da ballarò a piangiarò, da corriere a giornale, da famiglia cristiana a famiglia dissestata, toccherà l'isola dei famosi cercherà un attracco alla penisola dei fottuti (brutta parola, pardon), come le Compagnie delle Arti medioevali passerà dal Mediterraneo al Baltico, come le caravelle ispano portoghesi circumnavigherà l'Africa, sbarcherà sulle coste dell'Atlantico fino a ritornare a noi. Come Adua della canzone.
Finale in poesia
( Leopardi nella Ginestra):
Libertà vai sognando, e servo a un tempo
Vuoi di novo il pensiero,
Sol per cui risorgemmo
Della barbarie in parte, e per cui solo 75
Si cresce in civiltà, che sola in meglio
Guida i pubblici fati.
Così ti spiacque il vero
Dell'aspra sorte e del depresso loco
Che natura ci diè. Per questo il tergo 80
Vigliaccamente rivolgesti al lume
Che il fe palese: e, fuggitivo, appelli
Vil chi lui segue, e solo
Magnanimo colui
Che se schernendo o gli altri, astuto o folle, 85
Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Nobil natura è quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo, 115
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra se nel soffrir, nè gli odii e l'ire
Fraterne, ancor più gravi 120
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che de' mortali
Madre è di parto e di voler matrigna. 125
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome è il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra se confederati estima 130
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese 135
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede così qual fora in campo
Cinto d'oste contraria, in sul più vivo
Incalzar degli assalti, 140
Gl'inimici obbliando, acerbe gare
Imprender con gli amici,
E sparger fuga e fulminar col brando
Infra i propri guerrieri.
Così fatti pensieri 145
Quando fien, come fur, palesi al volgo,
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte 150
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole,
Ove fondata probità del volgo 155
Così star suole in piede
Quale star può quel ch'ha in error la sede.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza 300
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente 305
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle, 310
Nè sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali 315
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.
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