giovedì 12 febbraio 2009

With comment

Stefano dal Casentino mi sorprende su Skype e mi manda un lungo articolo apparso in prima pagina il 10 febbraio sul C. della sera del mattino e della notte, a firma di Claudio Magris. Stefano ci si riconosce, e se lo fa lui che io conosco bene, mi ci riconsoco anch'io. L'articolo comincia: "Nel caso di Eluana Englaro gli avvoltoi,..."


La mia risposta per email così come mi è venuta in un linguaggio "confidenziale" di cui mi scuso:


Consiglio da amico: stampa la biocard elaborata dalla Consulta di Bioetica di Milano. La puoi compilare e tenere da parte. Nel caso, per esempio, di ricovero in ospedale, puoi disporre che sia allegata alla

cartella medica.

Questo il sito:


http://www.consultadibioetica.org/doc/biocard.pdf



Lo puoi fare da privato cittadino; non occorre essere iscritti a nulla.  Comunque Barbabianca ti invita e fargli compagnia come socio in Libera Uscita.



L'ho scritto nel dicembre 2007...

http://urbanocipriani.splinder.com/post/15189859/Biocard+o+Carta+di+autodetermi



La Legge che si preparano a fare abolisce proprio la validità del testamento, già riconosciuta dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea. Non c'è bisogno di notaio, avvocato, giudice, cappellano, cristi e madonne.  Proprio per questo ce li metteranno. Quindi, con questi esemplari antropomorfi di cui a Youtube (v. post precedente), la discussione in Parlamento è soltanto un mezzo di distrazione di massa. Mentre tu discuterai del cannello di nutrizione che ti metteranno nel  naso anche per 100 anni, anche contro la tua volontà, anche contro il giudizio professionale dei medici curanti che non potranno fare obbiezione né di coscienza né di scienza, loro ti cacceranno  lavoro stipendi pensioni azioni obbligazioni Afghanistan ronde padane attacchi ai giudici leggi elettorali scuola università mafia appalti, golpe finale ... attraverso il c.     Why not?

Facciamo scorta di mutande di latta.


Nota aggiuntiva: Se questo è vero, il Testamento Biologico, ridotto allo stato vegetativo permanente, rimarrà sul tavolo dei lavori parlamentari per mesi, rimbalzerà da una clinica all'altra, da un tribunale all'altro, passerà da porta a porta, da ballarò a piangiarò, da corriere a giornale, da famiglia cristiana a famiglia dissestata, toccherà l'isola dei famosi cercherà un attracco  alla penisola dei fottuti (brutta parola, pardon), come le Compagnie delle Arti medioevali passerà dal Mediterraneo al Baltico, come le caravelle ispano portoghesi circumnavigherà l'Africa, sbarcherà sulle coste dell'Atlantico fino a ritornare a noi.  Come Adua della canzone.


Finale in poesia


( Leopardi  nella Ginestra):


Libertà vai sognando, e servo a un tempo


Vuoi di novo il pensiero,


Sol per cui risorgemmo


Della barbarie in parte, e per cui solo                 75


Si cresce in civiltà, che sola in meglio


Guida i pubblici fati.


Così ti spiacque il vero


Dell'aspra sorte e del depresso loco


Che natura ci diè. Per questo il tergo                 80


Vigliaccamente rivolgesti al lume


Che il fe palese: e, fuggitivo, appelli


Vil chi lui segue, e solo


Magnanimo colui


Che se schernendo o gli altri, astuto o folle,        85


Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.




Nobil natura è quella


Che a sollevar s'ardisce


Gli occhi mortali incontra


Al comun fato, e che con franca lingua,


Nulla al ver detraendo,                                        115


Confessa il mal che ci fu dato in sorte,


E il basso stato e frale;


Quella che grande e forte


Mostra se nel soffrir, nè gli odii e l'ire


Fraterne, ancor più gravi                                     120


D'ogni altro danno, accresce


Alle miserie sue, l'uomo incolpando


Del suo dolor, ma dà la colpa a quella


Che veramente è rea, che de' mortali


Madre è di parto e di voler matrigna.                125


Costei chiama inimica; e incontro a questa


Congiunta esser pensando,


Siccome è il vero, ed ordinata in pria


L'umana compagnia,


Tutti fra se confederati estima                             130


Gli uomini, e tutti abbraccia


Con vero amor, porgendo


Valida e pronta ed aspettando aita


Negli alterni perigli e nelle angosce


Della guerra comune. Ed alle offese                   135


Dell'uomo armar la destra, e laccio porre


Al vicino ed inciampo,


Stolto crede così qual fora in campo


Cinto d'oste contraria, in sul più vivo


Incalzar degli assalti,                                           140


Gl'inimici obbliando, acerbe gare


Imprender con gli amici,


E sparger fuga e fulminar col brando


Infra i propri guerrieri.


Così fatti pensieri                                                 145


Quando fien, come fur, palesi al volgo,


E quell'orror che primo


Contra l'empia natura


Strinse i mortali in social catena,


Fia ricondotto in parte                                         150


Da verace saper, l'onesto e il retto


Conversar cittadino,


E giustizia e pietade, altra radice


Avranno allor che non superbe fole,


Ove fondata probità del volgo                            155


Così star suole in piede


Quale star può quel ch'ha in error la sede.




E tu, lenta ginestra,


Che di selve odorate


Queste campagne dispogliate adorni,


Anche tu presto alla crudel possanza                 300


Soccomberai del sotterraneo foco,


Che ritornando al loco


Già noto, stenderà l'avaro lembo


Su tue molli foreste. E piegherai


Sotto il fascio mortal non renitente                     305


Il tuo capo innocente:


Ma non piegato insino allora indarno


Codardamente supplicando innanzi


Al futuro oppressor; ma non eretto


Con forsennato orgoglio inver le stelle,              310


Nè sul deserto, dove


E la sede e i natali


Non per voler ma per fortuna avesti;


Ma più saggia, ma tanto


Meno inferma dell'uom, quanto le frali              315


Tue stirpi non credesti


O dal fato o da te fatte immortali.

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