Vedere più sotto informazioni. Vi allego anche lettera
inviata al Ministro degli Esteri Italiano.
Luisa Morgantini
Associazione per la pace
www.assopacepalestina.org
dal 5 al 7aprile maggio 2012 TRE
GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME
dal 5 al 7
IN SOLIDARIETA’ CON I PRIGIONIERI POLITICI
PALESTINESI
Allo sciopero della fame hanno dato la loro adesione
anche Moni Ovadia (attore, scrittore e regista), Luisa
Morgantini (già Vice Presidente del Parlamento Europeo), Giovanni
Franzoni (teologo, scrittore, animatore della Comunità Cristiana di Base
S.Paolo di Roma) e il sen. Vincenzo Vita (Pd).
Roma, 4 maggio 2012
Dal 17 aprile scorso oltre 2000 detenuti
palestinesi, prigionieri politici, sono in sciopero della fame. Dopo quasi
70 giorni di digiuno Bilal Diab (27 anni) di Jenin è entrato in coma, e anche
Taher Halahla (33 anni) di Hebron versa in gravissime
condizioni.
Insieme a loro, nelle carceri israeliane sono
attualmente imprigionati 4700 palestinesi, tra cui molte donne e minori.
Per manifestare solidarietà con la lotta dei
prigionieri politici palestinesi, come forma attiva di resistenza
all’occupazione militare israeliana e denuncia della politica di apartheid del
governo israeliano, la Rete Romana di
Solidarietà con il Popolo Palestinese entra oggi in sciopero della fame.
Lo sciopero della fame è stato lanciato srotolando uno striscione
davanti al Colosseo oggi a Roma, azione nel corso della quale sono stati
distribuiti volantini informativi.
Allo sciopero della fame hanno dato la propria adesione
anche Moni Ovadia (attore, scrittore e regista), Luisa Morgantini
(già Vice Presidente del Parlamento Europeo), Giovanni Franzoni (teologo,
scrittore, animatore della Comunità Cristiana di Base S.Paolo di Roma) e il sen.
Vincenzo Vita (Pd).
Gli/le attivisti/e della Rete Romana saranno in
presidio a via dei Fori Imperiali (nei pressi della fermata metro B Colosseo)
domenica 6 maggio (h 17 – 20), lunedì 7 maggio (h 10 – 20) e martedì 8 maggio (h
10 -20).
I prigionieri politici palestinesi rinchiusi nelle
carceri israeliane chiedono - per rispetto dei diritti garantiti ai detenuti dal
Diritto Internazionale - la sospensione del regime di detenzione
amministrativa, uno stato di arresto a tempo indeterminato senza
la formalizzazione dei capi di accusa e la possibilità di nominare un difensore,
attualmente in vigore. Si tratta di una pratica condannata dalla Convenzione
Internazionale sui Diritti Civili e Politici, dalla IV Convenzione di Ginevra e
dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani; chiedono il miglioramento delle
condizioni di vita e l'accesso al materiale didattico; la fine delle umiliazioni
inflitte a loro e alle loro famiglie, tra cui perquisizioni corporali, irruzioni
notturne nelle celle e punizioni collettive; protestano contro le
condizioni indegne e disumane riservate loro da un paese che si professa
‘democratico’.
La Rete Romana ha scritto
una lettera ai parlamentari e al ministro degli Esteri Giulio Terzi di
Sant’Agata affinché il governo italiano intervenga per porre fine alla punizione
collettiva dei prigionieri palestinesi da parte delle autorità israeliane.
Rete Romana
di Solidarietà con il Popolo Palestinese
Info e
contatti
Nino Lisi 3393310021
Luisa Morgantini 3483921465
sen. Vincenzo Vita 0667064322
Dalla lettera indirizzata al ns governo:
Dalla lettera indirizzata al ns governo:
E’ dal 17 Aprile 2012, che i prigionieri politici palestinesi
nelle carceri israeliane, hanno lanciato uno sciopero della fame e presentato
una serie di richieste per il rispetto della loro dignità e della loro
vita. Tra le richieste vi è in primo
luogo la fine della detenzione amministrativa (vi sono palestinesi in carcere
da più di 12 anni senza aver subito alcun processo), l’isolamento e altre
misure punitive, tra cui la tortura, la negazione delle visite dei famigliari e
degli avvocati, in particolare per i prigionieri della Striscia di Gaza che non
possono ricevere visite dei famigliari
fin dal 2007.
I prigionieri in sciopero della fame, che si stima siano circa 2.500,rivendicano anche l’accesso all’istruzione cosi come il diritto
alle cure mediche (sono molti gli esempi, documentati oltre che
dall’associazione per i diritti umani palestinesi anche dalla Croce Rossa e dal’associazione
israeliana Bet Selem, di prigionieri che non hanno avuto accesso alle cure per
il cancro, per ferite,
per problemi di vista,
per torture subite).
I prigionieri nelle carceri israeliane sono 4.700, di cui 8 sono
donne, 190 minori, 320 in
detenzione amministrativa, 19
in celle d’isolamento, 27 sono membri del Parlamento,
120 sono in prigione da prima del 1994, 1.000, bisognosi di cure mediche. Le
loro condizioni di vita quotidiana oltre ad essere illegali sono profondamente
disumane, e tutto è documentato da (www.betselem.org,
www.addameer.org), ma anche da altre
organizzazioni comprese tra altre, la Croce Rossa, Human Rights Watch ed Amnesty International.
Questo blog aderisce alla iniziativa.
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