martedì 29 giugno 2004

Radici amare

Radici amare



Un amico ritrovato a tavola domenica scorsa mi parla di una lettera inviata a La Repubblica sulla questione delle radici cristiane d'Europa. "Naturalmente non pubblicata". Caro Vittorio mandamela per email e la metto nel mio blog. Non è Repubblica né il Corriere. Ma virtualmente è su tutto il pianeta. Un po' sul serio un po' per scherzo, promessa fatta e mantenuta. Mi rendo conto che rischio di apparire ripetitivo, ma, mi consolo, non mai quanto l'attuale papa-re-sguardotorvo. Ecco l'email.
Oggetto: Radici cristiane copia della lettera inviata a Repubblica e, ovviamente, non pubblicata. Saluti, Vittorio Malavolti
Data: domenica 27 giugno 2004 15.25


Egregio Direttore,



L'Europa si è data una Costituzione. Questo è un avvenimento importante per centinaia di milioni di persone che saranno uniti non solo da un mercato e da una moneta comune ma anche dal riconoscimento di comuni diritti fondamentali. Sulle regole adottate si possono fare differenti valutazioni e sarebbe bene che tutti studiassero il testo concordato e facessero le loro valutazioni ed operassero per perfezionarne i contenuti. Quello che è intollerabile è il chiacchiericcio che viene fatto sulle "radici cristiane", specialmente nel nostro Paese. I signori ecclesiastici e coloro che in politica sono mossi essenzialmente da motivazioni confessionali prima di parlare di radici cristiane bene farebbero a domandarsi che cosa è stata la cristianità per i popoli europei. Tanto per fare qualche esempio(senza arrivare al '900 ed alla shoah): vogliamo dimenticare la guerra dei trent'anni che servì a regolare le questioni di potere fra cattolici e riformati? Vogliamo dimenticare la espulsione degli ebrei dalla Spagna del 1492 e dopo poco dal Portogallo? Vogliamo dimenticare i pogrom degli ebrei nell'Europa orientale? Vogliamo dimenticare le crociate del nord indette dai Papi romani contro quei popoli con la scusa che erano pagani : dalla prima del 1147 contro gli slavi del Baltico, a quella del 1171 nel Baltico orientale ( ora Estonia, Lettonia e Lituania), quella del 1198 proclamata da Innocenzo III contro la ex Livonia, quella del 1217 di Onorio III contro i Prussiani, quella interminabile dal 1240 al 1410 contro i Russi? Vogliamo dimenticare le innumerevoli azioni dei cavalieri teutonici (frati che sopra la tonaca portavano la corazza con la croce e armati di spada e cannoni diffusero la fede massacrando i popoli intorno al mar Baltico dal XIII al XVI secolo), e Urbano V che nel 1364 con una bolla incitò alla guerra continua contro la Lituania, e poi la guerra dei tredici anni - dal 1454 al 1466 - delle città polacche e prussiane contro i cavalieri teutonici? Radici cristiane sono state l'inquisizione, la caccia alle streghe, la lotta contro gli eretici, i processi e le condanne di Bruno, Campanella, Savonarola, Giorgio Siculo, Galileo e centinaia, centinaia, centinaia di migliaia di persone perseguitate condannate a morte o a languire per anni nelle carceri, torturati, straziati, cancellati. Bene hanno fatto "i padri costituenti" a non dare ascolto ai lamenti di chi chiede scusa - solo parzialmente - e pensa che questo sia sufficiente per fare dimenticare il passato e ricostruirsi una verginità.

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