Sabbie stellari
14 maggio 2004 - Tunisia, quarto giorno.
Giornata senza vento, buona per la ginkana sulle dune. E’ un optional che a nostra insaputa ci offrono Hassan e i due autisti: a cavallo sulle dune coi cammelli giapponesi delle 2 toyota. Il bambino che è in ognuno di noi si diverte come quando la mamma ci portava sulle montagne russe. Alla fine del percorso ecco la spianata dove è stato montato il set di Guerre Stellari. A me non dice nulla; non ho visto il film. Simone è un appassionato di questi film, ma da lui non trapelano emozioni; se le tiene e se le coccola, tutte per sé. Come spesso, con babbo e mamma. Ci avviamo sulla pista del ritorno. Domani ci riposeremo a Djerba. Arriviamo a Matmata; paesaggio collinare, gole e calanchi fatti un tempo dall’acqua, molati ora dal vento. Matmata nuova è uno scalo vivo e piatto come ogni scalo, la città antica è nell’interno, tra le colline, 14 km di distanza, abbandonata dai giovani emigrati o trasferiti nella città nuova; per i turisti è una gradita sorpresa: le vecchie costruzioni ancora intatte, i nuovi alberghi a 4 stelle incassati nel suolo, costruiti con raziocinio, anche troppo. Le camere, per renderle simili alle abitazioni “troglodite” della zona circostante, sono come grotte, senza finestra: la presa d’aria viene dalla porta e dal bagno. Tipo caravan serraglio. Forse in piena estate, quando il sole picchia e il vento raschia, lì dentro si sta freschi e riparati. In questo maggio 2004 meglio le camere di Douz e Tozeur.
15 maggio, quinto e ultimo giorno nel deserto.
Hassan, che è più intelligente di Bush, ci fa visitare un cimitero “berbero”, negli immediati dintorni dell’albergo, e ci fa vedere come quegli uomini barbari riuscissero a mettere insieme diverse tradizioni religiose. Le tombe sono a terra, bianche, senza fiori e con poche iscrizioni, senza foto per rispetto a Maometto, con disegnato, che so, un pesce per rispetto a Cristo, e con una incavatura al centro, tipo scodellina per il latte. Lì i vivi mettono appunto acqua o latte, in modo che gli uccellini possono abbeverarsi e rendere contento il morto che può, come faceva in vita, continuare a rendersi utile. Un amore di invenzione. Rapporto uomo natura, corrispondenza di amorosi sensi tra noi e l’estinto. Mi scappa la parola sincretismo religioso e Hassan, che è più colto e intelligente di Bush, fa un cenno di assenso, dicendo che conosceva il termine francese syncrétisme e non pensava che anche in italiano… A proposito di questo mescolamento, non posso dimenticare il tempio buddista di…non ricordo, in Vietnam, pochi anni fa dove tra i “santi” raffigurati in gloria sopra l’altare spiccava, ben riconoscibile, Victor Ugo.
Vuoi mettere con S.Pio X o S. Gaspare del Bufalo. Finita la lezione sul principio di tolleranza, Hassan conduce la nostra troupe a visitare due dei cento insediamenti “trogloditi” ancora esistenti. Siamo in una zona di anfratti e colline, ottimo rifugio contro il vento e contro i predoni del deserto. Ingegnosi i sistemi per accumulare e conservare l’acqua piovana, ripararsi dalla sabbia portata dal vento e dal sole garantito dal tempo.
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