Emozioni
Mi è arrivato per posta, contrassegno 17 euro, il CD della Mostra su “la neve e gli impressionisti” vista a Torino ai primi di Dicembre: sbalorditivo ora come allora che lo vidi, un po’ di sfuggita, nel corso della visita alla Palazzina delle Belle Arti. La mostra dura fino ad Aprile e chi passa di qui può passare di là, con miglior frutto.
I miracoli dell’elettronica: la macchina da presa che entra dentro il quadro e lo percorre nelle tre tridimensioni, la neve che si libera dai cieli di nuvole bianche e cade lenta su quelle tele mirabili dipinte da mani intirizzite poveramente riscaldate ai bracieri accesi accanto alla tavolozza nelle fredde giornate invernali, la musica cullante, il commento suadente di un vero poeta: emozioni.
Quando arrivano le ragazze sulle note della tromba del Jazz, dentro una Bologna rosso mattone, cariche di tutta la nostalgia e il rimpianto dolceamaro del Pupi Avati per la giovinezza che mai finisce, beh, per me – tre lontani anni di studio in Via Irnerio – è stato come continuare a galleggiare sulle ninfee dei quadri impressionisti appena finite di ammirare nel DVD della mostra torinese. Non m’aspettavo un film musicale, non m’aspettavo la proiezione delle nostre piccole grandi ansie giovanili scarrozzate attraverso l’universo, dentro il cielo stellato, riportate a noi dalla cometa e con la stessa infine spedite in viaggio di piacere nell’infinito azzurro; apparse e poi scomparse come i fiocchi di neve dentro il paesaggio di Monet, per opera, anche qui, della magia filmica: emozioni.
Ma perché la cometa non si porta via queste ombre?
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