giovedì 27 ottobre 2005

Free your mind and your ass will follow


 scritto nel riquadro sotto la mucca.
Firenze, atrio di S.Maria Novella.
La stazione è un luogo molto particolare. E' come l' web dentro un motore di ricerca: ci trovi tutto. Tutta l'umanità: colori, lingue, classi sociali. Martedi 26 ottobre u.s. aspettavo l'Eurostar delle 12,06 proveniente da Roma per l'arrivo di Paola. Ha un ritardo annunciato di 15' che saranno poi 25 perché un altro eurostar che viaggiava davanti s'era fermato sui binari da qualche parte, per un guasto. Ritardo segnalato per questo eurostar: 2 ore e mezzo! 
 Mi sono ritrovato dunque per tre quarti d'ora nel google della vita: visto e salutato Giampaolo in partenza per Roma, con cinque-sei compagni di lavoro, destinazione CNR, per una manifestazione di protesta presso la sede del Centro Nazionale Ricerche dove lui lavora. Poche volte la stazione è così piena: i ritardi concatenati e Firenze città d'arte sono i due addendi che danno oggi questo prodotto multicolore. Col mouse dei miei piedi circolo tra italiani, cinesi, giapponesi. eurorientali...Ritorno con l'ipertesto della mente ai personaggi di Folon incontrati al Forte Belvedere con la valigia in mano per l'eterno "viaggio" della vita e mi metto ad osservare tra ammirato e intimidito i gruppi di persone intorno alle macchinette dei Fast tickets che a me anziano mettono ancora soggezione, mentre invidio mentalmente Simone e tutti quelli come lui che con quattro tocchi "digitali" fanno uscire il biglietto giusto in tempi istantanei tipo email; stando così assorto nei pensier contemplativi, mi sento toccare alle spalle da una signora di aspetto giovanile e non trasandato che mi chiede qualche soldo. La guardo come un cretino e accenno immediatamente un no; troppa gente sconosciuta intorno a me, dovrei frugarmi intasca, estrarre e aprire il portasoldi, verificare i tagli di moneta...questo mi spaventa e fa scattare il riflesso condizionato del cervello che pone immediatamente l'antivirus, quello che non apre l'allegato per paura del solito hacker.  Logorio della vita moderna, nevrosi diffusa; così frequente nelle persone che conosci,  spiacevole constatarla in se stessi; tutta colpa del nineeleven? Sta di fatto che questo mio gesto irriflesso mi dà noia anche a distanza di giorni. Decisione di tenere a portata di mano, fuori del portasoldi, moneta spicciola da poter estrarre con la disinvolta indifferenza di una caramella, se si ripeterà mai un caso del genere.  Quella signora con la faccia pulita, né supplice né aggressiva, se ne è ritornata nell'ombra della folla senza accenni di reazione negativa.
Sposto il mouse nel grande atrio delle biglietterie, rimango colpito dalla mucca qui in testa al post che mi spiega come salvare mind e ass. Mentre la fotografo con la mia inseparabile digitale, inquadro due signore del volontariato che danno un pranzo confezionato ad una "barbona" semisdraiata sull'angolo del corridoio che porta al ristorante interno; mi affaccio fuori verso le scalette dove troverò l'autobus di ritorno ed osservo, ad un tavolo, persone che distribuiscono alimenti e vivande. Senza ressa né disordine. Ritorno indietro, alzo gli occhi ai tabelloni degli arrivi e vengo avvisato che l'eurostar Roma-Firenze diretto a Milano attraccherà al track numero 9, quasi di fronte a me. L'ultimo tocco del mouse mi porta in braccio a Paola. Passo dal virtuale al reale.
Quanto è importante, nel turbinio di una stazione sovraffollata, potersi abbracciare con una persona conosciuta e amata.  Per questo le stazioni sono sempre piene di baci ed abbracci.

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