venerdì 22 dicembre 2006

Welby è simile a una stella morta di cui ancora percepiamo la luce, anche se si è spenta da tempo e per sempre.

Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto. In una camera dell'ospedale di Lecco. Da 15 quindici anni,  dal 18 gennaio del 1992, quando verso le quattro del mattino la sua auto si è schiantata contro un muro nei pressi di Lecco.

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Nota intravagante


"C'è un piccolo scritto del Cattaneo in cui è espressa, in maniera quasi epigrammatica, sia l'identificazione che egli fa del "popolo" con la borghesia cittadina, sia la funzione storica che egli rivendica al "popolo" stesso. Ne cito la parte conclusiva: "Dove sta dunque la forza della nazione italiana? Sta dove è sempre stata. Il popolo delle sue città, senza alcuna scienza di guerra, è più forte che gli eserciti dei suoi monarchi. La monarchia in italia è una pianta esotica e debole, è una cosa contro natura. Il papato che oggi civetta con la libertà e domani chiama tutti i curati d'Europa ad assistere i suoi sgherri, il papato è il secreto della debolezza d'Italia".

(Da Umberto Puccio, Introduzione a Cattaneo, PB Einaudi, 1977, Torino- pag.13).

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