martedì 3 aprile 2007

Radici cristiane d’Europa (5)



Caro barbabianca, mi hanno detto che stai mettendo in rete i nomi di alcuni uccisi dalla chiesa. Se vuoi mettere anche le streghe avrai da lavorare per anni. Per gli eretici alcuni nomi te li mando nell’allegato. Bisognerebbe mettere in bella evidenza anche i nomi degli assassini (Giovanni XXII, Paolo V, s.Carlo Borromeo, e i vari inquisitori, specialmente quelli scatenati contro  Catari, Beghini, Spirituali ecc.)

Ciao,Vittorio  


Allegato

L’elenco che segue è ricavato dalla lettura di alcuni libri (in genere indicati fra parentesi) che riportano studi attuali su eresie ed eretici, studi spesso circoscritti ad un piccolo   territorio e pertanto ben lontani, nel loro complesso, dall’assumere il carattere di studio complessivo del fenomeno. Bisogna inoltre tenere presente che le cronache del tempo o gli annali esistenti (anche queste e questi limitati a poche città o località) registrano speso le quantità (uno, due, sette ecc.) di persone bruciate o decapitate o comunque uccise per motivi di “religione”. Da tenere comunque presente che la chiesa cattolica e le altre sette cristiane, quando si trattava di eretici di un certo livello culturale, ha messo in atto costantemente la damnatio memoriae con la conseguente distruzione di tutto ciò che queste persone potessero avere scritto. In particolare la chiesa cattolica non si è limitata a cercare di cancellare i libri delle sue vittime (eclatante il caso del Libro Grande di Giorgio Siculo, monaco benedettino che cercò di trovare la via per una conciliazione fra cattolici e riformati attirandosi la condanna degli uni e degli altri) ma anche i libri edificanti ma cancellati in quanto descrivevano realtà devozionali che col tempo erano divenute scomode perché in contrasto con la realtà e la prassi ecclesiastica; un esempio sono i libri su Francesco da Assisi scritti da Tommaso da Celano ( Vita Prima, Vita seconda, Tractatus de miraculis) libri che ebbero una enorme diffusione e furono determinanti per la crescita straordinaria dell’ordine francescano ma che insistevano troppo su aspetti (la laicità dei fratres, la povertà, la figura di Elia – successore di Francesco alla guida dell’ordine e colui che per primo rivelò, alla morte di Francesco, l’esistenza delle stimate - il quale Elia trovatosi nel mezzo delle dispute fra papa e imperatore finì per essere scomunicato in quanto troppo dalla parte dell’imperatore e quindi rimosso dalla memoria dell’ordine ) libri che furono accanitamente ricercati dai francescani e distrutti in tutte le biblioteche d’Europa tanto che scomparvero e la Vita prima e Secunda, sulla base di pochissimi codici rinveuti, furono pubblicate per la prima volta solo fra la fine del 1700 e la metà dell’800, mentre del Tractatus de miraculis ne è stata rinvenuta una sola copia pubblicata nel 1899 (Chiara Frugoni, “L’invenzione delle stimmate”, Einaudi)

Occorre inoltre sapere e fare sapere, che fra il 1817 ed il 1818, monsignor Marino Marini, che aveva in custodia le carte e gli archivi dell’inquisizione romana, costituiti dagli atti dei processi svolti dall’inquisizione in tutto il mondo dove operava, bruciò tutto e cancellò vicende, storie, torture, e nomi di persone precedentemente bruciate, squartate, decapitate. Fu un secondo rogo, riassuntivo in nome del bene della santa chiesa cattolica. (A:Prosperi, “L’inquisizione romana, 2003)

 

7 maggio 1318 – Marsiglia. Quattro francescani spirituali che non avevano voluto piegarsi all’obbedienza della bolla “Quorundam exigit” di Giovanni XXII che dava risposta negativa a tutte le richieste degli spirituali in materia di povertà, di frugalità, di modestia dell’ abito, ponendo l’obbedienza sopra la povertà e l’esigenza di unità al posto dell’appassionata dedizione al proprio ideale.   I nomi dei quattro frati minori  sono: Giovanni Barrani da Tolosa, Diodato Michaelis, Gugliemo Santoni prete e Ponzio Rocha diacono. (Da “Spirituali e Beghini in Provenza” di Raoul Manselli, 1959)

 

1318 – 1320 Narbona: molti furono mandati al rogo per avere seguito le idee degli Spirituali: molti frati minori, terziarii francescani ed un carmelitano. (idem) 

 

14 ottobre 1319 – Pietro de Fraxino ed altri due Beghini bruciati nel cimitero della chiesa di s.Felice a Narbona (ibidem)

 

1321 e anni antecedenti – a Béziers prima due poi sette beghini arsi  a Lodève alcuni beghini arsi vivi   a Lunel diciassette beghini arsi (18 ottobre 1321) tra questi due donne chiamate Esclarmonda ed Astruga

a Capestang   furono arsi Bernardo Leonis e Giacomo de Rivo  ad Agde alcuni beghini arsi (ibidem)

28 febbraio 1322 nel fossato di s. Paolo a Barbona furono arsi 21 beghini (16 uomini e cinque donne) (ibidem)

 

2 ottobre 1322 Bernardo Peirots consegnato al braccio secolare per l’esecuzione (ibidem)

 

24 aprile 1323 a Carcassonne finirono al rogo Bernado Bosc, Pietro Johanni o Iuliani e Giovanni Covili (ibidem)

 

1322 – Guglielmo Ruffi, Pietro Dominaci, Pietro Hospitalis e Pietro Guiraudi, tutti beghini furono arsi dopo un processo inquisitoriale condotto da Bernardo Gui. (ibidem)

 

12 novembre 1323 il papa Giovanni XXII emana la bolla “ Cum inter nonnullos” nella quale dichiara eretica la tesi che Cristo e gli Apostoli nulla avevan posseduto né in proprio né in comune

 

15 luglio 1326 - Bernardo Maurini mandato al rogo in Provenza.

Novembre 1328 na Pous Moneta consegnata al braccio secolare a Carcassonne   (ibidem)

 Sulla fine del ‘200. Ponzio Botugati, fra minore, avendo rifiutato di consegnare, perché fosse bruciato, un libro intitolato “De usu papere” di P.I.Olivi, fu segregato in una cantina del convento e legato con una catena così corta che non poteva muoversi neanche per sdraiarsi. Quando morì il suo corpo dovette essere estratto dagli escrementi e fu trovato corroso dall’infezione e dai vermi fino ai lombri. Insieme a lui furono incarcerati i frati Giovanni della Valle, Giovanni Giuliani, Raimondo Aureoli, Giovanni Prini dei quali non si conosce la fine ( Angelo Clareno. Historia septem tribolationum ordinis minorum).

1307 – Viene bruciato a Vercelli Fra’ Dolcino di Novara, prima del rogo le sue carni furono straziate con tenaglie ardenti, protagonista del movimento degli Apostolici. (Veni perfidus Heresiarcha, di Orioli, 1986)

1307 – a Biella viene arso, dopo essere stato straziato con tenaglie roventi, Longino compagno di fra’ Dolcino, catturato con lui.(ibidem)

1307 – a Vercelli viene bruciata sul rogo Margherita compagna di fra’Dolcino(ibidem)

1317 – dodici dolciniani bruciati a Bergamo (ibidem)

1300 Gerardo Segarelli fondatore del movimento degli “Apostolici” finì sul rogo.(ibidem)

1294 a Parma vengono messi al rogo quattro apostolici (ibidem)

1302 – tre dolciniani arsi a Trento (ibidem)

1306 Giacomo da Ferrara apostolico, messo a morte (ibidem)

1332- Ad Arezzo, condannato e morto in carcere Bentivegna, frate francescano che aveva aderito agli Apostolici

1332 22 dolciniani arsi vivi a Padova e Riva del Garda (ibidem)

13.5.1299 Bonigrino da Verona arso sul rogo a Bologna come eretico insieme con Giuliano e Bompietro anch’essi eretici (L’eresia a Bologna nel XIII e XIV secolo i Orioli)

8.8.1308 Giovanni Gherardini Trughi, dolciniano, arso sul rogo (ibidem)

1305 Bartolomea di Svignano bruciata sul rogo (anche un suo fratello era stato in precedenza bruciato sul rogo)(ibidem)

1305 – Rolandino de Ollis di Modena e Pietro dal Pra, eretici, bruciati sul rogo (ibidem)

22.8.1550 Camillo Fanini, di Faenza, fu decapitato e poi bruciato in piazza perché luterano ed eretico (Adriano Prosperi, “L’eresia del Libro Grande, Feltrinelli)

10.9.1550 Domenico Cabianca di Bassano Bruciato a Piacenza in quanto eretico (ibidem)

1568 Pietro Giudici da Rivoltella, condannato e giustiziato perché seguace di Giorgio Siculo

23.5.1551 Strangolato di notte nel carcere di Ferrara Giorgio Siculo (vero nome Giorgio Rioli) frate benedettino, autore del Libro Grande o Libro Maggiore di cui non ne abbiamo nessuna copia (ibidem)

4.9.1568 a Ferrara don Giovanni del Dia degradato, decapitato e bruciato e insieme con lui furono decapitati ed arsi Tomaso Scurta di Modena e Giovanni Paiano di Modena (ibidem)

7.9.1570 a Ferrara decapitato e poi bruciato Francesco Severi medico di Argenta (ibidem)

1570 Antonio Paglia (Aonio Paleario) decapitato a Roma (ibidem)

1568 Miguel Servet (Michele Serveto) condannato dalla inquisizione riuscì a fuggire a Ginevra dove fu catturato e bruciato per ordine di Calvino ((M.Firpo, “Antitrinitari nell’Europa Orientale)

1583 – Jacopo Paleologo  decapitato dall’inquisizione romana

Grazie, Vittorio. 

Nessun commento:

Posta un commento