Stefano Dei
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Il film di Olmi mi è piaciuto. Ho avvertito sentimenti ed emozioni emergere da non so quale magma interiore. Ho avvertito anche aria di fresca mattinata e il bianco di un lenzuolo steso al sole. Ricordo quando criticavamo aspramente Olmi per “ l’ albero degli zoccoli “ e lo contrapponevamo nei cineclub a “ Novecento” Di Bertolucci: Idealismo da parrocchia contro il sano storicismo. Eccolo qua invece il talento del buon narratore, di questo Bresson italiano che ci ha regalato un capolavoro come “il mestiere delle armi”. Saper raccontare, con poesia, è ciò che chiedo a un certo tipo di cinema e Olmi ci riesce quasi sempre.
Nei Centochiodi ho ammirato innanzi tutto l’ idea che il messaggio salvifico oggi , come ieri, dobbiamo cercarlo tra i canneti di un argine abbandonato e maltrattato dall’ incuria umana, dove a volte si possono fare incontri straordinari. Questo è un messaggio fresco e candido come un lenzuolo steso al sole, un messaggio di speranza per noi, che dei nostri saperi siamo sempre disposti a farne altrettanti poteri, ma soprattutto per i nostri figli che hanno il culo per terra.Ho ammirato la bravura del regista che ha creato un personaggio come la “Maddalena” nella scena del ballo, quando agita la sua gonna e si fa avanti o quando abbandona il capo sulla spalla dell’ amato e viene contraccambiata. L’ immagine del vecchio che ascolta la parabola del figliolo prodigo con sulla spalla la mano della sua donna e così altre scene emozionanti..Forse per interpretare il Cristo poteva scegliere un attore diverso, piu’ umano, ma in fondo tutto il film è didascalico, come una parabola o una favola, e non tutti i monsignori sono così, come non sono tutti così candidi i popolani.
Credo che la provocazione dei chiodi sui libri sia una buona invenzione per farci pensare se sia vero o no che tutti i saperi che crediamo di possedere svaniscono di fronte a una carezza fatta o ricevuta al punto giusto e al momento giusto. E non è facile..
Stefano (nella foto mentre predispone la videocamera per una intervista)
Mentre ringrazio Stefano di questa email – da me richiesta – sui centochiodi di Ermanno Olmi, mentre mi scuso del ritardo di questa in-postazione, voglio approfittare dell’occasione per parlare un po’ di questo talento nascosto dentro una profonda insenatura della mia valle nativa, valle chiusa a nord-est-ovest tra Falterona e Pratomagno, delimitata a sud da una curvatura dell’Arno che prima di arrivare ad Arezzo volge il muso verso Firenze per non sottostare all’umiliazione di venir declassificato ad affluente del Tevere…
Stefano è un ingegno polivalente, cultore di libri (ha anche gestito una libreria in proprio), esperto di fotografia, produttore di films e documentari. Che sono i veri suoi interessi. Il resto del tempo lo dedica al lavoro di infermiere professionale psichiatrico, a quello di restauratore e costruttore di case – intendo il rifacimento delle Lame sulle rovine di un vecchio insediamento agricolo risalente al 1600: muratore, disegnatore geometra architetto ingegnere di se stesso
Devo a lui – a proposito di libri (da qui il collegamento con i 100 chiodi di Olmi) – il mio incontro con le sorelle Ella e Dora Noyes Noyes del “Casentino and its story”, uscito a Londra e NYC cento e passa anni fa. Infatti Stefano è uno dei pochissimi possessori al mondo del testo originale (Un altro, se non l’altro, si trova nella biblioteca del castello di Poppi). E così io mi posso levare lo sfizio di scannerizzare piano piano l’intera opera, credo oramai libera da copyright, e ripubblicarla ondine, come puoi constatare aprendo “whitebeard”.
Con Stefano sono stato a S.Benedetto in Alpe fino alla cascata dell’Acquacheta dietro le orme di Dante bandito da Firenze, in fuga continua tra Casentino Mugello e val Montone, nell’attesa – come i partigiani del 1943-44 in quegli stessi sentieri – della fine delle ostilità che per lui non si conclusero mai. Con Stefano ho avuto l’onore di collaborare al video sui cinquant’anni del mio attuale Quartiere fiorentino, l’Isolotto, che puoi scaricare (il video) dal sito SDIAF del comune di Firenze, oppure riprendendolo anche direttamente da questo blog. E’ un DVD che puoi richiedere direttamente al CEP, Via degli Aceri 1 50142 Firenze, 10€ più spese postali. Nel video Barbabianca presta la faccia ad un personaggio plurale storicamente delineato. E ciò non fa d’onor poco argomento.
Se fossi Berlusconi caricherei Stefano di soldi per consentirgli la realizzazione di corti e lunghimetraggi con la garanzia della distribuzione Medusa, se fossi il Direttore responsabile dell’annuale Festival dei popoli fiorentino avrei già messo nel programma la proiezione di “Hoku Kuchi" e “Le Cascine tra le case”,
se fossi Stigli quale io sono e fui,
gli chiederei qui l’elenco
di parte dei suoi lavori
per pubblicarli nel mio blog,
a gloria ed onore del Barbabianca
prima che per il debito onor
lo qual non farà più ricco né famoso
un amico di cui andar fiero e orgoglioso.
Ve lo presento dunque in breve scheda:
Stefano Dei
Opere
1990:
1° premio per il corto : “Assenza “ alla rassegna videoconfronti di Bettolle (Siena)
1992
La brezza del 2000. Video di 20 minuti (un viaggio nella psicosi)
1993
Cronache da un centrodiurno del centritalia -Video di 15 minuti
1995
Storia di Geo. Di Stefano Dei e Nicola Bellucci. Video 20 min Finalista al premio “biografie” regione Calabria presieduto da Saverio Tutino.
1997
Tages And Saiger di Zurigo. Pubblicazione di un reportage fotografico sulla popolazione dei Tatari
di Crimea.
2000
Vivere Fuori. Video 25 min Una inchiesta sulla malattia mentale in Toscana. Tradotto in 3 lingue.
2002
Hocu Kuci. Video 32 min.Reportage sui manicomi della Serbia dopo la guerra. Distribuito a livello
nazionale e trasmesso dalla tv serba e italiana.
2003
Paesi Tuoi. Video 30 min. Inchiesta sull’ emigrazione nel territorio aretino.
2004
Le cascine tra le case. Video 35 min. Documentario sulla vicenda del quartiere “Isolotto” di Firenze
pubblicato sul sito del comune di Firenze (Il link sulla colonna sinistra di questo blog-Si scarica in 20' con la linea veloce)
2005
Dopo tanto vagar. Video 15 min. Teatro e malattia mentale.
2006
Il popolo del fiume. Video fiction realizzato con bambini di scuola elementare.
Storia di pino. Video fiction realizzato con ragazzi portatori di handycap
2006-2007
Collaborazione continuata con la compagnia teatrale “Lombardi Tiezzi”di Firenze
Email di Stefano: sdei@inwind.it
Mi sento planetario
RispondiEliminaDei remi facemmo ali al folle volo
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