La nostra guida in Siria
Abdel Nasser
La nostra guida in Siria.
Tra i 50 e i 60. L'ho avuto spesso a fianco nel pulmino ed abbiamo conversato insieme. E' un uomo semplice, 3 anni a Parigi, non so quanti in Arabia Saudita, divorziato dalla prima moglie (su richiesta di lei), risposato con l'aiuto delle sorelle (nella ricerca della seconda moglie con la quale convive felicemente), 6 figli (mi dice Paola). E' musulmano credente e osservante, politicamente moderato. Nel video pubblicato ho colto un momento neppure tanto significativo, parla di orologi e non ricordo a che pro'. Ma la sua esposizione è stata lunga, si è parlato di matrimonio, aborto, condizione femminile, omossessualità...Tutto in un ambiente ovattato, sereno, magico, in una delle più importanti storiche celebrate moschee dell'Islam mondiale: la moschea Omayyade di Damasco. Accanto a noi, alle spalle di me che riprendo con la fotocamera, al centro della grande lunga sala la cappella-cenotafio di S.Giovanni Battista, profeta riconosciuto, anticipatore di Cristo come di Maometto. Mentre Abdel parla col suo italiano povero di lessico ma ricco di idee e di passione, si vedono passare delle donne velate quale più quale meno: si dirigono al settore a loro riservato nella grande lunga luminosa moschea, dietro paraventi, insieme ai bambini sempre numerosi. Dopo il pigia pigia del suq (mercato coperto) lì accanto, Allah onnipotente e
misericordioso ci regala questo spazio da giardino di paradiso, lo spazio che Dante descrive nel quarto dell'inferno (vv 106-147 NOTA***), ritagliato per "gli antichi spiriti sapienti" tra cui "solo in disparte il Saladino" con Avicenna e Avorroè insieme a Aristotole, Platone, Democrito, Epicuro...
Le chiese cristiane sono battute. Sì, da noi puoi trovare un'oasi di pace e di rifugio dalla pioggia e dal gelo, ma te ne stai in silenzio, per rispetto al Santissimo presente nel tabernacolo: silentium. Ma chi l'ha inventato questo santissimo così geloso di sé e poco comunicativo? Salvo circondarsi maniacalmente di santi madonne candele autopresentazioni di se stesso nelle varie forme della sofferenza esaltata fino al masochismo più gratuito. Puoi accendere candele, colloquiare con immagini, inginocchiarti davanti al prete, ma non puoi parlare con i tuoi simili lì presenti e viventi: silentium, siamo in luogo sacro (!?).
Ritorniamo ad Abner:
Cosa succede a una donna non sposata che rimane incinta?
Non succede! E' impossibile...
Ma se rimane incinta lo stesso?
Ah, in questo caso abortisce..
E gli omosessuali?
No, sono contro la natura.. Non possono essere considerati.
Qui siamo più avanti noi: umanesimo rinascimento magna charta libertatum riforma luterana Voltaire l'Illuminismo l'ottantanove la rivoluzione industriale il socialismo, Galileo, Spinoza, Rabelais, Carlo Marx, Porta (poco) Pia, libera chiesa in libero stato, centinaia di migliaia di donne e uomini che si sono fatti bruciare come streghe ed eretici piuttosto che piegarsi ...(da approfondire: Italiani datevi alle istorie -G.B.Vico)
Seguono altre considerazioni finché qualcuno domanda se nel corano è riconosciuto il peccato originale.
No, se un peccato d'origine esiste, questo non può riguardare noi. Perché Dio dovrebbe punirci per una cosa che non abbiamo fatto? No, nell'Islam non c'è questione di peccato originale.
Qui l'Islam batte il nostro cattolicesimo. E' teologicamente superiore. Dal peccato originale derivano a cascata tutti i dogmi che riproducono la casta sacerdotale che Cristo aveva inteso abolire una volta per tutte. E' un dogma micidiale. (Che se'l conte Ugolino aveva voce ...non dovei tu i figliuol porre a tal croce"). Peggio di un mafioso che se la rifà con figli e fratelli del suo nemico. Il complesso di colpa, immesso in noi a forza fin dalla nascita, è il più grande patrimonio della nostra casta sacerdotale (intendi:Vaticano); potrei raccontare qualcosa della mia vita giovanile trascorsa dai salesiani con i sogni di D.Bosco e le sue lotte anche fisiche con il demonio, ma basta assistere al funerale dell'ultimo buon contadino in qualsiasi paese di campagna, ascoltare le formule canoniche e le parole del buon prete: perdona i suoi peccati, abbi pietà di lui, risparmiagli l'inferno e abbrevia quanto puoi il purgatorio (comunque inevitabile)...Leggi quanto racconta Manfredi a Dante nell'anticamera del Purgatorio: un dogma nato piano piano e affermatosi da pochi decenni, con la grande inaugurazione del primo giubileo, 1300, fatta da Bonifacio VIII, il grande amico del poeta fiorentino. (Purgatorio III, vv.107-145)
Ma il muezzin che predica dal minareto, chi lo nomina?
E' un impiegato statale, nominato dal governo.
Più tardi, nel pulmino, parlerò con Nasser dei rapporti tra religione e stato. Lui trova giusta e naturale l'identificazione. Quando parla di Stato afferma però tranquillamente che la Siria non ha un governo democratico e che la stampa è "tutta" governativa.
All'uscita le donne hano restituito le tonache con cappuccio, tutti ci siamo rimessi le scarpe che avevamo tenuto con noi come "bagagli a mano", mentre Abner si soffermava per la preghiera rituale rivolto alla parete in direzione di uno dei tanti ventilatori addossati alle pareti che restituiscono aria dal soffio divino al fedele prima in piedi con le mani alzate, poi prono a terra quindi di nuovo in piedi...mi piacerebbe poter riportare il testo delle formule usate dagli oranti.
Nei giorni precedenti e seguenti, durante i viaggi nel pulmino ho affrontato vari argomenti con Abdel Nasser: governo, democrazia, religione, Siria, Israele, Stati Uniti, arabi e arabi...Ne riparleremo. Intanto aspetto gli elzeviri di Paola che porteranno il profumo delle spezie orientali in questi miei post sempre molto occidentali. Buona.
NOTA ***:
Venimmo al piè d'un nobile castello,
sette volte cerchiato d'alte mura,
difeso intorno d'un bel fiumicello. 108
Questo passammo come terra dura;
per sette porte intrai con questi savi:
giugnemmo in prato di fresca verdura. 111
Genti v'eran con occhi tardi e gravi,
di grande autorità ne' lor sembianti:
parlavan rado, con voci soavi. 114
Traemmoci così da l'un de' canti,
in loco aperto, luminoso e alto,
sì che veder si potien tutti quanti. 117
Colà diritto, sovra 'l verde smalto,
mi fuor mostrati li spiriti magni,
che del vedere in me stesso m'essalto. 120
I' vidi Eletra con molti compagni,
tra ' quai conobbi Ettòr ed Enea,
Cesare armato con li occhi grifagni. 123
Vidi Cammilla e la Pantasilea;
da l'altra parte vidi 'l re Latino
che con Lavina sua figlia sedea. 126
Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino,
Lucrezia, Iulia, Marzïa e Corniglia;
e solo, in parte, vidi 'l Saladino. 129
Poi ch'innalzai un poco più le ciglia,
vidi 'l maestro di color che sanno
seder tra filosofica famiglia. 132
Tutti lo miran, tutti onor li fanno:
quivi vid'ïo Socrate e Platone,
che 'nnanzi a li altri più presso li stanno; 135
Democrito che 'l mondo a caso pone,
Dïogenès, Anassagora e Tale,
Empedoclès, Eraclito e Zenone; 138
e vidi il buono accoglitor del quale,
Dïascoride dico; e vidi Orfeo,
Tulïo e Lino e Seneca morale; 141
Euclide geomètra e Tolomeo,
Ipocràte, Avicenna e Galïeno,
Averoìs che 'l gran comento feo. 144
Io non posso ritrar di tutti a pieno,
però che sì mi caccia il lungo tema,
che molte volte al fatto il dir vien meno.
(Inf. IV, 106-147)
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