Ero presente in palazzo Medici Riccardi alla manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e ne ho ricavato un video che puoi aprire qui:
http://baracchesempreverdi.blogspot.it/2013/11/solidarieta-con-il-popolo-palestinese.html
sabato 30 novembre 2013
giovedì 28 novembre 2013
Un Parlamento normale
Mercoledi 27 novembre 2013
clicca sull'immagine
Scrive Georgiamada:
Ho provato anche una profonda tristezza e nostalgia per quello che poteva essere e non è stato. Per tutto quello che avrebbero potuto fare i voti del Pd uniti a quelli del M5s nel breve periodo di fiducia chiesto da Bersani.
Una grande occasione persa che non si ripresenterà più.
Ormai mi resta solo la speranza (forse vana) che almeno, quei voti, si uniscano per fare una intelligente e definitiva legge elettorale. Una vera legge votata dal Parlamento, con adeguati pesi e contrappesi, e che non sia frutto veloce di referendum come l’incompleto mattarellum e che soprattutto non sia una vera e propria porcata ad partitum, e pure personale, come il porcellum.
Ormai mi resta solo la speranza (forse vana) che almeno, quei voti, si uniscano per fare una intelligente e definitiva legge elettorale. Una vera legge votata dal Parlamento, con adeguati pesi e contrappesi, e che non sia frutto veloce di referendum come l’incompleto mattarellum e che soprattutto non sia una vera e propria porcata ad partitum, e pure personale, come il porcellum.
Per me fu un'occasione finta: il progetto delle larghe intese era già scritto. L'occasione persa fu quella di non votare Rodotà Presidente della Repubblica.
lunedì 25 novembre 2013
Primarie PD e dintorni
Ho votato SEL e Ingroia, ho mandato un obolo ai cinquestelle per la manifestazione di Genova, penso di partecipare alle primarie PD meno L votando Civati.
Perché? Perché prevedo (quasi auspico) una vittoria di Renzi, ma vorrei che la somma di Cuperlo + Civati superasse Renzi, per condizionarlo a sinistra. D'altronde non stimo Cuperlo capace di liberare il Partito dai valvassori e valvassini ( notabili e funzionari di partito) che se ne sono impossessati. Mi dispiace per Enrico Rossi, governatore della Toscana, che si dà tanto da fare per impedire l'ascesa di Renzi. Caro Rossi, "il vizio e la virtù son due prodotti, come il vetriolo e lo zucchero" (Zola); Renzi è il prodotto del PD degenerato nel corso degli anni e, allo stesso tempo, rappresenta la reazione a questo tradimento compiuto dai Boiardi che attualmente lo controllano. A costoro serve una mazzata che li escluda dal gioco; e questo non lo può fare, secondo me, Cuperlo, così bravo e così fragile. Poi ce la giochiamo, utilizzando cuperliani e civatiani all'interno del Partito.
Nel frattempo serve un rafforzamento di SEL, a prescindere da Vendola che va messo sub iudice, e serve una vittoria di Grillo. poi, di nuovo, ce la giochiamo. Sarà difficile per Renzi rendere il PD peggiore di quello che è attualmente; sarà difficile per Grillo far danni a Italia ed Europa più di quello che non abbiano fatto gli attuali banchieri che le governano. Dunque gettiamo il dado e che la buona sorte ci sia propizia. Amen.
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venerdì 22 novembre 2013
mercoledì 20 novembre 2013
Israele :ein Folk, ein Reich, ein Land.
La creazione
di uno Stato ebraico non è stato più pensato come un modo per dare vita ad un
modello di società giusta per tutti, per se stessi e per i vicini, ma un mezzo
per l'affermazione con la forza di un nazionalismo idolatrico nutrito dalla
mistica della terra, sì che molti ebrei, in Israele stesso e nella diaspora,
progressivamente hanno messo lo Stato d' Israele al posto della Torah e lo
Stato d'Israele, per essi, ha cessato di essere l'entità legittimata dal
diritto il internazionale, nelle giuste condizioni di sicurezza, che ha il suo
confine nella Green Line, ed è diventato sempre più la Grande Israele,
legittimata dal fanatismo religioso e dai governi della destra più aggressiva.
Essi si pretendono depositari di una ragione a priori.
Per questi ebrei, diversi dei quali alla testa delle istituzioni comunitarie,
il buon ebreo deve attenersi allo slogan: un popolo, una terra, un governo, in
tedesco suona: ein Folk, ein Reich, ein Land. Sinistro non è vero? Questi ebrei
proclamano ad ogni piè sospinto che Israele è l'unico Stato democratico in
Medio Oriente. Ma se qualcuno si azzarda a criticare con fermezza democratica
la scellerata politica di estensione delle colonizzazioni, lo linciano con
accuse infamanti e criminogene e lo ostracizzano come si fa nelle peggiori
dittature.
Ecco perché posso con disinvoltura lasciare una comunità ebraica che si è
ridotta a questo livello di indegnità, ma non posso rinunciare a battermi con
tutte le mie forze per i valori più sacrali dell'ebraismo che sono poi i valori
universali dell'uomo.
Moni Ovadia
Tagliati nella notte 106 alberi di ulivo
Tagliati nella notte 106 alberi di ulivo nei
pressi del villaggio palestinese di At Tuwani, Colline a Sud di Hebron
Due campi, appartenenti ad una famiglia
palestinese, sono distrutti
20-11-2013At Tuwani - Nel pomeriggio del 17 ottobre, alcuni palestinesi hanno scoperto che 106 alberi di ulivo erano stati distrutti. L'uliveto è situato tra gli avamposti israeliani di Avigayil e Mitzpe Yair, lungo la Bypass Road 317 (colline a Sud di Hebron) e appartiene ad Abed Al Nabee. Era stato piantato proprio all'inizio di quest'anno.
Circa alle 15:30 di domenica, i proprietari, con alcuni internazionali e membri dell'organizzazione B'tselem, si sono riuniti nei pressi degli alberi distrutti per attendere l'arrivo della polizia. Dopo poco, la polizia israeliana e l'esercito hanno raggiunto il luogo per studiare la scena e raccogliere indizi. Successivamente, con il permesso della polizia, anche gli internazionali hanno potuto accedere al campo per contare il numero degli alberi danneggiati - un totale di 106 alberi tagliati o sradicati.
Questo incidente rappresenta la più grande distruzione di proprietà palestinese dall'inizio di quest'anno.
Il 3 ottobre erano stati tagliati, durante la notte, 48 alberi di ulivo, in un campo vicino alla Bypass Road 317 nei pressi del villaggio di Al Mufaqarah.
Durante la notte del 10 maggio, ancora vicino alla Bypass Road 317, erano stati tagliati 62 alberi di ulivo, nei pressi del villaggio di At Tuwani. In un muretto vicino all'uliveto era stata trovata la scritta "Prezzo da pagare per coloro che rubano". La "politica del prezzo da pagare" (Ebraico: מדיניות תג מחיר) è, secondo B'Tselem, il nome dato ad "atti di violenza occasionale nei confronti della popolazione palestinese e delle forze di sicurezza israeliane" commessi dalle frange più radicali del movimento dei coloni israeliani nei Territori Palestinesi.
Dall'inizio del 2013 si contano 246 ulivi di proprietà di palestinesi sradicati e danneggiati nell'area delle Colline a sud di Hebron. Si tratta di un sostanziale incremento, se comparato con il 2012, quando erano stati danneggiati in totale 101 ulivi.
Gli alberi di ulivo sono una risorsa essenziale per la comunità palestinese nelle colline a sud di Hebron e il loro danneggiamento comporta pesanti perdite economiche.
Operazione Colomba mantiene una presenza costante nel villaggio di At-Tuwani e nell'area delle colline a sud di Hebron dal 2004.
Foto dell'incidente: http://snipurl.com/2875x2p
Per informazioni:
Operazione Colomba, +972 54 99 25 773
[Note: secondo la IV Convenzione di Ginevra, la II Convenzione dell'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia e numerose risoluzioni ONU, tutti gli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati sono illegali. Gli avamposti sono considerati illegali anche secondo la legge israeliana.]
Operation Dove - Nonviolent Peace Corps Palestine/Israel
Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
Email: tuwani@operationdove.org
Web: www.operationdove.org
Mobile: +972 54 9925773
PRESS RELEASE
106 olive trees cut overnight near Palestinian
village of At Tuwani, South Hebron Hills
Two fields, belonging to a Palestinian family,
are destroyed
(Italian follows)
20-11-2013At Tuwani- On the afternoon of October 17, Palestinians discovered 106 olive trees destroyed alongside Bypass Road 317, in a field located between the Israeli outposts of Avigayil and Mitzpe Yair, in the South Hebron Hills.
The olive grove belongs to Abed Al Nabee and had been planted just earlier this year.
At Around 3:30 pm on Sunday the landowners, along with several internationals and B’tselem staff members, gathered near the destroyed trees to wait for the police. The Israeli police and army arrived a short time later to investigate the scene and collect evidence. With Police permission, internationals accessed the field to count the number of damaged trees – a total of 106 cut or uprooted trees.
This incident represents the single largest destruction of Palestinian property since the beginning of this year.
On October 3, 48 olive trees were cut overnight in a field close to Bypass Road 317, near the village of Al Mufaqarah.
And on the night of May 10, 62 olive trees were cut next to Bypass Road 317, near the village of At Tuwani. The slogan “price tag for those who steal” was found graffitied on a small wall near the olive grove. “Price tag policy” (Hebrew: מדיניות תג מחיר) is, according to B’tselem, the name given to “acts of random violence aimed at the Palestinian population and Israeli security forces” by radical Israeli settlers.
The number of Palestinian-owned trees uprooted and damaged in the South Hebron Hills area since the beginning of 2013 now stands at 246. This is a substantial increase compared with 2012, when a total of 101 olive trees were damaged.
Olive trees are an essential resource for the Palestinian community in the South Hebron Hills, and their damage results in serious economic losses.
Operation Dove has maintained an international presence in At-Tuwani and the South Hebron Hills since 2004.
Pictures of the incident: http://snipurl.com/2875x2p
For further information:
Operation Dove, 054 99 25 773
[Note: According to the Fourth Geneva Convention, the Hague Regulations, the International Court of Justice, and several United Nations resolutions, all Israeli settlements and outposts in the Occupied Palestinian Territories are illegal. Most settlement outposts, including Havat Ma'on (Hill 833), are considered illegal also under Israeli law.]
Israeliani, ascoltate la mia voce, la voce dei nostri tempi, nonché la vostra voce! Liberate voi stessi dell'eccesso avido di potere! Non rimanete prigionieri dei campi militari e delle sbarre di ferro che hanno serrato le vostre menti! Io non sono in attesa di essere liberato da un carceriere ma sto aspettando che voi vi liberiate della mia memoria.
Discorso di Samer Issawi, sul punto di morte.
Leggilo tutto
domenica 17 novembre 2013
Le tre vite di Marco Bisceglia
Mercoledì 13 novembre 2013, alle ore 18.00, alla Libreria IBS BOOKSHOP di Firenze, in via de' Cerretani 16/R, incontro con Rocco Pezzano autore di "Troppo amore ti ucciderà. Le tre vite di Don Marco Bisceglia" (Edizioni Edigraferma, 2013).
Riporto qui il mio intervento:
La vicenda di Marco è sintomatica della situazione dell'intero clero cattolico. "Il vizio e la virtù sono due prodotti, come il vetriolo e lo zucchero" (Emile Zola). Direi che la tre vite di Marco Bisceglia sono il frutto del modo come si fanno i preti, come si separano dal resto dell'umanità; sono come Harry Potter e i suoi amici una volta saliti nel treno del binario tra 9 e 10 che li trasporta nel regno di Hogwarths dove diventano maghi, buoni e cattivi diversi tra loro, immersi in un mondo di magia che li separa totalmente dal resto degli uomini che sono i babbani. Alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarths sono ammessi solo maschi. Il creatore di tutto questo è, semplificando, il Concilio di Trento: la scuola è ferma al secolo XVI, e la terra sta ferma nel mezzo dell'Universo obbligando il sole a muoversi intorno a essa. A contatto con il mondo di noi babbani questi maghi rimangono disorientati e condizionati; sono partiti da Tolomeo e si trovano con Copernico, Le loro reazioni sono disparate, in perenne crisi di adattamento. Il titolo del libro può diventare: Le tre vite di Marco Bisceglia, la troppa Chiesa ti ucciderà. Le tre vite di Marco sono all'insegna dell'eccesso o dello straordinario, e vanno non per continuità pacifica e tranquilla, ma procedono con due esplosioni e una implosione. Le tre vite di Marco mettono in evidenza la mancata riforma della chiesa cattolica. I preti che essa produce sono il prodotto del complesso di colpa e del ricatto economico. A loro non è dato essere comuni babbani, sono sempre immersi in un mondo di nevrosi e di magia, un prete-operaio è una cosa diversa da un operaio. Finché un operaio non potrà fare il prete, finchè una badante non potrà essere pretessa non si esce dal circolo degli esseri magici, santi, mezzi santi, finti, bugiardi, eroi, perversi. D.Mazzi o D.Cantini, Dalla Costa o Florit, D.Milani o i cappellani militari, Pio XII o Giovanni XXIII, Ratzinger o Bergoglio. D.Gallo o il pedofilo fondatore dei Legionari di Cristo. Già Bergoglio: chiamandosi Francesco tenta la fuoruscita dal regno di Hogwarths, dalla Controriforma tridentina. Ma deve ricordare che Francesco non è un prete, non fa parte della casta, non è rappresentato da Padre Cristoforo ma da Fra' Galdino…
Alle esplosioni della prima e seconda vita di Marco Bisceglia è seguita la implosione della terza vita con il rientro sotto le ali protettive della Istituzione; il che ha significato il rinnegamento delle prime due: il complesso di colpa e il ricatto economico hanno avuto ragione sulla fragile durezza di Marco.
Le tre vite di Marco Bisceglia prete indicano che è ormai l'ora, per la Chiesa cattolica, della Riforma che attende da 5 secoli; non più preti ma pastori eletti dal popolo, uomini e donne; non maghi che sequestrano Gesù Cristo nella camera del tabernacolo e lo nascondono ai babbani, ma persone che volta a volta vengono indicate e scelte all'interno di Comunità di base per coordinare l'annuncio della liberazione …
Il nostro Enzo (Mazzi) ci ha lasciato ormai da 2 anni, non ha voluto i "conforti religiosi", è uscito dal regno dei maghi di Hogwarths, le sue ceneri riposano in anonimo tra gli abeti di Monte Morello. Enzo ha avuto una sola vita.
Queste riflessioni mi suggerisce il bel libro di Rocco Pezzano, accurato preciso sensibile nel lavoro di ricerca e ricostruzione dei fatti. Complimenti, Rocco.
Urbano.
Fonte
Riporto qui il mio intervento:
La vicenda di Marco è sintomatica della situazione dell'intero clero cattolico. "Il vizio e la virtù sono due prodotti, come il vetriolo e lo zucchero" (Emile Zola). Direi che la tre vite di Marco Bisceglia sono il frutto del modo come si fanno i preti, come si separano dal resto dell'umanità; sono come Harry Potter e i suoi amici una volta saliti nel treno del binario tra 9 e 10 che li trasporta nel regno di Hogwarths dove diventano maghi, buoni e cattivi diversi tra loro, immersi in un mondo di magia che li separa totalmente dal resto degli uomini che sono i babbani. Alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarths sono ammessi solo maschi. Il creatore di tutto questo è, semplificando, il Concilio di Trento: la scuola è ferma al secolo XVI, e la terra sta ferma nel mezzo dell'Universo obbligando il sole a muoversi intorno a essa. A contatto con il mondo di noi babbani questi maghi rimangono disorientati e condizionati; sono partiti da Tolomeo e si trovano con Copernico, Le loro reazioni sono disparate, in perenne crisi di adattamento. Il titolo del libro può diventare: Le tre vite di Marco Bisceglia, la troppa Chiesa ti ucciderà. Le tre vite di Marco sono all'insegna dell'eccesso o dello straordinario, e vanno non per continuità pacifica e tranquilla, ma procedono con due esplosioni e una implosione. Le tre vite di Marco mettono in evidenza la mancata riforma della chiesa cattolica. I preti che essa produce sono il prodotto del complesso di colpa e del ricatto economico. A loro non è dato essere comuni babbani, sono sempre immersi in un mondo di nevrosi e di magia, un prete-operaio è una cosa diversa da un operaio. Finché un operaio non potrà fare il prete, finchè una badante non potrà essere pretessa non si esce dal circolo degli esseri magici, santi, mezzi santi, finti, bugiardi, eroi, perversi. D.Mazzi o D.Cantini, Dalla Costa o Florit, D.Milani o i cappellani militari, Pio XII o Giovanni XXIII, Ratzinger o Bergoglio. D.Gallo o il pedofilo fondatore dei Legionari di Cristo. Già Bergoglio: chiamandosi Francesco tenta la fuoruscita dal regno di Hogwarths, dalla Controriforma tridentina. Ma deve ricordare che Francesco non è un prete, non fa parte della casta, non è rappresentato da Padre Cristoforo ma da Fra' Galdino…
Alle esplosioni della prima e seconda vita di Marco Bisceglia è seguita la implosione della terza vita con il rientro sotto le ali protettive della Istituzione; il che ha significato il rinnegamento delle prime due: il complesso di colpa e il ricatto economico hanno avuto ragione sulla fragile durezza di Marco.
Le tre vite di Marco Bisceglia prete indicano che è ormai l'ora, per la Chiesa cattolica, della Riforma che attende da 5 secoli; non più preti ma pastori eletti dal popolo, uomini e donne; non maghi che sequestrano Gesù Cristo nella camera del tabernacolo e lo nascondono ai babbani, ma persone che volta a volta vengono indicate e scelte all'interno di Comunità di base per coordinare l'annuncio della liberazione …
Il nostro Enzo (Mazzi) ci ha lasciato ormai da 2 anni, non ha voluto i "conforti religiosi", è uscito dal regno dei maghi di Hogwarths, le sue ceneri riposano in anonimo tra gli abeti di Monte Morello. Enzo ha avuto una sola vita.
Queste riflessioni mi suggerisce il bel libro di Rocco Pezzano, accurato preciso sensibile nel lavoro di ricerca e ricostruzione dei fatti. Complimenti, Rocco.
Urbano.
Fonte
venerdì 8 novembre 2013
Marco Santagata al palazzo dell'Arte della Lana
Giovedi 7 novembre, Firenze, museo dell'Arte della Lana
Lectio magistralis di Marco Santagata sul profetismo dantesco.
Mi piace l'impostazione di Santagata: riportare Dante dalle stelle del cielo alle strade polverose e spesso insanguinate di Firenze; renderlo prima uomo di parte, debole e coinvolto, per rivelarcelo poi nella dimensione di missionario e profeta, fustigatore di se stesso e del mondo, portatore di un messaggio di riscatto e di speranza.
Ed ecco, sulla cima del Purgatorio la meretrice tra il gigante e l'Aquila, a metà e oltre del Paradiso l'investitura a profeta del trisavolo Cacciaguida con l'invito a parlar chiaro e lasciar grattare dov'è la rogna; e, poco più su, l'invettiva di S.Pietro contro i suoi successori corrotti con il comando rivolto a Dante di farsi suo portavoce. Senza dimenticare i passi della Vita Nova, del Convivio e Monarchia, la canzone montanina casentinese, la lettera in latino di risposta a Del Virgilio...
E Dante forte di animo e debole di corpo, malato, fragile, che spesso vien meno e cade come corpo morto cade. Tutto rievocato nella cornice del gran palagio della prima delle arti che resero Firenze così ricca e grande: l'arte della lana, nell'ambiente che tra ottocento e novecento aveva visto la lectura Dantis fatta da
Carducci, Pascoli, D'Annunzio....
giovedì 7 novembre 2013
Arafat e il piano Zarzir
Arafat avvelenato
Israele
Questo Stato dev’essere smantellato, come lo fu lo Stato extraterritoriale degli ‘Assassini’ che un tempo controllarono il Medio Oriente.
Gli ‘Assassini’ traevano il loro potere dalla capacità e prontezza ad assassinare capi crociati o musulmani, lasciando vivi solo governanti deboli che non osavano toccarli.Gli ebrei fanno lo stesso: a volte con la spada, a volte col denaro, a volte coi media, sicchè nessun leader forte sorga nella loro sfera d'influenza.
L’assassinio per spada si è fatto quando nient’altro bastava: Folke Bernadotte, lo sceicco Yassin… centinaia di leader palestinesi sono stati assassinati dagli ebrei.
Haaretz ha parlato del piano Zarzir come di ‘un vasto piano operativo, un programma nazionale di assassinio’ di leader nemici, politici e o militari.martedì 5 novembre 2013
Una bella piazza per un bel Quartiere
Comune di Firenze – Consiglio di
Quartiere 4 Isolotto Legnaia
Idee in piazza: percorso
partecipativo per la riqualificazione di Piazza dell’Isolotto
Documento finale
“Il riprogettare insieme questa piazza non
può (…) prescindere, per noi, dalla storia del nostro quartiere e dall’impegno
a dare continuità al cammino e ai valori che in essa hanno testimoniato tante
donne e uomini
del territorio e non solo: perché
tante sono state le voci che da tutto il mondo
hanno intrecciato con noi in
questa piazza, esperienze, speranze, impegno, solidarietà”.
(da uno dei
contributi scritti pervenuti durante il percorso partecipato)
Ottobre
2013
1. L’origine del percorso partecipativo: le ragioni e gli
obiettivi
Un
intervento organico di riqualificazione di piazza dell’Isolotto è stato
sollecitato in varie forme, da soggetti diversi, ormai da molti anni, forse da
più di un decennio considerato che data al 2003 uno studio PIR che richiamiamo
più avanti.
Va
detto con molta chiarezza che, insieme alla tematica della riqualificazione, da
tempo sono state manifestate esigenze specifiche e urgenti di manutenzione
ordinaria, come di presidio civile e modalità di gestione dello spazio
pubblico, peraltro evidenziate da molti cittadini anche durante il percorso
partecipato. Sebbene questo non fosse il focus principale dell’iniziativa è
indubbio che per l’Amministrazione pubblica queste esigenze vanno registrate e
risolte per via ordinaria e in tempi brevi. Su questo piano molteplici sono
state le occasioni nelle quali cittadini, operatori economici, ecc. hanno
richiesto interventi mirati, anche con raccolte di firme e documentazione
fotografica o altro.
Più
recentemente il Quartiere come l’Amministrazione comunale hanno manifestato in
varie sedi l’esigenza di riqualificare piazza dell’Isolotto poiché, tra
l’altro, essa rappresenta lo spazio pubblico maggiormente noto e riconosciuto
dell’intero ambito territoriale del Quartiere 4, spazio legato a vicende
storiche e snodo principale di uno dei progetti urbanistici più riusciti a
Firenze dal dopoguerra ad oggi.
In
siffatto contesto l’iniziativa promossa dall’Ordine degli Architetti di
Firenze, per l’individuazione di piazze e spazi pubblici da sottoporre ad
eventuali bandi e/o concorsi di progettazione, con relativo sondaggio condotto
su un quotidiano cittadino, è venuta ad innestarsi su fabbisogni e necessità
largamente sentiti e condivisi come le segnalazioni pervenute hanno senza alcun
dubbio attestato.
2. Le tappe e il significato della partecipazione al
percorso di discussione
A
fronte della volontà dell’Assessorato all’Urbanistica e della Giunta comunale
di accogliere la sollecitazione dell’Ordine degli Architetti, il Quartiere 4 ha manifestato il suo
interesse ed ha proposto che, qualunque fosse stata la formulazione del bando
di progettazione, essa doveva comprendere nel quadro conoscitivo allegato al medesimo
un “report delle istanze locali” da prodursi in un percorso partecipato e comunque
in relazione con quanti vivono e/o lavorano attorno alla piazza. Non ci preoccupava
strutturare lo stesso percorso ai canoni normativi ovvero alle forme più
complesse della partecipazione, obiettivo peraltro difficilmente perseguibile
per l’esiguità del tempo assegnato per varie ragioni alle fasi di ascolto,
quanto articolare il rapporto con il territorio rispettando e registrando le
diverse esigenze e cogliendo l’insieme delle proposte. Durante l’iter la stessa
Amministrazione centrale, come l’Ordine degli Architetti, hanno condiviso con
noi tutti che non si trattava di stendere un qualche rapporto generico
descrittivo delle esigenze locali, quanto di individuare finalità e/o criteri e
problematiche sulle quali basare la stessa redazione del bando.
Proprio
per queste ragioni obiettivo principale del percorso partecipato è stato quello
di individuare dal basso i nodi tematici (le invarianti) da sottoporre
all’attenzione dei professionisti che vorranno cimentarsi sull’oggetto.
Il
Quartiere, organo di democrazia delegata, articolazione decentrata del Comune
di Firenze, si è proposto come istituzione di base in diretto rapporto con il
territorio e i cittadini, senza mediare questa relazione con consulenti
incaricati o soggetti terzi. Il contributo volontario del prof. Massimo Morisi,
garante regionale per la partecipazione, che ringraziamo, è stato quanto mai
utile a indirizzarci sulle modalità più corrette per svolgere il percorso che
abbiamo svolto tra luglio e ottobre in cinque incontri plenari nonché in organi
istituzionali quali le Commissioni consiliari Servizi al Territorio e Cultura.
3.
Come è stato organizzato il lavoro dei partecipanti
L’iter
si è aperto con un incontro serale (15 luglio 2013) alla presenza
dell’assessore all’Urbanistica, simbolicamente organizzato sulla piazza
all’aperto, con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti e della
Presidenza della Commissione comunale dell’Urbanistica che ci hanno
accompagnato in tutte le tappe per “registrare” in diretta quanto andava emergendo.
Soggetti tutti presenti anche nel Consiglio di Quartiere aperto svoltosi il 23
ottobre, come negli appuntamenti tra le due date citate.
Le
tappe intermedie di questa scansione temporale si sono concretizzate
nell’incontro plenario del 10 settembre, centrato sulle funzioni presenti e
future e le criticità maggiori, mentre il 17 settembre il lavoro è proseguito
su tre tavoli distinti ma con tematica univoca: individuare ed evidenziare le
invarianti; questi due ultimi incontri sono stati introdotti da un breve
intervento dell’arch. Pittalis, Direzione Urbanistica, che ha presentato la
contestualizzazione urbanistica (storica e attuale) dello spazio pubblico in
discussione; l’incontro, sempre plenario, del 2 ottobre è stato dedicato a
comporre un quadro unitario delle rilevanze ottenute fino a quella data, in
particolare nei tavoli tematici che erano stati verbalizzati separatamente e
inviati all’insieme dei partecipanti qualche giorno prima, grazie alla
formazione di una mailing list che ha raggiunto circa 70 persone oltre i
soggetti direttamente coinvolti nell’organizzazione ovvero rappresentanti
istituzionali.
Salvo
l’incontro del 15 luglio, svoltosi appunto all’aperto sulla piazza, gli altri
sono stati ospitati presso la
Comunità dell’Isolotto, nei locali di Via degli Aceri,
essendo altri spazi (pure presenti in zona) temporaneamente non disponibili.
Numerose
sono state le presenze di cittadini residenti nell’area interessata, o comunque
in prossimità di essa, e realtà organizzate (media 60 partecipanti), tra le
quali la Comunità
dell’Isolotto, membri della vicina Comunità parrocchiale, alcuni
professionisti, rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo locale,
rappresentanze di forze politiche, commercianti interessati con significativa
partecipazione degli operatori del mercato e del commercio di vicinato,
unitamente a molti consiglieri di quartiere di maggioranza o di minoranza.
A
complemento dell’interlocuzione diretta, alcuni soggetti (sociali e politici)
hanno voluto fissare le proprie argomentazioni in brevi documenti scritti che
andranno a formare un Dossier del percorso disponibile presso la segreteria
istituzionale del Quartiere 4, mentre altri hanno chiesto incontri mirati e
tematici (è il caso del vicino Centro Commerciale Naturale di Via Libero
Andreotti / Via Torcicoda, come di organizzazioni di categoria).
4. Le risultanze del processo partecipativo: le invarianti progettuali da inserire
nel bando
La dialettica sviluppatisi nel percorso è stata
contrassegnata da una netta impronta propositiva in tutti gli interventi,
raramente caratterizzati da logiche oppositive e tantomeno ideologiche; al
contrario è emersa una sostanziale unitarietà dei contenuti, pur con accenti
specifici, che hanno permesso ulteriori approfondimenti e una certa facilità
nel comporre il quadro d’insieme.
Qualunque sarà la formulazione del bando
concernente la riqualificazione della Piazza, il processo partecipativo ha
fatto emergere alcune costanti, che
utilizzando il linguaggio dell’urbanistica, possiamo chiamare “invarianti
progettuali”: ossia quelle esigenze che sia il bando sia quella che sarà la
proposta dei professionisti che parteciperanno alla gara per l’eventuale
assegnazione di incarichi di progettazione, dovranno comunque perseguire pur
nell’ambito della propria autonomia interpretativa.
Si tratta di esigenze, dunque, “vincolanti”. Esse
esplicitano gli obiettivi individuati preliminarmente nel percorso partecipativo, obiettivi che sono stati poi ricalibrati nel corso dello svolgimento delle serate tematiche.
Tali obiettivi sono inseriti
nella prima colonna della tabella riassuntiva sotto riportata . Nella seconda colonna sono riportate le esigenze che costituiscono invariante e che dunque vincolano tanto la formulazione del bando di progettazione quanto coloro che vorranno
partecipare alla selezione dei progetti. Nella colonna “possibili interventi” tali esigenze vengono declinate in plausibili interventi specifici
che vengono suggeriti per
guidare le opzioni delle candidature alla progettazione.
Il risultato
più caratterizzante del percorso
partecipativo è l’opzione di una più ampia pedonalizzazione della piazza,
ad oggi destinata eccessivamente alle funzioni della circolazione e della
sosta; su questa linea è stato sostenuto che sarebbe almeno da perseguire un completamento dell'area già
parzialmente pedonale compresa tra il sagrato della chiesa e Via
dei
Ligustri, con la conseguente eliminazione dell'area
centrale a parcheggio oggipresente.
Tale soluzione
è simile a quella prevista
nel progetto originario, mai portato a termine.
Il parcheggio che con questa configurazione verrebbe eliminato, essendo funzionale alle attività commerciali e mercatali
presenti, dovrà essere recuperato in un'altra zona della Piazza. Questa scelta progettuale deve essere verificata attraverso studi sulla mobilità dell'area
nel suo insieme e sull'utilizzo degli
spazi di sosta presenti
durante tutto l'arco della giornata. Si ricorda
a tale proposito
che uno studio
simile era già stato condotto per il “Piano integrato di rivitalizzazione dell'ambito Isolotto - Pisana”
(2003): tale studio, opportunamente aggiornato, potrebbe
costituire il quadro conoscitivo sulla necessità
di mobilità e di sosta alla base delle elaborazioni progettuali di riqualificazione della piazza.
I partecipanti al percorso hanno sottolineato in
più occasioni che la piazza non può essere ripensata se non guardando
attentamente alla sua storia e alla sua relazione con l’edificato circostante:
essa è in tutto e per tutto la piazza, spazio pubblico per eccellenza, della
Città giardino, la nuova città lapiriana a misura di persona; in tal senso
vanno ripensate le relazioni con l’asse pedociclabile Viale dei Bambini/Viale
dei Pini come il rapporto con il Lungarno dei Pioppi e quindi l’accesso al
Parco delle Cascine mediante la storica passerella.
Ugualmente è stato evidenziato che la
progettazione dovrà essere concepita per “moduli”, ciò almeno per due ragioni
fondamentali: sarebbe facilitata la messa in opera dal punto di vista economico
con stanziamenti distribuiti in più di una annualità e poiché risulta del tutto
impensabile sospendere le attività e le funzioni in essere che dovranno
continuare a svolgersi durante le differenti fasi di cantiere.
Riepilogo delle risultanze del percorso partecipativo “Idee in Piazza”
Obiettivi
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Esigenze Vincolanti
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Possibili interventi
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1. Riorganizzare e implementare gli spazi necessari a vivere
la piazza
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1.1 Ridurre l’attuale
destinazione dello spazio disponibile a favore della circolazione veicolare e
della sosta (oltre 2/3 della superficie) accrescendo la pedonalizzazione parziale della piazza con il mantenimento almeno della
quantità attuale della sosta e studiando
nuovi assetti di accessibilità.
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Creazione di un unica piattaforma esclusivamente pedonale (la piazza) compresa tra il sagrato e via dei Ligustri,
tra i portici e via delle Magnolie.
Progettare la piazza avendo
cura di
evitare la presenza
delle barriere architettoniche per permettere libero accesso ai bambini e agli
anziani.
Definire
la nuova accessibilità agli spazi della chiesa, al Teatro della Fiaba, ecc.
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1.2 Sviluppare/migliorare il rapporto con
il lungarno, con il fiume e con le Cascine
attraverso la separazione tra flussi veicolari e pedociclabili
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Diversa organizzazione degli spazi del
Lungarno davanti alla passerella, cercando tutte le forme per dare continuità di fruizione
tra essi e la piazza.
Ipotesi di separazione
tra flusso
veicolare e pedonale attraverso sottoattraversamenti veicolari su Via delle
Magnolie e sul
Lungarno dei Pioppi.
Attraversamenti pedonali ben segnalati e messi
in sicurezza su tutto l'asse del Lungarno.
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1.3 Razionalizzare lo spazio attualmente dedicato alla sosta
e alla circolazione veicolare nella piazza
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Spostamento dell'area di
sosta compresa tra i portici
e Via delle Magnolie e
recupero dei posti auto con
soluzioni di superficie (attraverso ad esempio la creazione di parcheggi a lisca
di pesce su Via delle Magnolie) oppure con
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soluzioni interrate (parcheggio pubblico).
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2. Creare nuove forme di mobilità sostenibili a servizio della Piazza e del tessuto circostante
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2.1 Garantire la continuità dell’asse pedociclabile viale Bambini – viale
dei Pini
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Assicurare
continuità all’asse centrale dell’abitato storico, riducendo per quanto possibile la cesura oggi costituita dalla
piazza e dalla viabilità.
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2.2 Creare un nuovo percorso ciclabile tra la passerella e l'asse
viale dei Bambini-Viale dei Pini
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La piazza come elemento di congiunzione
tra i due assi pedociclabili costituiti dal Lungarno dei Pioppi e l’asse
interno Bambini / Pini.
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2.3 Inserire nuove forme di collegamento su gomma tra la piazza
e i principali nodi del trasporto pubblico
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Vista
la prevalenza della contrarietà alla realizzazione di una linea
tranviaria su Via Andreotti – Via delle Magnolie (Linea 5),
nonché il suo orizzonte temporale di realizzazione non certo breve, si avanza l'ipotesi
della creazione di una navetta
bus tra la fermata tramvia Foggini e la passerella dell'isolotto.
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3. Ripensare a luoghi per l'aggregazione e la socialità
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3.1 Ripensare nella nuova piazza a nuovi
spazi per ospitare funzioni pubbliche del Quartiere/Comune e attività culturali o spettacoli da parte
delle scuole e delle
realtà associative/ culturali/ricreative presenti nel quartiere
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Ripensare
ad
una nuova
tettoia più infrastrutturata, una sorta
di
spazio polifunzionale
(con relative dotazioni tecniche) a servizio del mercato di giorno
e di altre attività nelle altre ore.
Particolare attenzione dovrà essere posta alla scelta dei materiali da
utilizzare e alle tecniche di risparmio energetico.
Inserimento di
bacheche e spazi
dedicati alla comunicazione istituzionale
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3.2 Rendere fruibili e valorizzare le aree verdi
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Creare
nell'area verde più vicina
al sagrato un'area
per bambini con inserimento
di giochi non eccessivamente strutturati (presenti nella vicina area del Viale
dei Bambini) e comunque consoni con
il contesto verde.
Studiare come
il patrimonio verde della Città giardino “dialoga” con i
corpi verdi presenti o da inserire ex
novo nella piazza. Rimodellare le
aree a verde presenti
per renderle
accessibili e fruibili.
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3.3 Inserire puntuali servizi in grado
di rendere più vivibile la Piazza
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Inserimento di
servizi igienici, un fontanello di acqua
pubblica di alta qualità, cassonetti interrati, altri
elementi di arredo (es. vasca o fontana o altro)
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3.4 Incrementare gli
spazi per le attività commerciali fisse
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Inserimento di dehors e di appositi spazi all'aperto come estensione all'area dei portici
esistente
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4. Mantenere e potenziare la funzione mercatale
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4.1 Individuare nuove soluzioni
strutturali per ospitare il mercato
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Ripensare
ad
una nuova
tettoia più infrastrutturata, una sorta
di
spazio polifunzionale a servizio del mercato di giorno
e di altre attività nelle altre ore
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4.2 Estensione spaziale e temporale delle aperture mercatali
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Ripensare alla posizione del mercato in una zona più centrale
e che permetta una relazione organica con il commercio di vicinato in sede
fissa.
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Ripensare alla rilocalizzazione/riqualificazione dei chioschi presenti
Infrastrutturazione della piazza con tutti i servizi necessari all'estensione del mercato
nella nuova area pedonale e funzionali ad ospitare eventi anche nelle ore serali attraverso iniziative periodiche tematiche (es.
filiera corta)
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4.3 Individuare nuove soluzioni per la logistica del mercato
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Individuare un sistema di
sosta ordinata
dei camion per l'ortofrutta e delle forme dello stoccaggio
temporaneo delle merci.
Individuare spazi ordinati e protetti raccolta rifiuti
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5. Le tappe successive al percorso partecipativo
Al fine di
concretizzare il significato profondamente democratico dell’azione avviata, per
il CdQ 4 sarebbe altamente significativo che il percorso partecipativo si estendesse
in qualche forma anche alle fasi successive, in particolare dapprima alla fase
di pubblicizzazione e valutazione degli elaborati progettuali pervenuti sulla
base del bando per il quale si fornisce il presente contributo, per continuare
infine con un monitoraggio pubblico e periodico della messa in opera delle
progettazioni e delle problematiche delle cantierizzazioni.
In modo similare a
questa prima fase di ascolto e partecipazione, il CdQ 4 per quanto nelle sue
possibilità si impegna a conseguire gli obiettivi delineati e a perseguire gli
stessi in un processo continuativo di coinvolgimento della cittadinanza e dei
soggetti interessati.
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