martedì 17 maggio 2005

Calendario laico

I nostri santi




18 maggio 1939

23 maggio 1992


Giovanni Falcone nasce a Palermo il 18 maggio 1939, da Arturo, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e da Luisa Bentivegna. Dopo aver frequentato il Liceo classico "Umberto" compie una breve esperienza presso l'Accademia navale di Livorno. Decide di tornare nella città Natale per iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza e consegue la laurea nel 1961.

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Falcone fu personaggio discusso, per alcuni molto odiato in vita e molto amato dopo la morte, un personaggio diffidente e schivo, ma tenace ed efficiente. Per quanto fosse un uomo normale, ha lottato in prima persona con tutte le sue forze per tutelare la propria autonomia di giudice in trincea contro la mafia, e oggi è considerato a tutti gli effetti un simbolo positivo, una storia da non dimenticare.


Una storia da non dimenticare



Bertrand Arthur William Russell nacque il 18 maggio 1872 a Ravenscroft. A causa della morte precoce dei suoi genitori venne allevato dalla nonna, scozzese e presbiteriana, sostenitrice dei diritti degli Irlandesi e contraria alla politica imperialista inglese in Africa. Ricevette la prima educazione da precettori privati agnostici, imparando perfettamente il francese e il tedesco, appassionandosi fin da subito, grazie alla ricca biblioteca del nonno, alla storia e soprattutto alla geometria di Euclide. Attraverso il pensiero del grande matematico dell'antichità, il piccolo Russell scoprì la bellezza e il rigore di quella disciplina, troppo spesso vista a torto come un'arida astrazione.


Bertrand Arthur William Russell nacque il 18 maggio 1872 a Ravenscroft. A causa della morte precoce dei suoi genitori venne allevato dalla nonna, scozzese e presbiteriana, sostenitrice dei diritti degli Irlandesi e contraria alla politica imperialista inglese in Africa. Ricevette la prima educazione da precettori privati agnostici, imparando perfettamente il francese e il tedesco, appassionandosi fin da subito, grazie alla ricca biblioteca del nonno, alla storia e soprattutto alla geometria di Euclide. Attraverso il pensiero del grande matematico dell'antichità, il piccolo Russell scoprì la bellezza e il rigore di quella disciplina, troppo spesso vista a torto come un'arida astrazione.


Nel 1918, per aver scritto un articolo a favore del pacifismo, dovette scontare sei mesi di carcere

Pacifista convinto dal tempo del primo conflitto mondiale fino alla guerra del Vietnam, si batté negli anni '50 insieme ad Albert Einstein contro gli armamenti atomici.

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La critica della religione

È lo stesso Russell a dirci che, all’età di quattordici anni, egli abbandonò in successione ogni fede nel libero arbitrio, nell’immortalità dell’anima e in Dio, il che gli consentì di vivere “molto più felice” di prima. Fu questo il motivo che lo spinse a cercare di convincere le altre persone che è possibile trovare la felicità percorrendo la sua stessa strada. In effetti la notevole popolarità di Russell presso il grande pubblico è dovuta, oltre che alla sua magistrale sintesi divulgativa dell’intera storia della filosofia, alla vena di polemista anti-religioso ed agnostico, all’esaltazione del “libero pensiero” e al suo impegno politico di liberale radicale disposto a subire arresto e detenzione per difendere le proprie idee. Russell chiarisce più volte nei suoi scritti di non essere ateo, ma agnostico ( AGNOSTICISMO). L’evidenza che abbiamo a favore dell’esistenza di Dio è del tutto insufficiente, ma non esistono prove inconfutabili nemmeno in senso contrario. A chi gli chiede «Gli agnostici sono atei?», Russell risponde: «No, un ateo, come un cristiano, sostiene che noi possiamo sapere se c’è o non c’è un Dio. Il cristiano sostiene che possiamo sapere che vi è un Dio; l’ateo che possiamo sapere che non c’è. L’agnostico sospende il giudizio, dicendo che non vi sono elementi sufficienti né per l’affermazione né per la negazione». Vi è a questo proposito un celebre aneddoto. Dopo una conferenza gli fu chiesto quale atteggiamento avrebbe assunto se, dopo la morte, avesse incontrato Dio, e questa fu la sua risposta: «Perché hai prodotto evidenze così insufficienti a favore della Tua esistenza?». La polemica anti-religiosa del filosofo britannico non è quindi quella tradizionale degli atei ( ATEISMO). Russell polemizza piuttosto con le Chiese, colpevoli a suo parere di ingannare le persone semplici facendo loro credere cose assurde e mentendo deliberatamente a proposito della summenzionata insufficienza delle prove a favore dell’esistenza di Dio.


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