La spada e la croce Molto tempo dopo, tenni una lezione sulle barriere percettive che ci impediscono una visione chiara, una delle quali è il senso di colpa. Quando ci fu la discussione, uno dopo l’altro tutti vennero a chiedermi qualcosa sulla colpa. La colpa, soltanto la colpa, come se non avessi parlato d’altro. Credo che non sia affatto una domanda semplice. Quanto segue l’ho appena trovato in un libro, The Prospect Before Her, di Olwen Hufton. Siamo nel 1707. E’ la predica di un gesuita. Spiegò loro (donne e ragazze) l’enormità dei loro peccati e del cattivo uso che tanto spesso avevano fatto dei sangue di Gesù Cristo (facendo la comunione in uno stato peccaminoso). Mise davanti a loro l’immagine di Cristo crocifisso rimproverandole per la loro ingratitudine e la loro perfidia. Se non l’avessi visto con i miei occhi, avrei fatto fatica a credere all’effetto di quel discorso. Si prostravano a terra, faccia in giù. Alcune si battevano il petto e altre la testa contro le pietre invocando a gran voce il perdono e la misericordia di Dio. Negli eccessi del proprio dolore dichiaravano la loro colpa. Spingevano tali eccessi a tal punto che il sacerdote temeva si facessero male e ordinò loro di smettere di lamentarsi così da poter finire le proprie esortazioni. Ma non riuscì a zittirle. Si rassegnò a spargere qualche lacrima e a interrompere il suo discorso." Da Doris Lessing, Camminando nell’ombra, sec. Vol. pg.226-227, Feltrinelli ed. Commento estemporaneo: John Dexter è colui che considera colpa morale tutto ciò che viene dichiarato colpa legale dalle Leggi dello Stato. Esempi per analogia: Bottiglione che chiede la messa fuori Legge delle coppie omosessuali. Gli on. Casini e Andreotti che non si presenteranno al Re Ferendum il prossimo 12 giugno. Esempi per contrapposizione: Bertrand Russell imprigionato per 6 mesi per aver scritto un articolo contro la guerra nel 1918. *Le donne piangenti sono le folle di Piazza S.Pietro che inneggiano a Giovanni Paolo ora più che mai Benedetto.
"A quel tempo ero amica di John Dexter. La legge sull’omosessualità non era ancora cambiata e l’avevano trovato con un ragazzo. Gli dettero sei mesi e lo spedirono a Wormwood Scrubs. Tutti i suoi amici lo andarono a trovare. Io ci andai due volte. La prima fu terribile, non tanto perché la prigione era brutta e triste, come mi aspettavo, ma perché sembrava che John si fosse trasformato nel proprio contrario e continuava ripetere che meritava di essere punito, che la polizia aveva fatto bene, che lui aveva sbagliato. La volta dopo era tornato normale, ma intanto io pensavo a quanto siamo fragili noi tutti, così in bilico sulle nostre convinzioni, sui principi, su ciò che pensiamo di essere. John non aveva subito maltrattamenti fisici, ma era stato bersagliato di insulti dai giornali, era comparso in tribunale ed era stato oggetto di disprezzo, era stato condannato come un malfattore, per poi finire in quel posto triste ed essere punito. Non c’è da stupirsi che le persone facciano false confessioni e dicano: “Sì, sono colpevole”. Ma io non l’avevo mai visto prima, non lo capivo e ne avevo paura, vedendo quant’è sottile la pellicola che la civiltà stende sulle nostre finzioni.
* Il gesuita è lo Stato che, facendo entrare le regole religiose nelle sue Leggi, dichiara reato quello che la religione dichiara peccato.
Zapatero che enuncia il suo teorema: le libertà civili finiscono quando le regole religiose entrano nelle Leggi dello Stato.
Altri esempi? Qualche correttivo?
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