sabato 29 dicembre 2007

Ornella racconta (II)



Il tanto reclamizzato Dubai


23/12 2007

Arriviamo a Dubai verso le 13. Abbiamo visto i primi strani grattacieli che si stagliano sullo sfondo e abbiamo letto che  Dubai  City è formata da due parti: Deira e Dubai, più la zona economica  di Jebel Alì. Un canale lungo 12 chilometri, il Creek congiunge il mare al deserto. Il Dubai è il secondo per importanza degli emirati arabi, il cui governo risiede ad Abu Dabi. A differenza degli altri emirati solo il 10% del PIL è dovuto al petrolio, la cui produzione dovrebbe finire nel 2010. Forse anche per questo l’emiro della famiglia  Al Maktoum ha pensato bene di creare altri fonti di introito, in particolare il turismo.

Ci fa da guida Mario un italiano di Padova che vive con la moglie  circa nove mesi nel Dubai, e tre mesi nelle Filippine. Ogni anno una breve visita in Italia per rivedere i genitori. Per prima cosa ci imbarchiamo su un’abra, un barcone con il quale si attraversa il Creek  e questo mi ricorda le numerose piccole imbarcazioni dove sono salita nel Vietnam e ad Hon Kong. Poi direttamente al museo, allestito in un fortino costruito all’inizio del XIX  secolo. Infatti il Dubai è un paese si può dire senza storia. Prima era un piccolo villaggio di pescatori che abitavano  nel deserto. Ora lo sceicco Saed è un personaggio di importanza mondiale. Ieri sera il nostro TG ha riferito che il presidente francese Sarkozy sarà ospite nella splendida villa che lo sceicco del Dubai possiede a Sharm el Sheik.

Mario ci dice che solo l’8% della popolazione è costituita da nativi, il rimanente sono stranieri, soprattutto indiani, pakistani. Pochi gli europei. Ai nativi è concesso lavorare negli apparati statali, dove si lavora molto meno e si guadagna molto di più e la grande aspirazione dei giovani è proprio lavorare in imprese statali. La manovalanza viene tutta da Pakistan e India, si lavora dieci ore al giorno, si guadagna l’equivalente di 200€ al mese più vitto e alloggio in capannoni a dieci letti. Ma per gli immigrati questo è sufficiente per mandare qualcosa alle loro famiglie rimaste nel loro paese.

La popolazione complessiva infatti è costituita da maschi. Gli affitti sono cari e in genere i lavoratori  di livello medio preferiscono convivere con altri lavoratori in un appartamento.  Mario ci porta al mercato dell’oro. Non tutti i negozi sono aperti perché siamo ancora nel periodo della festività musulmana. I negozi dove entro mi sembrano infatti tutti gestiti da indiani.e non offrono niente di particolare almeno per noi abituati alle oreficerie sul Ponte Vecchio. Non ci rimane che sedere sulle panchine e guardare il passeggio. Dopo Yemen e Oman finalmente qualche volto di donna scoperto: volti belli alcuni anche sapientemente truccati altri da educanda dall’espressione quasi monacale. Un indiano vestito di rosa con il barbone bianco stimola la mia fantasia. “Luciano, fotografalo”, ma Luciano non vuole, ha paura che giustamente lui protesti. Allora io mi siedo sulla panchina vicino a lui e Luciano fa la fotografia. Come sarà venuta?




Ma una volta riunitosi il gruppo tutti smaniano perché vogliono andare alla “Vela” il grande albergo a sette stelle a forma di vela che compare da qualche tempo sui giornali che fanno pubblicità agli emirati. Siamo già all’ora del tramonto, si deve percorrere un lungo tragitto lungo i quartieri residenziali con villette cintate da muri perché ogni arabo che si rispetti vuole mantenere la privacy della sua famiglia.

Intanto Mario ci illustra i progetti avveniristici per il futuro e qui si sparano cifre da capogiro. Quella che mi  ha colpito di più è il progetto World che consiste nella realizzazione di un grande villaggio che sorgerà se ho ben capito sull’acqua diviso per continenti. Gli stati più importanti saranno rappresentati, tranne Israele,  naturalmente. La cosa ci verrà confermata da due croceristi con cui abbiamo condiviso la Jeep nel viaggio a Sana . Sono stati in un’agenzia immobiliare dove  hanno offerto un appartamento che sarà pronto nel 2010  con un costo di 250, 300.ooo €. Molti milanesi li stanno comprando. Con l’inflazione che c’è in Dubai del 15% può essere un buon investimento. Di fronte al condominio che rappresenta ciascuno stato ci sarà un piccolo monumento: la torre Heifel per i francesi, il Colosseo per gli italiani. Tutto all’insegna del Kitcht americano. Eppure nell’arredamento dei nuovi alberghi si impegnerà anche il nostro Armani.

Si arriva finalmente alla famosa “Vela” , il grande hotel a sette stelle di cui tutti gli italiani erano informatissimi, naturalmente. Che beatitudine noto nei loro sguardi venendo a sapere che la suite più piccola in questo hotel misura solo cento metri quadri e la più grande arriva fino ad ottocento. E per i prezzi si parte da 1300€ a notte senza colazione fino ad arrivare ad un massimo che forse neppure la guida conosceva. . “ 800 metri quadrati….Capirai con i loro harem”, sento dire. Per ora grandi attori e sportivi lo frequentano. La spiaggia su cui sorge è un comune tratto di sabbia dove quella sera famiglie con bambini giocano e il mare non è sicuramente quello della Sardegna o dei Caraibi. Il paesaggio  è piatto. Luciano comincia ad avere il nervoso perché non sopporta questo tipo di informazioni e pensa invece ai poveri immigrati che lavorano 10 ore per giorno lontano dalle loro famiglie.

 Invece io sto pensando a quale imprenditore l’avrà costruito. Io penso a qualche multinazionale americana con azioni anche dell’emiro , naturalmente. Anche  la Costa che fa parte  del gruppo americano Caravan deve collaborare all’impresa. La Costa, intanto, porta i turisti che  faranno conoscere all’Europa questa nuova meta., tanto appetibile, ma fino a quando? Il traffico che vedrò per le strade il giorno dopo e il già presente inquinamento che sta velando l’azzurro del cielo mi fanno pensare a un qualche rischio per questi ambiziosi investitori.

Ma intanto è tutto un cantiere. Migliaia di gru si intravedono nel viaggio di ritorno alla nave: è una ditta italiana che le produce. Meno male che c’è qualche società italiana che sa fiutare gli affari.. Luciano è tutto preso come  gli altri uomini dalle auto bellissime e lucidissime che scorrono insieme a noi. Quasi tutte giapponesi come negli altri paesi arabi. Il Giappone sì che sa fare gli affari, le  offre infatti con alcune facilitazioni. Sono tutte lucidissime, senza un’ammaccatura. Questo credo sia l’unica cosa positiva per Luciano. Infatti se  l’automobilista  non fa un’adeguata manutenzione le multe sono salate. Lo stesso per le infrazioni stradali che verranno pagate tutte insieme quando scadrà il bollo dell’auto. Certo pensando a come ho visto guidare le auto nello Yemen, forse questo è l’unico modo per non far avvenire incidenti.

Non dimentichiamo inoltre che Dubai ha già una “torre”, così qui chiamano i grattacieli perché sono alti e slanciati, di 700 metri , ma che non è ancora finita per ché la vorranno portare fino a mille metri di altezza, per vedere poi quale  panorama non lo so: solo un piatto deserto.

 Il Dubai ricava buona parte dell’acqua che usa per usi domestici dalla desalinizzazione dell’acqua marina, ma per bere è necessario consumare acqua minerale, che costa più della benzina, la quale però costa  pochissimo.

La mattina dopo visita all’emirato di Sharjak, la capitale culturale. Durante il tragitto il traffico è imponente anche se ordinatissimo. Negli emirati il numero degli autoveicoli è di circa due ogni abitante. Chiedo alla giovane guida indiana se si pensa al futuro inquinamento. “Si, mi risponde, si cerca di creare aree verdi”. Devo dire che anche ora cercano di fare il possibile: ai lati dell’autostrada si hanno aree di prato artificiale e quando arriviamo alla città universitaria, rimaniamo stupefatti. Grandi e lunghissimi viali alberati, aiuole, grandiosi edifici ai lati in stile arabo rigoroso. Qui si studia per ottenere la laurea in facoltà scientifiche quali elettronica e medicina. Niente scuole islamiche. I professori vengono da tutte le parti del mondo e si parla in inglese. Io e Luci tiriamo un sospiro di sollievo. C’è anche l’American University. Ma dove sono gli studenti? Il luogo sembra deserto se non fosse per i giardinieri che annaffiano le aiuole. Ci dimenticavamo che siamo ancora nel periodo della festività islamica. La guida ci dice che domani riprenderanno le lezioni.

Il giro riprende per la visita dei soliti mercati. Al ritorno passiamo vicino a uno dei “Gioielli” degli emirati. Il famoso albergo dove c’è una pista di neve artificiale, piuttosto breve a dir la verità, e dopo una bella sciata ci si può immergere nella vasta piscina.

E così torniamo alla nave per fare gli ultimi preparativi per la partenza, che avverrà alle 2 del giorno dopo dall’aeroporto di Abu Dhabi. La notte percorreremo l’autostrada deserta circondata a tratti dai grattacieli tutti illuminati. Certo di notte tutto è più suggestivo, ricorda le grandi metropoli americane . Ci attenderà ora un viaggio di ritorno molto faticoso.

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