Nel frattempo parliamo di
ENERGIA
www.beppegrillo.it
http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf
• Elaborazione di una
normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini,
come previsto dalla
direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio
delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo
standard con cui si
costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del
55/60%.
La co-generazione
diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di
produzione e trasporto a
distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale
energetico del
combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella
produzione
termoelettrica non sono
accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente,
sia per gli effetti
devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse
fossili, sia perché
comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei
Paesi poveri. Non è
accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si
spreca, è inconcepibile.
Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire
nuove centrali, di
nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli
sprechi delle centrali
esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta
viene utilizzata dalle
utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali).
Solo in seguito, se
l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi
impianti di generazione
elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica
energetica finalizzata
alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve
articolarsi nei seguenti
punti:
• Potenziamento e
riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
• Incentivazione della
produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le
fonti
fossili nei modi più
efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a
partire
dagli edifici più
energivori: ospedali, centri com-merciali, industrie con processi che
utilizzano calore
tecnologico, centri
sportivi ecc.
• Estensione della
possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli
impianti
di micro-cogenerazione
di taglia inferiore ai 20 kW
• Incentivazione della
produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti
rinnovabili e alla
micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW
riversati in rete nelle
ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
• Applicazione rigorosa
della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica,
anche in considerazione
dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
che essi comportano
• Eliminazione degli
incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al
loro inserimento, privo
di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
• Legalizzazione e incentivazione
della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento
della sostanza organica
nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
• Incentivazione della
produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare
le biomasse vergini, in
piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del
legno proveniente da
raccolte differenziate ed esclu-dendo dagli incentivi la distribuzione a
distanza del calore per
la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
• Incentivazione della
produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.
L’informazione è uno dei
fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il
controllo
dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano
derive
antidemocratiche. Se
l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli
interessi delle
multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del
singolo. L’informazione
quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino
non informato o
disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di
consumatore e di
elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
• Cittadinanza digitale
per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
• Eliminazione dei
contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
• Nessun canale
televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da
alcun soggetto privato,
l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
• Le frequenze televisive
vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
• Abolizione della legge
del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui
ricavi agli assegnatari
di frequenze televisive
• Nessun quotidiano con
copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun
soggetto privato,
l’azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
• Abolizione dell’Ordine
dei giornalisti
• Vendita ad azionariato
diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
• Un solo canale
televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai
partiti
• Abolizione della legge
Gasparri
• Copertura completa
dell’ADSL a livello di territorio nazionale.
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