sabato 7 aprile 2007

Caro Urbano,

Ho letto le tue sensazioni e riflessioni su I cento chiodi e condivido l’apprezzamento per le inquadrature del fiume ed anche la tenerezza per quel gruppo di persone che – secondo Olmi – rappresenterebbero i “poveri di spirito” o anche i “poveri”, semplici, genuini, solidali ecc.

 

Il film però non mi è piaciuto. Quando “Gesù” chiede al carabiniere che lo interroga quanti libri abbia letto, non specifica “libri di religione”, ma dice “libri” tout court. Olmi ce l’ha con i libri, perché crede che in essi possa essere cercata la verità e lui nega che ci sia. Secondo lui la verità è solo nel rapporto umano, il più semplice possibile (un caffè con un amico, il bicchiere di vino)e solo fra coloro che Francesco d’Assisi chiamava “ydiotae”, non acculturati, perché la semplicità surroga in tutto la cultura. Nei libri non c’è la verità. La verità è come il segno otto sdraiato che chiunque legge come “infinito”. E’ un segno semplice, una parola semplice, sembra a portata di mano, quasi. Ma se si riflette su quello che significa ci si rende conto che è vano cercare di capire cosa celano veramente le parole infinito e verità.

Come si può pensare di inchiodare i libri? E poi proprio lui li dovrebbe inchiodare? Non ne ha avuto abbastanza dei chiodi? Forse Olmi parla in nome della chiesa che nella sua sicumera si mette alla testa dello sgomento degli uomini e chiede a dio di giustificare il male ed il dolore in cui annega l’umanità:Ma è la chiesa a bruciare, costantemente, la memoria, è la chiesa a non volere ricordare, e non è dio a fare il male, ma l’uomo.

I venti secoli di storia che abbiamo alle spalle sono pieni di orrori, alcuni noti – ma in fase di dimenticanza come la Shoah, le atomiche, le guerre mondiali, le guerre precedenti come quella dei trent’anni che sconvolse l’Europa, le crociate del nord, le crociate contro gli eretici, le crociate per la conquista di Gerusalemme – altri già dimenticati e rimossi – la strage degli Incas, degli Atzechi, dei pellerossa, lo schiavismo, il colonialismo – tutte cosette compiute sotto l’insegna della croce (gott mit uns, in god we trust, deus lo vult) . La dimenticanza è lo strumento per l’esercizio di un potere che sembra in contraddizione con se stesso, col suo “messaggio fondante”, la buona novella, ma non lo è perché il messaggio vero non è quello di Gesù, ma quello su Gesù, quello che di volta in volta chi ha il potere dice di lui.

...

Secondo me questo è il classico film pasquale voluto e forse finanziato dalla chiesa: il film se la prende coi libri (come se ce ne fosse bisogno) perché è da questi che sono venuti sempre i guai alla chiesa. E’ con gli scritti che la “verità” della chiesa è sempre stata contestata, dagli scritti sono sorti movimenti, gruppi, persone che hanno combattuto e sono stati implacabilmente combattuti e uccisi. I morti non parlano, i libri sì ed allora occorre farli morire, bruciarli, distruggerli, inchiodarli. L’ultimo a gettarli sul rogo fu Hitler in un 5 novembre di non molti anni fa. Oggi per quella data c’è a Berlino il “Liber Berlin”, una mostra-fiera che mobilita tutta la Germania. Ci provano. Ma il libro sopravvive.

Memoria, non verità. Ricordare, non farci indottrinare o per trovare chi esprime quello che non sappiamo dire.

 

Se Olmi ha di mira la chiesa vecchia e ormai cieca, chiusa nelle sue formule e liturgie, perché non parla chiaro? Odifreddi lo fa nel suo recente libro “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” Longanesi 2007.

E’ là sulle “verità”della chiesa che bisogna battere, non per giungere alla Verità, ma per capire che non c’è bisogno di intermediari fra noi e la nostra interiorità (Deus sive natura di Spinoza), che non sono le formule a darci consapevolezza di noi stessi, rispetto per gli altri, e dignità..

  


Caro Vittorio,

Io sono più ottimista di te.

Sulla locandina del film è scritto: le religioni non hanno mai salvato il mondo

E poi il monsignore che vede inchiodati i suoi libri

Non c'è dubbio che si tratta dei libri sacri, quelli cioè che fermano la storia su parole non più modificabili, interpretate dai soli addetti ai lavori.

Olmi non parla chiaro, d'accordo. Io credo che sia il prezzo da lui consapevolmente pagato per non finire inchiodato dal boicottaggio dei poteri forti, per avere visibilità (coproduzione RAI se non mi sbaglio)...e anche per mantenere un canale di colloquio con i cattolici integrati nella chiesa romana.

 

Non credo che si metta contro Ray Bradbury e George Orwell. La persona va vista nel suo contesto storico.

   

Nota esplicatica:

Fahrenheit 451 è un romanzo di fantascienza scritto da Ray Bradbury, uno scrittore nordamericano considerato fra i più grandi autori di letteratura fantascientifica.

Concepito nel 1951 con il titolo originario di "The Fireman", fu pubblicato nel 1953.

 

1984 (Nineteen Eighty-Four) è un romanzo di fantascienza scritto da George Orwell pseudonimo di Eric Arthur Blair (Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950), uno scrittore e giornalista britannico. Il libro fu pubblicato nel 1949.

 

 L' "ombra" di Orwell

Il romanzo di Bradbury affronta il tema delicato della gestione delle informazioni e del loro controllo e - sotto questo particolare aspetto - tratta lo stesso tema del romanzo di George Orwell, 1984.

Gli uomini di questo ipotetico futuro sono circondati da informazioni ma queste non sono loro realmente utili dato che sono addomesticate per le necessità dei potenti di turno che possono essere tanto i governi quanto le multinazionali. In entrambi i due libri (quello di Bradbury come quello di Orwell) per poter ottenere il controllo completo della società civile, il governo manipola le informazioni eliminando le notizie contrarie alla convenienza della classe dominante. Eccetto che, mentre in "1984" il governo provvede ad un continuo e costante aggiustamento delle notizie stampate, in Fahrenheit 451 si è deciso - molto più efficientemente - di eliminare totalmente tutte le fonti stampate in modo da impedire confronti con il passato.

La verità, in entrambi i libri, proviene dalla televisione che provvede a dispensarla a tutte le ore.

Nei due romanzi vi è un controllo ossessivo dell'individuo ma, mentre in "1984" il controllo viene effettuato dalla televisione (e a questo controllo non ci si può mai sottrarre), in Fahrenheit 451 vi è almeno la possibilità di poter temporaneamente spegnere l'apparecchio tv se lo si desidera.

Inoltre, in ambedue i libri viene descritta una società oppressiva e chiusa in se stessa dove tutti hanno paura di tutti e dove lo strumento maggiormente utilizzato è la delazione. A differenza di quanto accade in "1984", dove vi è un chiaro richiamo politico alle nazioni comuniste, l'autore di Fahrenheit 451 non esprime giudizi politici ma si preoccupa di evidenziare il pericolo di una società senza comunicazione e senza libri.



Olmi secondo me non si vuol mettere dalla parte dei governi che bruciano i libri.

 

Caro urbano,

mi sembra che non torcersi le budella per un film sia giusto e quindi va tutto bene.

Tu cerchi di salvare Olmi, io no, ricordo la sua carriera.

Quanto ai libri, non esistono libri di monsignori o libri della chiesa, esistono libri.stop. Libri e chi li legge: non c’è niente da buttare.

Saluti, Vittorio


Caro Vittorio,

Insomma è da buttare Olmi insieme al Monsignore. Quanto ai libri si tratta di togliere le chiavi al prete e al gesù cristo di olmi per darle al maresciallo e a tutta l'allegra brigata del fiume, con l'obbligo di leggerli; comunque tenerli a disposizione di tutti; mai inchiodarli né buttarli. E' così? Urbano.


Caro Urbano

Quello che è da buttare sono i guru  di tutti i generi. Uno dice una cosa, la scrive mette il suo messaggio in bottiglia e lo abbandona al mare del tempo. Chi ascolta o legge  fa entrare dentro di se’ le parole e ne fa ciò che vuole. I libri sono i messaggi. Le parole dentro di noi lavorano, ci aiutano a capire, a leggerci anche dove non vorremmo vedere, ci fanno soffrire – in genere – perché ci mostrano implacabilmente tutte le nostre inadeguatezze, la differenza fra quello che vorremmo essere e quello che siamo, ci dicono da dove veniamo, non dove andiamo. Da dove veniamo noi, granelli di sabbia della cristianità, è molto chiaro e disperante. Preferisco fermarmi qui. Sono stati tre o quattro giorni di concentrazione molto forte tanto da impedirmi di continuare a dipingere con l’intensità degli ultimi mesi.Ora riprendo a dipingere: i pensieri scorrono molto meno tumultuosamente e alla fine resta qualcosa.

Buone vacanze in Clusentino.

Ciao. Vittorio.

 

 Saluti e caldi auguri di buona Pasqua a tutti gli internauti, qui dalle Lame, in un Casentino coperto di primule, tarassaci e giaggioli. Anche le stelle la notte s’affacciano a guardare.

(Completerò con l’ipertesto da Firenze. Qui non c’è ADSL)

Un saluto anche a Lui:

E se licito m’è o sommo Giove

 che fosti in terra per noi crocifisso

son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?

O è preparazion che ne l’abisso

Del tuo consiglio fai per alcun bene

In tutto da l’accorger nostro scisso?

 

2 commenti:

  1. Sono andata a vedere il film che ,vista la produzione corrente reputo buono, con momenti di poesia, ma anch'io come Vittorio penso che Olmi sia poco chiaro. E' vero che i libri inchiodati sono libri sacri, che la biblioteca è gestita da un monsignore , ma se tu ascolti solo le parole , Olmi sembra alludere a tutti i libri, alla cultura in genere, quella trasmessa dalla scuola covo di terroristi. E' vero che nella vita può valere più il calore di una mano che la lettura di un libro, ma i libri trasmettono la memoria e non dimentichiamo che le dittature hanno utilizzato i libri spesso solo per la sola propaganda. bruciando quelli che non servono al loro scopo. Giustissima l'analogia con libri come Fahreneit e 1986 ( non ricordo bene i titoli), ma rimango dell'opinione che il messaggio di Olmi, quel volere ricominciare tutto da zero è un po' semplicistico e sopratutto ingenuo. Comunque se noi ne parliamo, vuol dire che qualcosa di non troppo banale è stato detto .Ornella

    RispondiElimina
  2. "Qualcosa di non troppo banale è stato detto". Bene, Ornella.

    Stefano Dei mi ha promesso un suo intervento al riguardo. Questa postilla vale come sollecito.

    RispondiElimina