martedì 10 aprile 2007

Radici cristiane d’Europa (7)


Vittorio mi manda due allegati sulla base del principio che "scire est meminisse", sapere equivale a ricordare.

D'altronde

... "non fa scienza

senza lo ritenere avere inteso".



1° allegato

 Toscana

C’è stato un tempo in cui questa terra era “governata” da persone di qualità (Pompeo Neri, Giulio Rucellai, Stefano Bartolini da Pontremoli) ispirate dagli illuministi Beccaria, Tanucci, Ximenes ecc.

In quel tempo furono prese le seguenti decisioni ed iniziative:

-         1751 “costituzione sulle manomorte”

-         1769 Prammatica sulle manomorte. E’ l’atto definitivo con cui si proibì l’accrescimento delle proprietà dei soggetti ed enti religiosi e si affrancarono i fondi posseduti dal clero e si deferì ai tribunali civili la cognizione delle alienazioni e si stabilì il principio che “i parroci ricavassero il loro onesto mantenimento dall’altare e dal popolo che servivano. Nel 1772 in Toscana vi erano 321 conventi di frati:

-         n. 10 di Gesuiti

-         n. 16 di Domenicani

-         n. 11 di Camaldolesi

-         n. 34 di Cappuccini

-         n. 16 di riformati

-         n. 38 di conventuali

-         n. 39 di minori

-         n.   4 di Certosini,

-         n.   6 di scolopi

-         n. 19 di Vallombrosani

-         n. 11 di Olivetani

-         n. 49 di Agostiniani,

-         n. 3 di Agostiniani scalzi

-         n. 16 di Serviti

-         n. 5 di minimi

-         n.  9 di carmelitani

-         n . 7 di Carmelitani di Mantova

-         n.  5 di Carmelitani scalzi

-         n . 3 di Cassinensi

-         n.  2 di Teatini

-         n . 2 di Canonici lateranensi

-         n.  1 di Filippini

-         n.  1 di Celestini

-         n.  2 di San Giovanni di Dio,

-         n . 1 di Ministri degli infermi, 1 di Missionari

-         n.  1 di Canonici di S.Antonio

-         n.  4 di Barnabiti

-         n. 1 della Pace

 

per un totale di 6029 ecclesiatici (sacerdoti 3423, conversi 1651, servi laici 946) La popolazione di Firenze, al censimento del 1766 risultava essere di 78.635 esseri umani. Le rendite di cui godevano i suddetti conventi ammontava a 373.478 scudi che corrispondevano (al 3%) ad un patrimonio minimo di 12.500.000 scudi (uno scudo era cinque lire del tempo)

 

1773 – soppressione dei Gesuiti in Toscana (la decisione fu presa dopo che papa Ganganli – Clemente XIV – si era piegato alle richieste che in tal senso erano arrivate da tutta l’Europa)

 

1775 abolite le servitù rurali (pascolo, macchiatici, legnatico)

 

1776 proibizione delle questue e degli eremiti

 

1777 soppressione delle antiche magistrature (esempio la giurisdizione criminale era privatamente esercitata da: Camera Granducale, Camera delle comunità, Camera di commercio, Magistrati della sanità, Uffizio dei pupilli, tribunale dei conservatori delle leggi e del protocollo, Archivio, Monte comune, Monte di Pietà, Spedale degli innocenti, Opera di S.Maria del Fiore, Bigallo, Congregazione di S.Giovanni Battista ecc,) e fu affidata ad un Supremo Tribunale di Giustizia.

1778/1779 Istituzione dei “campisanti” e costruzione del Camposanto generale a Trespiano.

                  Controllo sul numero dei sacerdoti (non siano in numero troppo eccedente al sevizio spirituale del popolo)

 

Nel 1732 il senatore Filippo Buonarrori espresse il seguente parere “Non conviene entrar mai in trattato con la Corte di Roma, e non prestar mai l’orecchio a farlo per via di concordati , perché come saviamente si rileva dal Giannone, è stato SEMPRE questo il solito colpo di riserva, che quella sceltissima corte ha messo in uso, e che mai non le ha fallito quando si è veduta in circostanze di dover piegare, usando ciò per strattagemma onde acquistare tempo, senza frattanto nulla recedere dalle sue pretese, poiché in nessun concordato havvi dichiarazione che implichi di recedere alcuna cosa o preteso diritto e privilegio di fronte alla potestà laica”

 

Imposizione ai Vescovi del giuramento di fedeltà al Granduca.

 

1782 Abolizione dell’Inquisizione in Toscana.

 

1786/7 Abolizione della tortura e della pena di morte (furono pubblicamente bruciati la forca e gli strumenti di tortura). Fu inoltre stabilito, ma pian piano la cosa fu disattesa, che ogni accusa doveva essere firmata dall’autore e che delle accuse anonime non si doveva tener conto, e che gli accusati innocenti dovevano essere risarciti.

1788 Abolizione del tribunale della Nunziatura che era strumento dell’esercizio della giurisdizione da parte di Roma.

 

Sotto Pietro Leopoldo fuono portate molto avanti le opere di bonifica della Maremma, della Valdichiana, del Padule di Fucecchio, furono liberalizzati i commerci, fu abolito l’appalto della riscossione delle tasse, fu istituito il primo manicomio (nell’Ospedale di Bonifazio) con i regolamenti scritti dal Chiarugi (1789) i malati di mente cessarono di essere trattati da delinquenti o indemoniati, furono aperte le strade dell’Abetone (costo 2.612.895 lire) di Serravalle (costo 1.000.882) ed altre per ulteriori 2.000.000 di lire.

 

  

2° Allegato

 

Visto che il “capo” reintroduce il latino, ricominciamo a praticarlo.

 

Da C.Carenae “Tractatus de Officio Sanctissimae Inquisitionis – Lugduni, MDCLXIX.

 (Lugdunum sta per Lione o Leyda 1669 nota di Barb.).

Pag. 9 .. Ex hac spirituali et temporali protestate Summi Pontificis manat quod ipse potest annullare omnes leges a Principibus laicis conditas favore haeresis eosdem punire utroque gladio..

Pag. 40 .. Inquisitore posse habere familiam armatam

Pag. 42 .. custos carceris possit frangere panem  et pullos (!) portatos carceratis ut videat an contineant limas vel alia ferramenta abscondita…

Pag. 43 … animadvertant autem custodes carcerum huiusce tribunalis ne ullo modo inhoneste fecerant cum mulieribus carceratis..

Pag. 47 .. Haeresis est error intellectus voluntarius contra aliquam fidei veritatem cum pertinacia assertus ab eo qui fidem receipt..

Pag. 55 .. quod Haeretici torquantur pro ulteriori veritate etc clarissimum est et ab omnibus pro indubitato praesupponitur.

Pag. 135 ..blasphemi quoque dari torturam clarissimum est sive pro veritate habenda, sive etiam super intenzione.

 

 Pag. 151. Editto Generale del S.Ufficio di Cremona del 26.10.1639 (pubblicato sempre nel libro sopra indicato)

.. Comandiamo a tutti e ciascuna persona di rivelare e notificare, entro dodici giorni, chi siano eretici o sospetti o defamati di eresia o credenti fautori e ricettatori o difensori loro e abbiano aderito o aderiscono a riti dei Giudei o Maomettani o dei Saracini o de’ Gentili o abiano apostato dalla S.Fede Christianissima…. Che abiano tenuto o tengano libri, o scritti che contenghino eresie o libri di Heretici che trattino di religione… che nessun corriero o barcarolo, mulattiere o altro ardisca di portare libri dentro o fuori della città o altri luoghi a noi sottoposti (etiam per pasaggio) se non haveranno la lista dei libri sottoscritta dall’Inquisitore o altri a chi spetta de’ luoghi onde saranno partiti o per dove saranno passati, sotto pena per anco della perdita delli libri e altre a noi arbitrarie…sotto l’istesse pene comandiamo che niuno, sia chi si voglia, riceva libri né apra casse, balle o fagotti dove siano libri… che niuno mercante ardisca ricevere libri o ardisca metterli fuori,…e quel che si dice del portar o ricevere libri si intende anco dell’historiette, figure, lunari e altre simili carte. E tutte le suddette cose comandiamo anche agli Hebrei sotto pena di scudi 50…., comandiamo a tutti i librai della nostra giurisdizione sotto l’istessa pena di scomunica che non ardiscano di vendere libri comprati dagli ebrei.

 Pag. 218: De Iudaeis: in toto orbe terrarum non reperitur gens iniquior, infamior et abominabilior quam gens Iudeorum. 


 Nota di Barbabianca:

Caro Vittorio, sicuramente saprai che l'ultima vittima del Tribunale dell'Inquisizione toscana è un mio compaesano casentinese: Tommaso Crudeli di Poppi. 


Il 9 maggio 1739 fu arrestato a Firenze e rinchiuso nelle carceri della Santa Inquisizione in S. Croce. Dopo 16 mesi trascorsi in condizioni durissime, nel vano tentativo di estorcergli i nomi di altri affiliati, nonostante la totale ritrattazione delle accuse da parte dei pentiti, loro estorte dall'Inquisitore, nell'agosto del '40 fu condannato per eresia e confinato nella propria casa a Poppi; Il 27 marzo del 1745 si spense a Poppi .

La condanna per eresia non ebbe termine: la sua opera letteraria fu posta all'Indice e i suoi fratelli dovettero misconoscere ogni opera del congiunto.

Il suo martirio non fu inutile: già nel 1743 il Granducato della Toscana fece chiudere provvisoriamente il Tribunale del Sant''Uffizio e definitivamente nel 1782 persino con l'abbattimento materiale dell'edificio (ingresso nel chiostro di Santa Croce a Firenze).

Ne ho parlatoin questo post del 2005.

 Grazie ancora.

Precisazioni di Vittorio su Tommaso Crudeli:

Quanto al Crudeli, sul libro della Maria Augusta Morelli Timpanaro (1) a lui dedicato si legge che dopo essere passato dalle carceri dell’Inquisizione ad una stanza  nel Forte di Belvedere, finalmente ottenne la “libertà” e fu confinato in Casentino. Essendosi però ammalato di polmoni per i maltrattamenti subiti dall’Inquisizione (era stato tenuto in una cantina, cioè un luogo sotterraneo) chiese di potere andare a cercare di curarsi in una zona di mare e cioè nel pisano. Ci furono varie lettere fra gli uffici del Granduca, l’inquisitore Fiorentino e la Inquisizione Romana, alla fine fu disposto che Crudeli poteva lasciare il Casentino, troppo freddo d’inverno, ed avvicinarsi al mare, ma non oltre Pontedera (immagina il clima di Pontedera in inverno, vicino al padule di Bientina) e questo perché essendoci a Pisa una Università era un luogo molto mal visto perché ospitava persone che avevano  una cultura non proprio gesuitica ed  erano propense a manifestare indipendenza di giudizio, persone quindi molto pericolose e con le quali era meglio che il Crudeli non avesse occasioni di contatto, per la salvezza della sua anima.



(1) Morelli Timpanaro,A.M. Tommaso Crudeli. Poppi 1702-1745. Contributo per uno studio sulla Inquisizione a Firenze nella prima metà secolo XVIII. Firenze, Olschki 2003, 2 voll. cm.17x24, pp.VI,938, 20 tavv.bn.ft. br. Coll.Cultura e Memoria,vol.26.   Euro 73.95


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