giovedì 17 aprile 2003

Bush furiosoLa m...


Bush furioso


La mula è l’ONU prima maniera


il pastore e il cavallo: l'europa di Chirac e quella di Blair


il resto alla fantasia di chi legge.


Orlando furioso


di Ludovico Ariosto


CANTO TRENTESIMO


1

Quando vincer da l'impeto e da l'ira

si lascia la ragion, né si difende,

e che 'l cieco furor sì inanzi tira

o mano o lingua, che gli amici offende;

se ben dipoi si piange e si sospira,

non è per questo che l'error s'emende.

Lasso! io mi doglio e affliggo invan di quanto

dissi per ira al fin de l'altro canto.


2

Ma simile son fatto ad uno infermo,

che dopo molta pazienza e molta,

quando contra il dolor non ha più schermo,

cede alla rabbia e a bestemmiar si volta.

Manca il dolor, né l'impeto sta fermo,

che la lingua al dir mal facea sì sciolta;

e si ravvede e pente e n'ha dispetto:

ma quel c'ha detto, non può far non detto.


3

Ben spero, donne, in vostra cortesia

aver da voi perdon, poi ch'io vel chieggio.

Voi scusarete, che per frenesia,

vinto da l'aspra passion, vaneggio.

Date la colpa alla nimica mia,

che mi fa star, ch'io non potrei star peggio,

e mi fa dir quel di ch'io son poi gramo:

sallo Idio, s'ella ha il torto; essa, s'io l'amo.


4

Non men son fuor di me, che fosse Orlando;

e non son men di lui di scusa degno,

ch'or per li monti, or per le piagge errando,

scorse in gran parte di Marsilio il regno,

molti dì la cavalla strascinando

morta, come era, senza alcun ritegno;

ma giunto ove un gran fiume entra nel mare,

gli fu forza il cadavero lasciare.


5

E perché sa nuotar come una lontra,

entra nel fiume, e surge all'altra riva.

Ecco un pastor sopra un cavallo incontra,

che per abeverarlo al fiume arriva.

Colui, ben che gli vada Orlando incontra,

perché egli è solo e nudo, non lo schiva.

- Vorrei del tuo ronzin (gli disse il matto)

con la giumenta mia far un baratto.


6

Io te la mostrerò di qui, se vuoi;

che morta là su l'altra ripa giace:

la potrai far tu medicar dipoi;

altro diffetto in lei non mi dispiace.

Con qualche aggiunta il ronzin dar mi puoi:

smontane in cortesia, perché mi piace. -

Il pastor ride, e senz'altra risposta

va verso il guado, e dal pazzo si scosta.


7

- Io voglio il tuo cavallo: olà non odi? -

suggiunse Orlando, e con furor si mosse.

Avea un baston con nodi spessi e sodi

quel pastor seco, e il paladin percosse.

La rabbia e l'ira passò tutti i modi

del conte; e parve fier più che mai fosse.

Sul capo del pastore un pugno serra,

che spezza l'osso, e morto il caccia in terra.


8

Salta a cavallo, e per diversa strada

va discorrendo, e molti pone a sacco.

Non gusta il ronzin mai fien né biada,

tanto ch'in pochi dì ne riman fiacco:

ma non però ch'Orlando a piedi vada,

che di vetture vuol vivere a macco;

e quante ne trovò, tante ne mise

in uso, poi che i lor patroni uccise.


9

Capitò al fin a Malega, e più danno

vi fece, ch'egli avesse altrove fatto:

che oltre che ponesse a saccomanno

il popul sì, che ne restò disfatto,

né si poté rifar quel né l'altr'anno;

tanti n'uccise il periglioso matto,

vi spianò tante case e tante accese,

che disfe' più che 'l terzo del paese.


10

Quindi partito, venne ad una terra,

Zizera detta, che siede allo stretto

di Zibeltarro, o vuoi di Zibelterra,

che l'uno e l'altro nome le vien detto;

ove una barca che sciogliea da terra

vide piena di gente da diletto,

che solazzando all'aura matutina,

gìa per la tranquillissima marina.


11

Cominciò il pazzo a gridar forte: -Aspetta! -

che gli venne disio d'andare in barca.

Ma bene invano e i gridi e gli urli getta;

che volentier tal merce non si carca.

Per l'acqua il legno va con quella fretta

che va per l'aria irondine che varca.

Orlando urta il cavallo e batte e stringe,

e con un mazzafrusto all'acqua spinge.


12

Forza è ch'al fin nell'acqua il cavallo entre,

ch'invan contrasta, e spende invano ogni opra:

bagna i genocchi, e poi la groppa e 'l ventre,

indi la testa, e a pena appar di sopra.

Tornare a dietro non si speri, mentre

la verga tra l'orecchie se gli adopra.

Misero! o si convien tra via affogare,

o nel lito african passare il mare.


13

Non vede Orlando più poppe né sponde

che tratto in mar l'avean dal lito asciutto;

che son troppo lontane, e le nasconde

agli occhi bassi l'alto e mobil flutto:

e tuttavia il destrier caccia tra l'onde,

ch'andar di là dal mar dispone in tutto.

Il destrier, d'acqua pieno e d'alma voto,

finalmente finì la vita e il nuoto.


14

Andò nel fondo, e vi traea la salma,

se non si tenea Orlando in su le braccia.

Mena le gambe e l'una e l'altra palma,

e soffia, e l'onda spinge da la faccia.

Era l'aria soave e il mare in calma:

e ben vi bisognò più che bonaccia;

ch'ogni poco che 'l mar fosse più sorto,

restava il paladin ne l'acqua morto.


15

Ma la Fortuna, che dei pazzi ha cura,

del mar lo trasse nel lito di Setta,

in una spiaggia, lungi da le mura

quanto sarian duo tratti di saetta.

Lungo il mar molti giorni alla ventura

verso levante andò correndo in fretta;

fin che trovò, dove tendea sul lito

di nera gente esercito infinito.


Per leggere il seguito del canto e dell'Orlando.

1 commento:

  1. Il pastore e il cavallo potrebbero anche, e forse meglio, rappresentare Saddam (il pastore) e le ricchezze dell'Iraq insieme al popolo iracheno (il cavallo).

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