ECCO COME TI DOMINO IL MONDO.
Eravamo abituati a legare i maggiori avvenimenti politici internazionali ai nomi di grandi capitali come Washington, Parigi, Londra, Tokio e Pechino. Ma ecco che negli ultimi tempi, un piccolissimo paese come il Qatar, che fino a due anni fa pochi conoscevano, diventa tutto ad un tratto punto focale di due attività tanto importanti quanto cruciali per l'umanità intera: il commercio e la guerra. Per secoli, ai grandi trattati furono associate grandi città, si pensi per esempio al Congresso di Vienna che portò alla divisione dell'Europa dopo la fine delle cosiddette guerre napoleoniche, oppure al trattato di Versailles che ridisegnò la mappa geopolitica del Vecchio Continente, finita la prima guerra mondiale. Nella storia più recente, il trattato di Roma mise le basi a ciò che viene comunemente chiamato oggi Unione Europea.
I trattati economici venivano esclusivamente ospitati dalle capitali del mondo industrializzato ricco ed avanzato; l'accordo che resse per mezzo secolo il sistema economico mondiale (fatta eccezione del blocco comunista) fu chiamato Bretton Woods Agreement in riferimento a una piccola località di montagna del New Hampshire, negli Stati Uniti. Tale accordo sancì la scelta del dollaro quale valuta al centro del sistema finanziario globale e contribuì alla nascita della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Ma già negli anni ‘90 si cominciò a cambiare rotta, scegliendo località di paesi in via di sviluppo, un esempio fu la scelta di Montevideo a sede dei negoziati per la liberalizzazione del commercio internazionale. All'epoca negli ambienti economici per designare gli accordi del GATT si parlava di Uruguay Round. Altri accordi importanti portano nomi di città del Terzo Mondo come le Convenzioni di Yaoundé [Camerun] (Legislazione anti-mine) di Lomé [Togo] (Rapporti Nord-Sud) e di Cotonou [Benin] (Legislazione sugli scambi commerciali). Per confermare questo nuovo trend l'Organizzazione Mondiale del Commercio scelse per la prosecuzione dei negoziati sulla liberalizzazione degli scambi commerciali Doha , la capitale dell'emirato del Qatar, cosicché oggi fra gli esperti si parla di Doha Round.
Il primo impatto con questa città ci fa dire che è il posto ideale per far emergere una località qualunque dall'anonimato totale alla notorietà mondiale.
In effetti, benché ricca di petrolio e situata nella strategica penisola araba, affacciata sul Golfo Persico, Doha non è mai stata tanto conosciuta quanto lo è oggi. L'intero Qatar occupa una superficie di 11437 km2 e conta una popolazione di circa 75000 abitanti. Questo anonimato venne spezzato per la prima volta dopo l'11 settembre 2001 quando i tragici eventi di New York rivelarono al mondo AL JAZEERA, canale televisivo super efficiente giacché poteva contare su mezzi paragonabili a quelli della CNN e sopratutto dava voce al terrorista Osama bin Laden e al regime dei Taleban. L'onda del Qatar non viene spinta solo da AL JAZEERA, la crisi irachena attuale ha di nuovo portato alla ribalta mediatica questo piccolo paese.
L'amministrazione americana lo ha infatti scelto come base logistica da cui partiranno gli attacchi al regime di Saddam Hussein. Inoltre è ormai di dominio pubblico che la base di As-Sayliyah sarà il quartier generale dei generali americani durante il prossimo conflitto.
La guerra dunque sarà pensata, discussa, progettata e combattuta non molto lontano dai locali di AL JAZEERA, che settori influenti del team di Gorge W. Bush definiscono tuttora come la tv di Bin Laden; quest'ultima godrà di un monopolio pressoché totale sull'informazione e avrà indici di ascolto degni di una finale di Coppa del Mondo.
Il Qatar si accinge ad essere teatro di due eventi che faranno la storia, il primo sul versante militare e il secondo su quello economico (i negoziati dell'O.M.C) due eventi che cambieranno il mondo.
THE GLOBALIST. Articolo pubblicato dal settimanale degli Emirati Arabi Uniti.- AL KHALEEJ.
Nessun commento:
Posta un commento