Budapest, ultimo giorno
IL PARCO DELLE STATUE
Il 13 di Agosto, ultimo giorno della permanenza a Budapest - volo aereo delle ore 17,35 - abbiamo occupato la mattinata per andare, in taxi, al cimitero delle statue. Proprio un cimitero di monumenti che erano collocati nelle piazze e vie di Budapest durante il periodo comunista. E' un pezzo di storia vera, raccontata in modo oggettivo.
Mi sono reso conto che se avessi costituito un parco contro-propagandistico con queste statue propagandistiche, allora avrei seguito fedelmente la ricetta ereditata dalla Dittatura, ed il suo modo di pensare. Questo parco parla della dittatura, ma dal momento in cui si può dire, si può scrivere questo, e si può costituire il parco, allora esso parla della democrazia! Solo la democrazia è capace di darci la possibilità di pensare liberamente della dittatura — o della stessa democrazia... o di qualsiasi cosa. (.. .) Eleod Akos junior Sono le parole di chi ha realizzato questo particolare museo di storia ungherese contemporanea. Ricordo una cosa simile quando, tre o quattro anni fa, a Berlino, mi trovai a visitare il museo dedicato ai rapporti tra Germania e Russia. Si rivede la storia di un intero secolo e fa impressione notare l'alterna e contrapposta vicissitudine dei rapporti tra uomini e stati: periodi di amicizia, anche profonda, annullati da momenti di ferocia inaudita. Fragilità delle democrazie, volubilità dei sentimenti, gioco delle paure, scatenamento degli egoismi, manovrabilità delle masse popolari, sagre degli inganni e degli equivoci, capipopolo cinici e bastardi, tutte le ossessioni di Edgar Allan Poe, tutte le peggiori immaginazioni di Philip Dick elevate all'ennesima potenza dalla "realtà effettuale" di cui parla Machiavelli. Chiederò lumi a Franco, ordinario di storia contemporenea. Nel frattempo sarà bene rileggere lo scambio di lettere tra Einstein e Freud sulla pace e sulla guerra. L’idea della costituzione del Parco delle statue è stata proposta dallo storico della letteratura, prof Làszlò Szàrényi, nel numero del 5 giugno 1989 della rivista Hitel. La sua proposta era di costituire un parco nazionale di Lenin, dove sarebbero state raccolte le statue di Lenin dell’Ungheria. Anche il cambio di regime in Ungheria fece parte del cambiamento politico del 1989-90 in Europa Orientale e durante questo periodo fu più volte all’ordine del giorno la questione delle statue legate all’ ex-regime politico. Il risultato delle osservazioni degli abitanti e delle organizzazioni politiche è che il 5 dicembre del 1991 fu presa una decisione sulla sorte delle statue dalla Giunta di Budapest. In base alle proposte dei quartieri, si decise di togliere alcune statue e di mantenerne altre. La Comissione Culturale dalla Giunta bandì un concorso per il progetto del dislocamento delle statue e per la costituzione dei Parco delle statue. Arrivarono tre progetti di concorso e Eleod Akos iunior, membro dello Studio di Architettura Vadàsz e Soci, ottenne l’incarico.
Inserisco qualche immagine nell'Albo del blog e riporto alcuni paragrafi del fascicolo distribuito all'interno del museo:
Dopo molte proposte e rifiuti il Parco delle statue fu costruito su un territorio offerto dal quartiere XII, sull’altipiano di Tétény.
Alcuni versi della poesia sulla tirannia - autore Gyula Illyés poeta, narratore, drammaturgo ungherese - riportate sul portone d'ingresso.
tirannia è
...
nel piatto nel bicchiere
nel cavo nella bocca
nel freddo nel buio
all'aria aperta nella tua camera
...
Se parli da solo
è lei che ti interroga, la tirannia.
Neanche nella tua fantasia
sei libero:
la Via Lattea si trasforma:
frontiera perlustrata
dai riflettori, campo minato;
la stella: uno spioncino,
la volta celeste che brulica:
un unico lager;
perché la tirannia parla
nella febbre nelle campane
tramite il prete e colui che egli assolve,
nelle prediche;
chiesa parlamento patibolo:
altrettanti teatri;
chiudi riapri gli occhi:
sempre lei che ti guarda;
come la malattia
ti segue come il ricordo;
la ruota del treno, senti?
schiavo, schiavo, ripete;
in montagna o al mare
respiri lei...
è lei che ti guarda dallo specchio,
è lei che spia; invano vorrai correre via,
sei carcerato e insieme secondino;
penetra nel tabacco
nella stoffa degli abiti
nel tuo stesso midollo;
tu vorresti riprendere coscienza
ma ti tornano in mente solo
le sue idee;
vuoi guardare ma vedi solamente
quel che proietta lei davanti a te;
già tutt'intorno brucia
per un fiammifero un bosco di fiamme:
perché non l'hai pestato
nel gettarlo per terra?
cosi lei t'accudisce
nella fabbrica sul campo in casa
come lo schiavo tu
che fabbrica da sé le sue manette;
se mangi ingrassi lei,
per lei generi un figlio;
dove è tirannia
tutti sono anelli della catena;
anche da te sorte un fetore
anche tu sei tirannia
come talpe in pieno sole
camminiamo brancolando...
ci sono andato anche io, ma con i mezzi pubblici, quello si che è un viaggio nell'est europe... la periferia di Budapest è davvero impressionante...
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