sabato 6 gennaio 2007


Peppino Englaro


Trascrizione integrale del testo presente nel video (per aprire clicca sulla figura)

Englaro

Il 18 gennaio 1992 Eluana stava tornando a casa con la mia macchina, una Bmw 320.

In una curva la strada era ghiacciata. Lei è entrata in testa coda, è andata a sbattere contro un muro, contro un angolo di muro per la precisione. È stato un impatto violentissimo che l'ha portata subito in una condizione di coma profondo.

Giornalista dei Corriere.

Eluana è la Terry Schiavo di Lecco. Il cui caso dopo ben 15 anni è tornato di attualità dopo la morte di Piergiorgio Welby.

A parlarci con passione della sua storia il padre Beppino Englaro che da 15 anni combatte una difficile battaglia nelle corsie degli ospedali e nelle aule dei tribunali per regalare alla figlia la naturalità della morte.

E. Dopo le prime 48 ore loro hanno detto che dovevano procedere con la rianimazione ad oltranza.  Qui che è cominciata praticamente per noi la violenza delle imposizioni di terapia e di cura. Dovevano sospendere i sostegni vitali

G. Dopo quanto?

E. dopo le prime 48 ore.

A questo punto dovevano sempre praticamente cessare questi protocolli rianimativi ed avere l'assistenza a  morire.

Il processo del morire che è stato interrotto deve essere ripreso clinicamente. Come clinicamente è stata creata questa situazione si deve clinicamente uscire da questa situazione alla luce del sole, cioè il processo del morire deve essere ripreso e dobbiamo rientrare nella naturalità cioè che in questo caso la natura faccia il suo corso.

Eluana viene tenuta in vita artificialmente nonostante che i convincimenti della ragazza quando era capace di intendere e volere fossero chiarissimi.

E il caso ha voluto - veramente molto beffardo - che Eluana conoscesse esattamente la situazione nella quale si è venuta a trovare, perché esattamente un anno e un giorno prima a un suo amico era successo un incidente molto grave anche a lui ed era stato ricoverato nella stessa rianimazione che è capitata lei un anno in un giorno dopo.

Quindi lei aveva visitato il suo amico in rianimazione si era resa conto perfettamente di quale fosse l'invasività della rianimazione. Ecco perché lei si era espressa per una situazione del genere: in sostanza lei ritornata a casa molto sconvolta e tutto ha detto: guarda se a me succede una cosa del genere dovete intervenire e far sospendere i sostegni vitali, perché lei s'era accorta dell'invasività e poi s'era accorta anche che la rianimazione procedeva ad oltranza anche senza risultati concreti.

G. Ma chi era Eluana Englaro?

E. Era lo splendore della vita. Guardi, secondo me le foto parlano da sole: perché guardi qui, vede, era una creatura splendida: questa…aveva quasi 21 anni era stata fatta l'estate precedente.

G.Ma somigliava a sua mamma o …?

E.Solo a me, somigliava a me purtroppo

G. Perché purtroppo?

E.Perché lei era sempre praticamente in battaglia con tutti: una che non si lascia imporre niente; in sostanza lei non era accomodante: era un puro sangue.

G. Ma l’Eluana di oggi chi è?

E.Eluana dal 18 gennaio 1992 non è mai esistita.

È stata semplicemente una persona oggetto di violenze terapeutiche da parte del sistema, perché loro non hanno recuperato mai niente, ma non per loro incompetenza.

G. La battaglia di Peppino Englaro è diretta contro quei medici che tengono attaccato il sondino che alimenta Eluana e contro quei giudici che già con sette sentenze non riconoscono la morte dignitosa che Englaro chiede per la figlia.

E. Io mi chiedo con quale diritto lo Stato attraverso i medici, i magistrati può disporre di vite altrui. Io me lo sono sempre chiesto: con quale diritto portano le persone in una condizione che non esiste in natura e poi tutelano questa condizione adducendo che la persona non è morta, quindi è una persona.

Può uno non sapere che la morte fa parte della vita. Come fa a non saperlo?

G. Beppino Englaro però è convinto, perderà tante battaglie , ma riuscirà a far rispettare il volere di Eluana.

E.Le battaglie di libertà, Mandela insegna, praticamente hanno un loro costo e bisogna pagarlo fino in fondo. Lui è stato 28 anni in prigione per far capire che i bianchi e neri erano  uguali. Io è già da 15 anni che dico: la persona è sempre la stessa tanto nella condizione personale capace di intendere e di volere quanto nella condizione non più capace di intendere e di volere: i suoi valori sono gli stessi. Io non mi fermerò mai: come già detto la libertà era insita ed è ancora insita nella famiglia Englaro. Quindi non so quanto tempo ci vorrà a questa cultura questa civiltà a riconoscere questa libertà di cura e di terapia a decidere.


P.S. Colpisce la forza di quest'uomo. La forza morale, la lucida determinazione. Mi colpisce però anche la solitudine in cui è lasciato; non penso a Pannella e radicali, ma alle persone con le quali Peppino sta a contatto giornaliero: familiari prima di tutto, amici, medici, infermieri...E' una cosa che mi piacerebbe sapere per capire...

Sono andato a vedermi Nelson Mandela, la sua prigione, prima quella nell'isola poi l'altra in terraferma, ho ripercorso le tappe della sua vita...

28 anni prigioniero dei bianchi "per far capire che bianchi e neri sono uguali".



 
Il 18 di questo mese il corpo sequestrato di quella che fu Eluana compie 15 anni di non vita. Dico ai medici, ai giudici, al Parlamento (finora solo parlamento e poco anche quello): liberate l'anima di Eluana, restituite il corpo a madre Natura. Che possa volare, bianca colomba, finalmente  libera negli spazi liberi e infiniti da cui lei e noi siamo venuti ed a cui siamo ridestinati, come "docili fibre dell'Universo".

Non conosco Peppino Englaro, non so niente della sua famiglia, non so immaginare la camera "ardente" dell'ospedale di Lecco, vorrei tanto entrare nei pensieri dei medici e degli infermieri...Ringrazio il video del Corriere che mi ha fatto toccare con l'occhio e l'udito Peppino Englaro, risvegliando in me un'emozione legata alla figura di un altro uomo, a lui simile. Un carattere come pochi se ne trovano, come tanti ce ne vorrebbero. La vicenda non ha niente a che fare con questa che stiamo qui rievocando. Si tratta di un episodio riguardante una ragazza, umiliata in un momento determinante della sua carriera scolastica, l'esame di Maturità. Il padre si chiamava L.Sebastiani. Mentre facevo scorrere il video sul monitor, la sua immagine si è sovrapposta a quella di P.Englaro, anche per una certa somiglianza della faccia scarna e sofferta. Ne dovrò riparlare.


Nota su Eluana

In coma dal 18 gennaio  1992 (In una camera dell'ospedale di Lecco).

Così "vive":  i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ibaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.


Nota tecnica


La trascrizione del testo l'ho fatta all'impronta col programma Dragon NaturallySpeaking 8.0. Tu ripeti al microfono del PC le parole che ascolti in cuffia (nel mio caso) ed il programma scrive in Word, sul monitor, tutte le parole con gli accapo, la punteggiatura e quanto. Puoi anche intervenire direttamente con mouse e tastiera per correggere la trascrizione ancora in corso d'opera.

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