giovedì 6 aprile 2006

9-10 aprile - Forza, Caifa


                                                                                   
essere                                                                                                         non essere


Itagliani coglioni                                                                                        italiani con i c.


Nero da cortile (fa ridere il padrone)                                                   Nero dei campi (lo fa sudare)


Il padrone prendeva Tom e lo vestiva bene, lo nutriva bene e gli dava persino un po’ d’istruzione: un po’. Gli regalava un cappotto lungo e un cappello a cilindro e così tutti gli altri schiavi lo guardavano con invidia. Poi si serviva di lui per controllare gli altri. La stessa strategia di cui si serviva in quei tempi, lo stesso uomo bianco l’adopera oggi: prende un negro, un cosiddetto negro, e lo rende famoso, gli suona la grancassa, gli fa tutta la pubblicità possibile fino a farlo diventare celebre, fino a farne un portavoce e un leader dei negri.


Per capire ciò bisogna tornare alle definizioni date poco fa da quel giovane fratello sui due tipi di negro che c’erano durante la schiavitù: il negro da cortile (house Negro) e il negro dei campi (field Negro). Il negro da cortile viveva insieme col padrone, lo vestivano bene, e gli davano da mangiare del cibo buono, quello che restava nel piatto del padrone. Dormiva in soffitta o in cantina, ma era sempre vicino al padrone e lo amava molto di più di quanto il padrone amasse se stesso. Questi negri da cortile avrebbero dato la vita per salvare la casa del padrone, prima ancora di quanto non lo avrebbe fatto lui stesso. Se il padrone diceva: «Abbiamo proprio una bella casa», il negro da cortile rispondeva subito: «Sicuro, abbiamo proprio una bella casa». Ogni volta che il padrone diceva «noi», anche lui diceva «noi». Da ciò si riconosce il negro da cortile.


Ecco com’era il negro da cortile. A quei tempi era chiamato house nigger.


In quelle stesse piantagioni c’era il negro dei campi: le masse. I negri che lavoravano nei campi erano sempre più numerosi di quelli che erano addetti alla casa del padrone. Nei campi si viveva come all’inferno, si mangiavano gli avanzi. Mentre in casa si mangiavano tutte le parti buone del maiale, al negro nel campo non toccavano altro che le interiora. Oggi le chiamano chitlings (interiora), ma a quei tempi le chiamavano col loro vero nome, e cioè budella (guts).  Ecco cosa eravate voi: dei mangiatori di budella (gut-eaters).  Alcuni lo sono ancora.
Il negro dei campi prendeva legnate dalla mattina alla sera, abitava in una capanna, anzi una baracca, e indossava vecchi abiti smessi. Odiava il padrone, vi assicuro che odiava il padrone. Era intelligente.
Trovato qui


  Forza, Caifa: «È meglio che muoia un solo uomo  per il popolo e non perisca la nazione intera» (Giovanni XI,50)


Aggiornamento serale


Occhio ragazzi


È facile, anche se amaro, dire che il Sovversivo ha appena iniziato a mostrarsi apertamente, uccidendo il Conservatore che pure aveva tentato il Cavaliere nei primi anni, e che ha sedotto buona parte dei suoi elettori. Il conflitto di interessi, invece che un impaccio anomalo e pericoloso, diventa così un'arma, se il metodo è la sovversione di ogni regola. Lo ha dimostrato ieri Fedele Confalonieri, usando tragicamente per la sua azienda le stesse esatte parole che Berlusconi usava per il suo partito, con l'accusa alla sinistra di inscenare "prove di regime" solo perché si era ribellata pubblicamente all'ultimo abuso politico della televisione privata del Cavaliere.


A differenza di Confalonieri, che passava per moderato, io non ho mai parlato di regime, in questi anni sventurati per il nostro Paese, perché credo sufficientemente grave denunciare l'indebolimento della qualità della nostra democrazia causato dall'anomalia berlusconiana; e anche perché penso che l'Italia possa farcela, con l'arma del voto, a chiudere quest'avventura. Ma l'epilogo rischia di essere peggiore del dramma. Da vero titano, il Cavaliere può ancora danneggiare questo Paese, anche se sarà sconfitto.
(La Repubblica 6 aprile 2006) Il Sovversivo
di EZIO MAURO

Così finisce l'articolo. Non sarebbe male se tu, coglioncello mio, lo leggessi fin dall'inizio.


A G.G. questo articolo ha fatto venire in mente Aguirre

Prendo dal sito indicato da Granieri:
"Fue hombre de casi cincuenta años, muy pequeño de cuerpo y poca persona; mal agestado, la cara pequeña y chupada; los ojos que si miraban de hito le estaban bullendo en el casco, especial cuando estaba enojado... Fue gran sufridor de trabajos, especialmente del sueño, que en todo el tiempo de su tiranía pocas veces le vieron dormir, si no era algún rato del día, que siempre le hallaban velando. Caminaba mucho a pie y cargado con mucho peso; sufría continuamente muchas armas a cuestas; muchas veces andaba con dos cotas bien pesadas, y espada y daga y celada de acero, y su arcabuz o lanza en la mano; otras veces un peto."


Cerco rifugio in un testo italiano:
 La spedizione di Lope de Aguirre (1560)
Meno di vent'anni dopo la spedizione di Orellana, nel 1560, il viceré del Perù incarica il generale spagnolo Pedro de Ursua di ridiscendere la cordigliera, e di andare alla ricerca del mitico regno di El Dorado e della leggendaria città di Manoa.
Non appena l'esercito di Ursua raggiunge l'Amazzonia, un  oscuro sottufficiale basco di nome Lope de Aguirre si ammutina, mette a morte il generale e si auto proclama non solo comandante della spedizione ma anche re dell'Amazzonia. È chi non vorrà seguirlo, sarà dato in pasto ai coccodrilli!
L'avventura di Aguirre si perderà nei labirinti d'acqua amazzonici. Forse, mentre cerca le Guyane, quindi spostandosi più a nord, potrebbe aver scoperto senza saperlo, due secoli e mezzo prima di Humboldt, il Casiquiare, canale naturale che unisce l'Orinoco al Rio Negro. In ogni caso, la spedizione arriverà all'esturario dell'Orinoco, di fronte a Trinidad, e, dopo essersi impadronita dell'isola di Margarita--l'isola dei cercatori di perla, dal latino margarita, sarà sconfitta dalle forze lealiste in Venezuela. Naturalmente, Aguirre verrà condannato a morte.

Nessun commento:

Posta un commento