venerdì 5 maggio 2006

Cinque Maggio


Cogitanti mihi saepenumero et memoria vetera repetenti, Quinte frater...(E' vero: spesso mi trovo a pensare ai tempi passati). Il 5 maggio è uno di questi momenti.


Ei fu. Siccome immobile...No, non parlerò della morte di Napoleone. Non vi domanderò se la sua fu vera gloria come facevo sui banchi di scuola con gli scolari. Non mi piace neppure l'elusione del Manzoni che la butta in politica, la sua politica, quella della Provvidenza che permette il male per far risaltare il bene, tanto meno quella di un dio che vuole farsi bello stampando in uomuni come lui una "più vasta orma del suo spirito creatore". Solo un Manzoni-D.Abbondio poteva dir c..te di questo genere. Chiedo scusa. Neppure voglio parlare della nascita (Copenhagen 1813) di Soren A. Kierkegaard, - aut aut - né, addirittura di quella di C.Marx (Treviri 1818) - manoscritti giovanili -.


Il fatto è che negli anni 80-90 mi è capitato più volte di accompagnare comitive scolastiche in visita ai lager di Mauthausen, Gusen, Ebensee proprio di questi giorni. Perché il 5 maggio tutti gli anni si "fa festa" a Mauthausen, in ricordo della sua liberazione (5 Maggio 1945). In pulman viaggiavano con noi Alberto Ducci e Piero Scaffei, insieme a Mario Piccioli che ancora incontro ogni tanto per le vie dell'Isolotto qui a Firenze, l'ultimo dei testimoni. Perché tutti e tre si trovavano nel campo all'arrivo degli americani. Hitler era ancora nel bunker insieme a Goebbels, indaffarati a cercare veleno, pallottole e benzina per cancellare le loro tracce dalla superficie del pianeta, ubriachi del sangue fatto versare fino all'ultima goccia, asfissiati dalla polvere della città fatta spianare fino all'ultimo mattone.
Oh, la lezione di vita di Alberto Ducci che ti sapeva raccontare il male facendoti credere nella superiorità del bene. Alberto Ducci era Presidente del Consiglio d'Istituto dove io lavoravo.


La tradizione ormai ha anticipato al 23 gennaio - liberazione di Aushwitz da parte dei russi - la "giornata della memoria". Ma non fu quello il giorno della completa liberazione. Troppi dovettero ancora morire da lì fino al 5 maggio, anzi all'8 maggio, giorno della liberazione di Ebensee (un sottocampo di Mauthausen) e del suicidio di Hitler.


Tanti toscani, fiorentini e pratesi, sono finiti a Mauthausen e Ebensee. Portavano sulla casacca il triangolo rosso dei politici, dei "comunisti" direbbe Berlusconi. Devo confessare che ce l'ho un po' con la data del 23 gennaio perché si parla quasi soltanto degli ebrei, magari per affibbiare l'accusa di antisemita a chi si ostina a condannare la politica dello stato di Israele. ( Avete afferrato il valore simbolico della stretta di mano tra Berlusconi e Prodi alla festa di compleanno dello Stato di Israele? )
No. Non mi piace questa appropriazione della memoria.
E' così che sono entrato con google nel lager che più mi sollecita ricordi ed emozioni ed ho avuto la fortuna di imbattermi nel sito curato dagli austriaci che hanno predisposto un'accoglienza specifica per me italiano. Ho conosciuto così Marcello Martini intervistato, per conto della direzione austriaca, nel 2002. Ancora vivo e vegeto; sì perché è stato portato a Mauthausen a 14 anni. Ripeto 14.
In lui ho rivisto Alberto Ducci e Piero Scaffei.
Ecco come lo presenta il sito:


 Marcello Martini

1930 nasce a Prato, in Toscana, da una famiglia di insegnanti,a Pistoia
1944 dopo la caduta di Mussolini, il padre, comandante partigiano, trasmette informazioni militari agli alleati per mezzo di una radio clandestina
giugno 1944 i tedeschi scoprono la radio e arrestano la famiglia Martini; Marcello, dopo essere stato portato al campo di transito di Fossoli, viene deportato a Mauthausen
agosto 1944 trasferimento al campo di Wiener Neustadt, dove lavora per le Officine “Rax Werke”, si ferisce a un piede e trascorre un periodo in infermeria
dicembre 1944 è trasferito al campo di Hinterbrühl (Wien-Mödling), dove lavora per l’industria bellica in una grotta sotterranea
aprile 1945 il campo viene evacuato, Marcello e gli altri prigionieri vengono ricondotti , dopo una tragica marcia della morte, a Mauthausen
maggio 1945 liberazione a Mauthausen
luglio 1945 rientra in Italia dopo la liberazione e, dopo qualche mese, riprende gli studi, si laurea in chimica, si sposa ed ha due figlie, lavora come chimico in varie aziende metalmeccaniche

vive a Castellamonte, vicino a Torino (Italia)

Mentre scrivo lo sto sentendo in video. La sua intervista dura 29 minuti. Per vederlo e ascoltarlo entra qui:

http://www.mauthausen-memorial.at/
cerca la lingua italiana (righe in piccolo a fondo pagina),  si apre la pagina con la foto di Liese Prokop Ministro dell'Interno, colonna sinistra premi su "video del testimone del tempo" e ti trovi con Marcello Martini. Lo puoi vedere e ascoltare. Se hai la linea veloce, te ne faccio un obbligo morale, soprattutto se hai votato CDL, ancor più se consideri "eroi" i nostri soldati da 3 anni a Nassirya. Se non conosci l'art.11 te lo ricordo io (vado a memoria come dovresti fare tu): L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
L'Italia, amico mio casuale, ripudia la Costituzione come strumento di difesa della nostra umanità e come mezzo di risoluzione delle controversie interne e internazionali. Ivi compreso il buon Presidente Ciampi.


Ora vai sul sito Mauthausen memorial qui sopra, mouse su lingua italiana, presentazione di Liese Prokop, mouse su video del testimone del tempo e saluta per me Marcello Martini.

Nota storica (
dal sito ufficiale austriaco)
Il campo di concentramento Mauthausen
Poco dopo l'"Anschluss", l'annessione dell'Austria al Reich tedesco, il comune di Mauthausen sul Danubio fu dichiarato campo di concentramento per l´esecuzione “della custodia protettiva” di avversari del regime Ns. Il campo di concentramento di Mauthausen fu il primo campo di concentramento al di fuori del "vecchio regno" e fu anche uno dei "Lager" più famigerati all'interno del sistema dei campi di concentramento NS.
Dalla istituzione ufficiale fino al rilascio del campo di concentramento dal terzo esercito americano il 5 maggio 1945 complessivamente circa 200.000 prigionieri di numerosi paesi europei e di tutto il mondo soffrirono per le condizioni inumane della prigione e per causa dei metodi di tortura delle SS. Più della metà non ha sopravvissuto all'arresto. I prigionieri morirono per esaurimento dovuto allo sfruttamento fisico dei deportati, per causa di epidemie dovute alle circostanze igieniche catastrofiche. Molti prigionieri sono stati torturati a morte, fucilati dalla SS o sono deceduti nelle camere a gas di Mauthausen, nel campo secondario "Gusen" così come "nella Euthanasieanstalt" Hartheim.
Nel corso del tempo dal campo di concentramento principale di Mauthausen si sviluppò un sistema di campi secondari (soprattutto dall'anno 1943 in poi), su cui i prigionieri furono distribuiti e forzati a lavorare per produrre armamenti. Lo sfruttamento sistematico del lavoro dei prigionieri condusse soltanto in parte a migliorare le condizioni della prigione e degli arrestati. Particolarmente negli ultimi mesi della guerra la situazione nel KZ Mauthausen divenne sempre più precaria dovuta al sovraffollamento disperato del "Lager" e al sostentamento sempre più difficile. Dopo il rilascio dagli ospedali militari molti prigionieri morirono per le conseguenze dei danni di salute conseguenza della loro detenzione. Decadi dopo il rilascio i superstiti del campo di concentramento si vedono ancora confrontati con la perdita di una gran parte della loro vita.


Nota logistica
Orario di apertura
Memorial di Mauthausen


Erinnerungsstrasse 1
4310 Mauthausen
Austria


telefono +43 7238 2269 0
fax + 43 7238 2269 40

Orario di apertura
9.00 - 17.30
Chiuso: 24. - 26. 12., 31. 12, 1. 1. 
 
Autostrada: Brennero, Insbruch, Salisburgo, Linz, Mauthausen (con Gusen e Ebensee nelle vicinanze).
Oltretutto è una bella girata. Da non perdere (come si usa dire).


Divagazione artistica


Oltretutto Mauthausen è una grande opera architettonica, tutta di pietra,  da fare concorrenza ai bugnati di Palazzo Pitti, qui a Firenze.
 Grande opera. Costruita in tempi record da schiavi austriaci (oppositori interni), spagnoli (i vecchi fuorusciti antifascisti, ripescati dai nazi nella Francia occupata), russi (quelli che avrebbero dovuto diventare gli scarpellini dei monumenti programmati dall'Impero che doveva durare mille anni)...
Grande opera.  Tirata su a pietre e sangue. come il Colosseo, gli acquedotti romani, le piramidi d'Egitto, la muraglia cinese...
Da vedere.


Post Scriptum
Se vi capita di passare da Monaco di Baviera, non rinunciate a visitare Dacau, pochi km. E' stato il primo, modello per tutti gli altri. Primi inquilini: gli oppositori interni tedeschi.
Il campo di concentramento di Dachau è stato il primo istituito «ufficialmente» dal regime nazista, poche settimane dopo la presa del potere in Germania. Il campo, derivato dalla ristrutturazione degli edifici e dei terreni di una fabbrica di munizioni in disuso, era progettato, inizialmente, per 5.000 deportati. Esso fu un "campo modello" nel quale furono sperimentate e messe a punto le più raffinate tecniche di annientamento fisico e psichico degli avversari politici, cioè degli oppositori del regime, ai quali in un primo tempo quel Lager era dedicato come luogo di «rieducazione politica».
I primi ospiti di Dachau furono funzionari e dirigenti del partito comunista. Poi vennero i socialdemocratici ed i cattolici.


Nota logistica


 85221 Dachau
Alte Römerstr. 75
FON: 08131/669970
FAX: 08131/2235
Orario: dal martedì alla domenica ore 9 – 17, ingresso gratuito.


Visite guidate per visitatori individuali:
www.kz-gedenkstaette-dachau.de


Verkehrsverbindung:
Autobus 724 (parcheggio) o 726 (entrata)


Qui puoi fare un giro virtuale (lingua tedesco, inglese)
http://www.kz-gedenkstaette-dachau.de/englisch/content/index.htm


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