domenica 27 gennaio 2008

Giornata della memoria (4)

Non condivido la separazione della Shoah dal contesto generale





Domenica, 27 Gennaio 2008 -    

  

INFERNO


[Canto XXVIII, nel quale tratta le qualitadi de la nona bolgia, dove l'auttore vide punire coloro che commisero scandali, e' seminatori di scisma e discordia e d'ogne altro male operare.]

Chi poria mai pur con parole sciolte

dicer del sangue e de le piaghe a pieno

ch'i' ora vidi, per narrar più volte?

Ogne lingua per certo verria meno

per lo nostro sermone e per la mente

c'hanno a tanto comprender poco seno.

S'el s'aunasse ancor tutta la gente

che già, in su la fortunata terra

di Puglia, fu del suo sangue dolente

per li Troiani e per la lunga guerra

che de l'anella fé sì alte spoglie,

come Livïo scrive, che non erra,

con quella che sentio di colpi doglie

per contastare a Ruberto Guiscardo;

e l'altra il cui ossame ancor s'accoglie

a Ceperan, là dove fu bugiardo

ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo,

dove sanz' arme vinse il vecchio Alardo;

e qual forato suo membro e qual mozzo

mostrasse, d'aequar sarebbe nulla

il modo de la nona bolgia sozzo.

 

 ...questi storici non mettono in dubbio la persecuzione ebraica ad opera del regime hitleriano e tanto meno le vittime dei campi di concentramento, ne contestano solo i numeri e le modalità e, soprattutto, non condividono la separazione della Shoah dal contesto generale, come se - è quanto affermano - la tragedia della seconda guerra mondiale con i suoi 55 milioni di morti in maggior parte civili, le città rase al suolo, le bombe atomiche, i campi di prigionia, le morti per malattie, fame e stenti e i massacri a guerra finita fossero una semplice cornice al dramma ebraico.

Il sospetto che ci pervade è che dietro questa ondata repressiva, degna dei peggiori regimi oscurantisti, vi sia la paura del libero confronto, anzi il terrore che sulla base delle nuove acquisizioni derivanti, ad esempio, dall’accesso agli archivi di Stato dell’ex Unione sovietica o da recenti studi sui flussi demografici o da semplici calcoli fisici e analisi chimiche, certe verità, elevate a miti, possano essere messe in discussione e, di conseguenza, ridimensionate nella loro portata storica, confermando in ciò la tesi di George Orwell secondo cui: «chi controlla il passato, controlla il presente». (2007)

http://www.nexusedizioni.it/


Uomini e Topi

[…] «Le grida di gioia e dolore seguite al finto ritiro [dei coloni ebraici da Gaza] non erano ancora svanite, che è cominciato il vero assedio e bombardamento di Gaza.

Qualche mese di bombardamenti, la vera conquista di Gaza e l’arresto dei leader palestinesi ha completato l’immagine del grasso gatto che gioca col topo.

I nostri lettori forse ricordano che al culmine della sceneggiata sul ritiro, noi, in ‘Tanto rumore per Gaza’, invitammo tutti a diminuire le aspettative: un ritiro israeliano è sempre seguito da una spinta in avanti, come accade negli stupri.

Non vi aspettate che sia l’ultimo: un detto ebraico dice che un inglese se ne va senza dire addio, un ebreo dice addio e non se ne va.

I lettori delle mie pagine hanno avuto, come sempre, la giusta previsione: gli ebrei sono tornati.

E anche l’intermezzo è stato triste.

Israel Shamir 2006


Casentino e dintorni (estate 44)


Dopo le stragi che già nell’aprile erano state consumate contro le popolazioni civili, comprese donne e bambini, a Vallucciole (108 morti), a Partina e a Moscaio di Banzena (in totale 37 morti), il 14-15 giugno fu la volta di Chiusi della Verna dove furono uccise 10 persone, quindi saccheggiate e devastate le case. Il 20 toccò a Montemignaio, dove vennero uccisi 11 uomini; il 29 ancora a Montemignaio, in località Carbonettoli, dove nazisti e repubblichini catturarono, seviziarono e massacrarono 5 persone. Lo stesso giorno a Castel San Niccolò, in località 

Soldati alleati nel territorio di Chiusi della Verna. Cetica, vennero fucilati 13 civili, mentre una decina di partigiani moriva in combattimento.

Nei due mesi successivi la tragica sequela proseguì con l’uccisione, tra luglio e agosto, di numerosi civili a Poppi, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, Sestino e Montemignaio. Nel settembre, quando sembravano ormai vicine la fine della guerra e la ritirata tedesca, ancora altri eccidi insanguinarono la terra aretina più prossima alla Linea Gotica: fucilazioni e massacri si susseguirono a Sestino, Montemignaio, Pratovecchio, Badia Prataglia e Badia Tedalda. Questa striscia di sangue fu anche l’effetto del rallentamento della ritirata tedesca in provincia di Arezzo, iniziata invece con grande velocità dopo la caduta di Roma il 4 giugno. Il ripiegamento si protrasse dalla fine di giugno alla fine di settembre, primi di ottobre, e lasciò segni di morte e di tragedia dappertutto.

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Foto tedesche


Foto italiane



Perché la guerra è prima di tutto stupida.



Appendice di ricordi personali


E naufragar è amaro in questo mare

1 commento:

  1. Post necessario. Mi stupisce soprattutto che chi avrebbe dovuto ricordare più di altri non l'ha fatto.

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