mercoledì 9 gennaio 2008

Legge 194

Trovo una risposta nella mia esperienza di vita.


Immaginate un giovane immaturo poco più che ventenne, vissuto ed educato nell’ambiente asettico del seminario, lontano dai problemi della vita, infilato improvvisamente in un confessionale, che si trova a decidere se assolvere o condannare una donna che gli confessa di voler abortire senza recedere o di averlo già fatto senza vero pentimento. Se assolve la donna condanna se stesso perché gli hanno insegnato che non ci può essere pietà per il peccatore impenitente. Se nega l’assoluzione condanna ugualmente se stesso perché viene a trovarsi in contrasto col Gesù del Vangelo: “chi è senza peccato scagli la prima pietra, nessuno ti ha condannata, nemmeno io ti condanno”.

L'articolo di Enzo Mazzi lo trovi qui.

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