sabato 5 gennaio 2008

Keplero, Galilei, Newton










La citazione

Popper su Keplero,

Galilei e Newton

Per il noto filosofo,

il più gran “gigante”

fu il poco dogmatico

astronomo tedesco


«Tra i tre giganti dello spirito – i coevi Galilei e Keplero e il loro successore Newton –, che insieme (e con altri) hanno creato la nostra scienza, forse Keplero è il più grande. […] Galilei era profondamente prigioniero della credenza in un movimento circolare naturale – esattamente la credenza che Keplero, dopo lunghe lotte con se stesso e con l’astronomia, sconfisse. Newton scrisse un grosso libro sulla tradizionale (principalmente biblica) storia dell’umanità, che egli corresse nelle sue datazioni secondo princìpi guidati con evidenza da superstizioni; e Keplero non era solo un astronomo, bensì anche un astrologo – per questo Galilei, e parecchi altri ancora, ebbero nei suoi confronti un atteggiamento di rifiuto. Ma l’astrologia di Keplero – la superstizione – fu da lui stesso combattuta nelle sue forme dogmatiche. […] Forse Keplero era, tra questi tre giganti, il meno dogmatico nella sua superstizione».



(da Tutta la vita è risolvere problemi. Scritti sulla conoscenza, la storia e la politica, curato da Dario Antiseri, Rusconi, 1996)



Karl Popper





LA RILETTURA



Popper dichiarò di non essere uno specialista di Keplero ma un suo ammiratore. Questa predilezione del noto filosofo per lo scienziato tedesco deriva da una caratteristica che li accomuna entrambi: l’amore che dimostrano di avere per la verità e l’implacabile ricerca di essa.

Da una deviazione di otto minuti d’arco, dall’ipotesi di orbite circolari ipotizzate da Tycho Brahe, Keplero riuscì a scoprire le leggi che regolano il moto dei pianeti.

Quest’ultimo fece luce su una falsa opinione divenuta d’uso comune – l’esistenza delle sfere celesti –, confutata antecedentemente dalle misurazioni di Brahe, ma che solo egli stesso, per amore della grande armonia esistente nell’universo, seppe verificare e controllare, portando a termine un’ardua impresa come quella di dimostrare l’ipotesi delle orbite ellittiche compiute dai pianeti attorno al sole.



Keplero imparava dai propri errori – Secondo Karl Popper, Keplero non conosceva ancora il calcolo integrale ma intuitivamente era arrivato al calcolo differenziale: ecco il motivo per il quale non insistette molto sulle prime due leggi dei moti planetari. Fu poi Newton che riuscì a trovare la causa dell’armonia cosmica nella forza gravitazionale. Sempre secondo Popper, Keplero non fu lo scienziato che riprese le osservazioni del maestro Brahe, facendole sue, ma fu colui che, sulla base di ipotesi e confutazioni empiriche e imparando dai propri errori, giunse a delle conclusioni di vasta portata. Perché dunque Popper considera Keplero il più grande dei “giganti”?



Il più grande dei “giganti” – Quando Popper fa questa affermazione, prende in considerazione la frase scritta in modo ironico da Isaac Newton nel 1676 al suo critico Robert Hooke (nei confronti del quale egli non provava alcuna simpatia), nella quale lo scienziato affermava di aver fornito una filosofia che vede lontano perché siede sulle spalle dei “giganti”. Tale frase rappresentava in origine una sottile allusione alla postura curva di Hooke (e in questo senso la filosofia newtoniana si elevava molto più in alto di quanto non potesse fare lo stesso Hooke), ma assunse poi il significato comune di riconoscere ai propri predecessori – Copernico, Keplero e Galilei – il merito di aver posto le fondamenta dello sviluppo scientifico. Il grande filosofo austriaco elogia Keplero perché il modo di procedere di quest’ultimo è il meno dogmatico di tutti e, in quanto tale, molto vicino alla filosofia popperiana che procede per prove ed errori.



L’immagine: la copertina di Tutta la vita è risolvere problemi.



Dora Anna Rocca

Trovato qui


Per me Galileo rimane il più ricco di umanità. 



Ma non ho prove dimostrative per il confronto. Leggerò le tre biografie su Wikipedia.

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