giovedì 3 gennaio 2008

Ornella racconta (IV)

Qualche riflessione durante il viaggio di ritorno


L’aereoporto di Abu Dhabi è il primo ad essere stato costruito negli Emirati arabi e si vede. Non solo per lo stile, una grande colonna centrale  a forma di zampillo petrolifero, ma perché è piccolo, inadeguato al traffico di questi giorni di festa  per l’Islam e per la Cristianità. Non ci sono posti a sedere, perché il nostro gate farà entrare solo un’ora prima della partenza, che avverrà alle 2 del 24 dicembre e quindi io e Luci decidiamo di andare a fumarci una sigaretta nella saletta fumatori. La TV sta mettendo in onda una partita di calcio e un gruppo di giovani uomini se la sta vedendo mentre si gusta la sigaretta. Giovani uomini, soli come quelli che ho visto prima sdraiati a dormire sulle poltroncine nella sala di aspetto, vestiti all’occidentale, con giacchettucce slabbrate  , pantaloni informi: sicuramente gente che è emigrata e forse torna per le feste nei loro paesi di origine.

Mi fanno tanta pena e ho tanta tristezza per loro. Ancora i miei orecchi sentono tutto il disprezzo, direi quasi l’odio che i croceristi della Costa hanno manifestato tra loro sulla nave o sugli autopullman durante il viaggio, i soliti discorsi che si fanno in Italia sull’Islam, sul loro modo di considerare le donne come schiave, su quel costringerle a portare il velo, sulla loro innata sporcizia, sulla loro abulia e così via… Ma mi domandavo: che immagine si faranno gli islamici di noi? A parte i nostri elettrodomestici che sono sicuramente anche per loro un traguardo da raggiungere come le veloci automobili, cosa penseranno di noi donne con le cosce mostrate spavaldamente, con i seni al vento e i sederi coperti (!) dal tanga, loro che hanno tanto pudore per le loro nudità… E quel nostro vivere in nicchie isolate con legami tanto tenui con la parentela, con il nostro voler insegnar loro cos’è la vera civiltà, con lo sfruttamento della loro manodopera, costretta a viver come degli schiavi come si fa nel Dubai ..

E a proposito dell’Islam e delle donne, perché abbiamo tanta furia di vedere il loro viso o il loro capo scoperto? Durante questa crociera ho notato tanti esempi di emancipazione… Non solo la guida egiziana, ma una giovane guida yemenita che , mi hanno detto, sfidava la mentalità della sua gente togliendosi il velo e volendo lavorare a tutti i costi perché quella era la sua strada. Le ragazze agli sportelli dell’ aeroporto di AbuDhabi, le ragazze che vendono merce nei loro mercati.  Ci dicono che le donne non possono uscire da sole.. Ne ho viste tante e in particolare quella con un secondo velo che le copriva  anche gli occhi per fare volantinaggio sicuramente a favore di  un movimento fondamentalista islamico. Il nostro autista allontanò da sé la mano che gli porgeva il libretto di propaganda, ma, pensavo, queste donne in fondo possono fare politica  e le donne palestinesi hanno partecipato alla guerriglia.

Si parla tanto del maschilismo islamico, ma non ci accorgiamo che anche da noi esistono tante forme più o meno larvate di  dimostrazione della superiorità degli uomini? E come erano i nostri avi? Femministi forse? E la conquista di certi diritti è venuta così per caso, o per una lenta presa di coscienza delle donne? Ho letto diversi libri scritti da donne islamiche,  dove le donne sostengono che per loro  il capo coperto, quello che noi chiamiamo velo è qualcosa che le distingue nella loro società, dà loro rispetto e onorabilità. Insomma era come ai tempi della mie nonne: uscire senza cappellino era segno di trascuratezza , di povertà. E ho visto anche un film sulla lotta delle donne senegalesi contro le mutilazioni sessuali, questo si un vero delitto, ma che è perpetrato anche in comunità cristiane…

Ci vogliono generazioni per cambiare certe forme di costume e solo il contatto con gli altri può creare dei dubbi in persone abituate all’ubbidienza cieca e  quindi la tentazione di vincere certe resistenze..

Conoscenza, tolleranza,  e naturalmente solidarietà  sono le sole ricette che possono salvare il mondo. Non c’è nessun altra via di uscita.

3 commenti:

  1. Servirà a qulcosa? L'Isolotto non ha bisogno di predicozzi Orni

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  2. Hai letto l'aggiornamentosu "dittatura e democrazia" su "Ornella racconta (III)?

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  3. Non l'avevo letto, ti ringrazio di averlo messo dopo la mia cionsiderazione. Lo dico amaramente, ma la democrazia almeno in Italia ha fallito. Spero che all'ultimo minuto venga qualcuno ad aggiustarla . Orni

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