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Cogitanti mihi saepenumero et memoria vetera repetenti...
Quello che mi colpisce è l'accecamento prodotto dall'uso del potere. Perché se è vero che è morto dicendo non voglio morire ("non sparatemi"), non capisco che lui non abbia capito fin dall'inizio, cioè dalla deliberazione dell'ONU, che la sua era partita persa. E allora perché sacrificare un intero popolo di sudditi, amici e clienti e figli e parenti in una guerra civile patrocinata dalla NATO, cioè dalla più mefistofelica realtà dell'Europa, escort dell'Impero del male. Mussolini che, a Italia già distrutta, a guerra ormai persa, fa fucilare il genero e gli amici della prima era sacrificando tutto un popolo di santi navigatori ed eroi in una guerra civile tanto assassina e cruenta quanto inutile. Hitler che arruola i ragazzi di 16 anni, ormai orfani di padri e nonni per sacrificarli nell'ultima ecatombe sopra il bunker eletto a tomba dell'Impero dei Nibelunghi. Evidentemente, oltre quella soglia, là dove puoi decidere della vita e della morte, della pace e della guerra, il cervello umano subisce una metastasi e perde quel po' di barlume intelligente che madre Natura ha messo insieme in pochi milioni di anni, troppo pochi se confrontati ai miliardi di anni dei protozoi.
Ma l'accecamento prodotto dall'uso del potere, caro Barbabianca, non si limita alle dittature, al singolo definito tiranno e pace all'anima. L'accecamento può colpire interi gruppi, all'inizio ristretti e via via sempre più estesi. Senza scomodare la storia lontana degli spagnoli al seguito di Cristoforo Colombo, degli Italiani d'Abissinia al seguito del maresciallo Badoglio, degli israeliani al seguito delle guerre vinte nel 1948 e 1967, vengo alla mia Italia di oggi: abbiamo da vent'anni un capo di governo che crede alle sue bugie e le scambia con pure purissime verità, riuscendo a trasformare il falso in vero e il vero in falso come un vecchio alchimista delle favole, rimanendo piano piano schiavo di se stesso e del mondo circostante in quanto confonde realtà e immaginazione, nero e bianco, esistente ed inesistente; un fenomeno da laboratorio. Ma la cosa sconcertante è il plagio di se stesso che viene esteso a una massa di persone tra loro differenti per origine e tendenze. Un Parlamento che, di fronte al mondo, dichiara vero il falso riconosciuto e falso il vero accertato. Così che Barabba viene scambiato per Gesù Cristo e Cristo per Barabba. Son bastati così pochi anni di uso del potere per ridurre un pezzo da novanta come Umberto Bossi a un soprammobile del salotto di Arcore: un altro fenomeno da laboratorio, come un vecchio alchimista delle favole che finisce col credere al potere di trasformare il ferro in oro. Ma non dobbiamo fermarci ai singoli personaggi, spesso semplicemente dei prodotti fabbricati nei laboratori degli alieni che controllano le banche e il flusso del denaro dell'intero pianeta. E' chiaro per noi che gli abitanti del pianeta stanno andando in perdizione e che sul villaggio globale si sta per avventare lo tsunami della sovrappopolazione che, unita all'assenza di un principio coordinatore, porta alla fine della civiltà. Questo tiranno globale ha deciso come cura la guerra preventiva permanente destinata a finire come le guerre scaturite dalli tiranni pervertiti dall'uso del potere. Solo che qui la Germania del 1945 è, siamo ottimisti nel restringere, l'intero mondo occidentale.
Fine dell'incubo prodotto dalla vista delle immagini trasmesse dai cellulari di Sirte il 21 ottobre dell'anno di disgrazia 2011.
Ma forse centra il vero il mio pensiero;
che sia democrazia o dittatura
la droga del potere è come un siero
che entra nelle vene e lì perdura.
Se poi la storia ci porta Zapatero
lo chiamiamo sconfitto e non è vero.
Finanza, teologia e arte nella Firenze del Quattrocento.
Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità racconta la storia dell’invenzione del sistema bancario moderno e del progresso economico cui ha dato origine, ricostruendo la vita e l’economia europea dal Medioevo al Rinascimento. I visitatori possono entrare nella vita delle famiglie che ebbero il controllo del sistema bancario, cogliendo anche il persistente conflitto tra valori spirituali ed economici.Il mito del mecenate è strettamente legato a quello dei banchieri che finanziarono le imprese delle case regnanti, ed è proprio quella convergenza che favorì l’operare di alcuni dei più importanti artisti di tutti i tempi. Un viaggio alla radice del potere fiorentino in Europa, ma anche un’analisi di quei meccanismi economici che – mezzo millennio prima degli attuali mezzi di comunicazione – permisero ai fiorentini di dominare il mondo degli scambi commerciali e, di conseguenza, di finanziare il Rinascimento. La mostra analizza i sistemi con cui i banchieri crearono immensi patrimoni, illustra la gestione dei rapporti internazionali e chiarisce anche la nascita del mecenatismo moderno che ha origine spesso come gesto penitenziale per trasformarsi poi in strumento di potere.
Il fiorino, immagine di Firenze nel mondo
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Tutto è monetizzabile?
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Usura
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Ricucire l'Italia
Finisce così:
Le celebrazioni dei 150 anni di unità hanno visto una straordinaria partecipazione popolare, che certamente ha assunto il significato dell’orgogliosa rivendicazione d’appartenenza a una società che vuole preservare la sua unità e la sua democrazia, secondo la Costituzione. Interrogandoci sui due cardini della vita costituzionale, la libertà e l’uguaglianza, nella nostra scuola di Poppi in Casentino, nel luogo dantesco da cui si è levata 700 anni fa la maledizione contro le corti e i cortigiani che tenevano l’Italia in scacco, nel servaggio, nella viltà e nell’opportunismo,Libertà e Giustizia è stata condotta dalla pesantezza delle cose che avvolgono e paralizzano oggi il nostro Paese a proporsi per il prossimo avvenire una nuova mobilitazione delle proprie forze insieme a quelle di tutti coloro – singole persone, associazioni, movimenti, sindacati, esponenti di partiti – che avvertono la necessità di ri-nobilitare la politica e ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e in coloro che le impersonano. Che vogliono cambiare pagina per ricucire il nostro Paese.
A metà settembre di quest'anno il castello di Poppi ha ospitato un bel convegno di Giustizia e Libertà sui temi di libertà, uguaglianza, giustizia sui quali via via si sono arrovellati politici, pensatori, filosofi, operatori sociali e via dicendo. L'han chiamata la Scuola di Poppi, e siccome io sono nato a Poppi e nel castello dove erano tutti o quasi gli uffici comunali ha riposato per vari anni il mio certificato di nascita, beh, mi sono sentito coinvolto nell'iniziativa presa dal mio compagno di gioventù Franco, all'epoca Franchino, oggi dott. Sbarberi, professore emerito di storia contemporanea all'Università di Torino. Tramite Franco ho conosciuto da più vicino Zagrebelsky che lui chiama Gustavo e al quale io mi son permesso di dare del tu. Beh, tutto questo per dire che ieri, 3 ottobre 2011, dopo aver letto l'intervista a "Gustavo" pubblicata su Repubblica, ho preso in mano immagini e audio che avevo messo insieme nei tre giorni della "scuola di Poppi" e ho prodotto lo Youtube che segue, mentre Paola mi rimproverava delle lunghe ore passate al computer dimentico di rifare il letto, comprare il pane e preparare la frittata di patate e cipolle. Anche il video ha un sapore casalingo, un po' naif, mi sembra. Fatto a mano. Buona visione.