venerdì 25 gennaio 2008

Camilla

Camilla


 


Trent'anni o giù di lì. E' morta il 24 gennaio verso le 5 ora italiana, ore 22 in Chiapas, Messico.  Era in viaggio turistico con il suo compagno di cui non so il nome. Volata via - mentre camminava a piedi - sotto l'urto di una macchina. Morte istantanea. Io, Camilla l'ho vista sì e no una volta. Ma  è la figlia di Luisa; questa Luisa:


Careggi, cappelle del commiato: Nuove ampie lungo il Terzolle pieno d'acqua in questo Maggio "a  catinelle". L'aria è fresca, il cielo variato di nuvole e azzurro. Alla stanza n.15 c'è il corpo  senza vita di Luisa. Proprio lei: addormentata, con le piccole mani instancabili appoggiate  dolcemente ai fianchi, la bocca lievemente aperta, gli occhi chiusi, l'espressione dolce. Mi mancano  gli occhi ridenti, la voce allegra, il suo saluto. Mi mancano anche i vasetti di marmellata di ribes  colti alle Rocche, profondo Casentino, tra i castagni immensi e i frutteti rinati sotto le mani  instancabili di Marzio. sabato, maggio 08, 2004


L'ho ripescata in un mio post già vecchio di 2 anni.


 Marzio, padre e marito, è là alle Rocche, profondo Casentino, in attesa. Che cosa dire? Forse sto  perdendo l'occasione di stare zitto..Ma chi frequenta questo blog s'incontra spesso con sorella  morte. Della quale dobbiamo pur parlare. L'altro mese Stefano, infermiere più che collaudato, parlando della  mamma ultranovantenne, diceva: ma perché si deve morire soffrendo? Quando sento di un incidente con morti e feriti gravi mi viene spontaneo invidiare il morto sul colpo.

Un conto morir subito: aveva 36 anni, Antonio Schiavone, l'operaio morto nell'incendio nello stabilimento torinese della Thyssen Krupp di corso Regina Margherita.

Un conto dopo una settimana: È morto Rosario Rondinò, l'operaio di 26 anni rimasto gravemente ferito nell'incendio scoppiato all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino e ricoverato presso il reparto grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Genova.


Sto delirando? E allora perché leggo "Non sono un assassino?" e stilo la mia biocard?


 


Ma la biocard riguarda la morte naturale del vecchio o del malato incurabile... Quella di Camilla  non lo è. E' una morte che grida vendetta. Già; ma contro chi?


Penso a un amico, Tullio, 50 anni, giornalista, ragazzo d'oro, che sta combattendo con coraggio e  dignità contro il cancro alle corde vocali, esteso al fegato...

Diceva il Manzoni: A questo mondo c'è giustizia finalmente! (Tanto è vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica).

Lo parafraso in un altro passo: "La c'è la c'é la Provvidenza"   (Tanto è vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica).


Non c'è provvidenza, non c'è a cui chiedere spiegazione. Destino cinico e baro? Neppure questo.  Abbandonarsi al flusso cosmico "come una docile fibra dell'Universo"? Mettiamola così. Se dio non  fosse stato accaparrato dalle religioni positive (quelle col libro sacro e il dogma inchiodato  sopra) sarebbe il momento di farci un pensiero. Potrei rivolgermi a Cristo crocifisso; ma si son  preso anche lui; riceve solo per via gerarchica, tramite l'intermediario che biascica giaculatorie e   insiste col dire che è tutta colpa del peccato, del mio peccato. O di un peccato originale  piuttosto sospetto.  Non torna. Vado con Budda? Mi metto in psicanalisi?

Rileggo Einstein:


Perchè viviamo


Ognuno di noi è su questa terra per una breve visita; egli non sa il perchè, ma assai spesso crede  di averlo capito.


Qual e il senso della nostra esistenza, qual e il significato dell'esistenza di tutti gli esseri  viventi in generale?


Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi.La più bella  sensazione è il lato misterioso della vita.


Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è per cosi dire morto; i suoi occhi sono  spenti. L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la  religione.


Sapere che esiste qualcosa di impenetrabile, conoscere le manifestazioni dell'intelletto più  profondo e della bellezza più luminosa, che sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme  più primitive, questa conoscenza e questo sentimento, ecco la vera devozione: in questo senso, e  soltanto in questo senso, io sono fra gli uomini più profondamente religiosi.


Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l'oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l'esercitiamo su noi stessi.


Non voglio e non possono figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante  anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee.


Mi basta sentire il mistero dell'eternità della vita, avere la coscienza e l'intuizione di ciò che  è, lottare attivamente per afferrare una particella, anche piccolissima, dell'intelligenza che si  manifesta nella natura.


 


 ripasso  Hoyle?


 


“(..) Di proposito non me la sento di considerare Dio troppo lontano, niente a che vedere con lo  stupefacente Dio degli antichi Ebrei, e ciò perché non credo che questo concetto  sia giusto, per  quanto impressionante possa essere.  Posso spiegare la differenza tramite una vecchia storiella  spagnola. Un giorno Dio, sotto mentite spoglie , incontra un contadino che cammina lungo la strada e gli chiede “Dove stai andando?” Al che il contadino risponde “A Saragozza” dimenticando di  aggiungere la chiosa obbligatoria nel medioevo “Se Dio vuole”.  A causa di questa mancanza di  rispetto Dio trasforma il contadino in una rana e la spedisce nella pozza più vicina.  Dopo avere  osservato la rana sguazzare per un po’ Dio inverte la trasformazione e dice al contadino , una volta  ripresa la forma umana “Ed ora dove vai?” Al che il contadino risponde “ A Saragozza o nella pozza!”  Gli irosi dei del mondo antico avrebbero rispedito il contadino nella pozza. Il mio Dio per contro si sarebbe assicurato che arrivasse a   Saragozza.  Un errore di tutte le religioni fondamentaliste è che il loro Dio non ha senso dell’humour. Ciò perché le religioni fondamentaliste si mantengono per lungo tempo per mezzo di rituali che per loro natura non hanno alcun senso dell’humour.


Ma la vera questione è che Dio non è onnipotente, Dio non può eludere il male rappresentato dal  decadimento (n.d.t. termodinamico) perché la questione non è di quelle su cui si può scegliere. Se  c’è un universo c’è decadimento. Se non c’è decadimento, non c’è universo. Fate la vostra scelta.  (..)  Il fenomeno della vita è un modo estremamente intelligente per sconfiggere il decadimento, e  se si potesse trovare una soluzione anche al problema della “coscienza individuale”, avremmo una  soluzione completa. Al giorno d’oggi ci si parano davanti gli opposti estremi, rappresentati da una  visione atea e da una visione fondamentalista, e a mio parere in entrambi i casi siamo nei guai.  La  visione atea di un universo che sembra esistere senza scopo e nel contempo possiede una squisita  struttura logica a me pare ottusa, mentre le perpetue liti dei gruppi religiosi fondamentalisti sono  ancora peggio.  Nessuna delle liti religiose che ho mai visto o di cui sono venuto a conoscenza,  vale la morte di un solo bambino. Si possono concepire vari universi definiti da forme differenti di  vincoli matematici. Quello che io sospetto è che i vincoli che definiscono il nostro universo non  siano vincoli qualsiasi. I vincoli sono ottimizzati per le conseguenze che ne derivano. O, detta in  altre parole, Dio sta facendo del suo meglio, e gravarLo del concetto di onnipotenza è un grossolano  insulto, un insulto perpetrato da persone che non meritano il grande sforzo che è stato intrapreso  per loro stesso conto."


 Fred Hoyle (Scienziato astronomo inglese)


 


Nel frattempo inciampo in questi versi:


 


Nuvole scure gravano come macigni


dentro la mia testa.


Com’è intenso il dolore,


non c’è arma che possa combatterlo,


e sto lì, aspettando che passi,


deve passare, deve andare via,


tornare negli angoli più remoti dei miei pensieri,


e stare lì in silenzio,


finché il tempo da solo possa guarire le ferite,


togliere i lividi nell’anima.


Vorrei che non fosse mai successo,


ma i solchi sono sempre più profondi,


non vanno via, non vanno via,


non possono più andare via.


 


 



 E mi rifugio in Sandro Penna:

Io vivere vorrei addormentato


entro il dolce rumore della vita.


 


Che Camilla e Luisa e Giorgia e Danilo e Toni vivano con noi addormentati entro il dolce rumore  della vita.


 


Cerco Leopardi che mi presenta Plotino nel momento che sta concludendo un lungo dialogo con Porfirio:



Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte che il destino  ci ha stabilita, dei mali della nostra specie. Si bene attendiamo a tenerci compagnia l'un l'altro;  e andiamoci incoraggiando, e dando mano e soccorso scambievolmente; per compiere nel miglior modo questa fatica della vita. La quale senza alcun fallo sarà breve. E quando la morte verrà, allora non ci dorremo: e anche in quell'ultimo tempo gli amici e i compagni ci conforteranno: e ci rallegrerà il pensiero che, poi che saremo spenti, essi molte volte ci ricorderanno, e ci ameranno ancora.


 


Caro Marzio, altro dirti non so. Che tu sei un grande uomo, un grande produttore, insieme ai tuoi  amici del GAS. Che bel pomeriggio, l'estate passato, alle Lame di Ortignano, un po' di serenità ritrovata. T'abbiamo  ammirato per la forza del carattere, così tetragono ai colpi di ventura. Posso scrivere che ci hai fatto  gustare il miglior vinsanto mai sentito? Posso ricordare le marmellate di ribes more e tutti i  berries che fioriscono costì alle Rocche? Un abbraccio. Urbano.


 

3 commenti:

  1. Le parole degli astronomi e dei grandi scienziati giungono direttamente alla ragione che si interroga. Mi piace tanto quando riporti questi bellissimi brani. I versi sono una tua composizione? Orni

    RispondiElimina
  2. L'ho trovata in internet.

    "Schegge di emozioni" è una raccolta poetica di Alessandra Gazzi.

    D'accordo su astronomi e grandi scienziati. Se la nostra vita è meno dura di quella degli antenati, è merito loro.

    RispondiElimina
  3. Marzio è davvero un grande uomo.Ho sempre ammirato la sua calma e il suo sguardo coraggioso e ferito. Ho conosciuto la sua amata figlia a un pranzo a casa di amiche comuni. Gli assomigliava tanto!

    Grazie Barbabianca che ci accompagni un po' tutti per mano e in qualche modo ci fai sentire vivi attraverso i tuoi pensieri e le tante cose che sai, come in un puzzle, che ci incastra tutti in un disegno che non sappiamo ancora..

    RispondiElimina