giovedì 13 marzo 2003

De la musique avant toute chose

(P.Verlaine)

Un altro piacere della terza età, a Firenze chiamata età libera, è quello di tornare a scuola. Una scuola senza esami e senza obblighi. Solo l’imbarazzo della scelta.

E così tutti mercoledi pomeriggio, mi ritrovo in compagnia di coetanei tra i 55 e i 75, maggioranza naturalmente donne, al teatro Le Laudi, angolo Piazza Savonarola, non lontano dalla ex sede della ex Fiorentina, - caducità delle umane sorti - ad ascoltare una piacevole giovane dottissima insegnante, Eleonora Negri, che seduta sul palco con davanti un tavolo e diversi libri, con ai lati il pianoforte e un Hi Fi, ti parla di romanticismo collegando poesia, letteratura, filosofia con la musica. Ti legge una poesia di Goethe, in un perfetto tedesco, un commento di Wackenroder, ti esegue al piano delle melodie spiegandoti che in musica i colori del pittore si chiamano tonalità e le sfumature si realizzano con le note della scala, 12 e non solo otto...poi inserisce un CD e ti fa “vedere con le orecchie” i suoni che lei sa leggere nello spartito. I virtuosismi di Niccolò Paganini riprodotti da una moderna virtuosa giapponese di cui non so ripetere il nome, le follie pianistiche di un Listz riprodotte da Horowitz e via melodiando.

Non avevo mai apprezzato i lieder, i canti o canzoni o vocalizzi: termine intraducibile. Finché E. Negri non mi legge Kennst du das land wo die zitronen bluhn? Conosci il paese dove fioriscono i limoni? di Johann Wolfgang von Goethe che sospira l’Italia (!) come un lombardo alla prima crociata. Altro che inno di Mameli! ( Sig. Presidente Ciampi, ma come si fa a convincere Totti a cantare l’Italia “stretti a coorte e pronti alla morte”?). Ma neppure i bersaglieri del Kossovo e quelli dell’Afghanistan. Vuoi mettere Goethe musicato da Schubert e da Schumann.

E Wackenroder? Morto a 25 anni, sul finire del secolo dei lumi – grande secolo - E le sue parole dilettano il cuore e la mente di questa platea di settantenni. O Natura Natura...

Eccolo, letto da Eleonora Negri:

La meravigliosa favola orientale di un santo ignudo:

"Dalla barca una musica eterea saliva ondeggiando nell'ampiezza del cielo: dolci corni o non so quali altri incantevoli istrumenti suscitavano un mondo nuotante di suoni, e nelle note, che ora salivano ora scendevano a ondate, si poteva distinguere il seguente canto:

............

dell'Amor suona la musica

nelle selve austere e calme:

dal tenue suono la palma e il fiore

sognando apprendono il dolce amore.

quelle le prime note musicali che cadevano nel deserto, e subito lo sconosciuto desiderio fu quietato, l'incanto disciolto, il genio, che si era smarrito, fu liberato dal suo involucro terrestre. La forma umana del santo era scomparsa, un'immagine spirituale bella come un angelo, intessuta di vapore leggero, stava sospesa fuori della grotta e stendeva, piena di nostalgia, le braccia snelle al cielo, e s'innalzava secondo le note della musica in un movimento di danza, dalla terra verso l'alto... Carovane in cammino guardavano stupite la meravigliosa apparizione notturna e gli innamorati credettero di vedere il genio dell'amore e della musica."


Così scriveva Wackenroder sul finire del secolo dei lumi a chiusura di una sua breve e celebre novella.

La trasfigurazione e l'ascesa al cielo del santo ignudo che sino a quel momento viveva in una grotta a girare senza posa e senza pace la ruota del tempo che con fragore scrosciante lo trascinava nel suo assurdo vortice, avviene al suono della musica che nella notte incantata di luna segna l'amore dei due innamorati. Ed è sempre la musica che ha il potere di far sparire dalle mani del santo la ruota del tempo che era costretto a girare senza posa e di scioglierlo dalla terribile schiavitù.

: "Un fiume che mi scorre davanti mi deve servire da paragone. Nessuna arte umana può rappresentare con parole dinanzi ai nostri occhi lo scorrere di una massa d'acqua variamente agitata, secondo le sue mille onde, ora piatte e ora gibbose, impetuose e schiumanti; la parola può solo contare e nominare visibilmente le variazioni, ma non può rappresentare visibilmente i trapassi e le trasformazioni di una goccia con l'altra. E ugualmente avviene con la misteriosa corrente che scorre nelle profondità dell'anima umana: la parola enumera, nomina e descrive le trasformazioni di questa corrente, servendosi di un materiale a questa estraneo; la musica invece ci fa scorrere davanti agli occhi la corrente stessa. Audacemente la musica tocca la misteriosa arpa, e traccia in questo oscuro mondo, ma con preciso ordine, precisi e oscuri segni magici, e le corde del nostro cuore risuonano, e noi comprendiamo la loro risonanza".

Ma perché si deve morire a 25 anni?

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