La guerra d'autostrada
Annientati 260 veicoli, di cui 100 bisonti della strada, 13 caduti, 78 feriti: à la guerre comme à la guerre. Non è Kossovo, né Afghanistan né Iraq. Siamo a Venezia, diretti a Trieste, il 13 marzo 2003. "Inutile chiudere le autostrade, al volante serve più prudenza": parola di ministro. Arrivederci alla prossima.
Ve l'immaginate la metà di quei morti e feriti in un incidente ferroviario? o aereo? Presidente, ministri, magistrati, RAI-TV ( a proposito, Casini ha letto il mio blog: mettiamo le donne al posto degli uomini; a Firenze gli dedichiamo una bella piazza alla SS Annunziata), capannelli agli angoli delle strade, davanti alle edicole, nei bar.
Ma un viceministro suggerisce di chiudere le autostrade, quando la nebbia è a visibilità zero. Aspettando che il vice sostituisca il principale, o meglio che la moglie prenda il suo posto, secondo l'auspicio da me formulato per l'8 marzo u.s., Barbabianca fa la sua proposta: quando la nebbia è a visibilità 30 scattano gli allarmi in autostrada, entrano in funzione gli automatismi: gli ingressi si chiudono, i radar si spostano dalle zone militari e si posizionano in autostrada, le auto starter lasciano gli ippodromi dove son solite avviare la corsa dei cavalli e si mettono davanti ai bisonti, come fossero i cavalli: tutti a 50 all'ora. Chi non ci sta, si ferma al primo autogrill.
Naturalmente anche le auto starter sono dotate di radar, fari a raggi infrarossi, pilota automatico, raggi laser e tutto quanto è in dotazione degli eserciti del pianeta, anche dei più antiquati.
Idem per la corsia delle auto, che può scorrere a una velocità di 60/70, sempre in processione dietro le auto starter munite di radar, raggi infrarossi, pilota automatico, laser e quant'altro è in dotazione degli eserciti del pianeta, anche dei più antiquati. Chi non ci sta si ferma al primo autogrill.
Sono trent'anni che lo penso e precisamente da quando, io toscano, poco abituato alla nebbia, mi trovai una sera in strada tra Padova, Ferrara e Bologna, col mio vecchio glorioso Peugeot G7 attrezzato a camper e non vedevo il cofano davanti a me. Tre quattro Km con il terrore addosso, paura di tamponamento, assenza di corsia d'emergenza, finché intravidi sul mio lato destro una piccola striscia di asfalto che mi guidò fin davanti a una piazzetta con una chiesetta che mi allentò la stretta: soddisfazione d'essere in un camper, stendere i lettini e cacciarmi nel sacco a pelo come un canguro dentro il marsupio. Non saprei mai ritrovare quella piazzetta con la chiesetta che mi allentò la stretta. Sia resa qui pubblica lode al mio Luogo Sconosciuto.
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