Dottor Jackill La vista di un uomo anziano, stanco, malato, che continua nonostante tutto a farsi carico di un compito immane, desta un senso di rispetto, simpatia o pietà. L'attaccamento di immense folle popolari, in tanti paesi del mondo, continua a essere impressionante. Una personalità che unisce a un vasto sapere la conoscenza di numerose lingue, un comportamento sportivo, un reale coraggio fisico, una profonda spiritualità, la fedeltà nell'amicizia e una grande forza di persuasione suscita ammirazione. Quanto alle questioni morali, è nota l'insistenza del papa sul rispetto per la vita fin dal suo concepimento, così come la sua radicale opposizione all'aborto, alla contraccezione, al divorzio, all'eutanasia, ma anche alla pena di morte. In nome del Vangelo, il papa ha condannato con estrema durezza gli abusi e gli eccessi del capitalismo, e ha persino denunciato - a Cuba - il neoliberismo e i suoi effetti perversi. Il secolarismo occidentale, caratterizzato dal relativismo, dal consumismo e dall'edonismo, è stato il secondo avversario di Giovanni Paolo II. Il quale ha ricordato con forza i valori dell'amore per il prossimo, della solidarietà, della moderazione nell'uso dei beni materiali. Un suo leitmotiv costante è la pace tra i popoli, fondata sulla giustizia nei loro rapporti. Si è dimostrato attento alle sofferenze delle vittime, condannando ad esempio l'embargo contro l'Iraq e contro Cuba, che sottopone la popolazione a restrizioni devastanti. Tutte posizioni ispirate alla fedeltà al Vangelo. Si è opposto alla guerra del Golfo, ha messo in guardia contro quella del Kosovo, ha dichiarato le sue riserve sull'attacco all'Afghanistan, ha rivendicato il diritto dei palestinesi a uno stato. La missione che Giovanni Paolo II si è assegnato alla testa della Chiesa cattolica era duplice: restaurare una Chiesa scossa dal concilio Vaticano II, e rafforzarne la presenza nella società, onde consentirle di attuare il suo compito di evangelizzazione.
Il cardinale Karol Wojtyla aveva partecipato attivamente al concilio Vaticano II. Aveva sostenuto la modernizzazione dell'immagine della Chiesa cattolica, appoggiando molte delle riforme adottate dall'Assemblea del vescovi. E tuttavia osservava con preoccupazione, dalla natia Polonia, le conseguenze del concilio su una Chiesa che si stava riformando in profondità, non senza traumi e conflitti interni. Nessuno può dubitare che Giovanni Paolo II, il prelato sportivo, l'ex operaio dello stabilimento Solvay di Cracovia, dilettante di teatro e moralista dell'Università cattolica di Lublino, il sacerdote dalla personalità mistica, il pastore dei Carpazi sia destinato a rimanere nella storia come un gigante dell'era contemporanea: il papa di un quarto di secolo che ha trasformato profondamente l'umanità, il papa della globalizzazione. |
Mr. Hyde Quanto alle questioni morali, è nota l'insistenza del papa sul rispetto per la vita fin dal suo concepimento, così come la sua radicale opposizione all'aborto, alla contraccezione, al divorzio, all'eutanasia, ma anche alla pena di morte. Ma l'attaccamento del pontefice a una filosofia della natura superata dalle conoscenze contemporanee, la sua riluttanza a prendere in considerazione le condizioni sociali e psicologiche concrete degli esseri umani, così come le drammatiche conseguenze - come nel caso dell'Aids in Africa - di talune posizioni dogmatiche, hanno finito per far perdere alla Chiesa cattolica buona parte della sua credibilità. Ma se nell'enciclica Centesimus Annus ha condannato il socialismo nella sua essenza, in quanto veicolo di ateismo, quando ha stigmatizzato il capitalismo selvaggio lo ha fatto denunciando le sue pratiche, non la sua logica. E laddove si fa riferimento, in questo stesso documento, a un'«economia sociale di mercato», non si menzionano le pratiche «selvagge» attuate nei paesi del Sud e nell'Est europeo da quegli stessi agenti economici che si richiamano a questo modello. Allo stesso modo, i frequenti e insistenti appelli alla «globalizzazione della solidarietà» non sfociano mai in una denuncia delle cause profonde della povertà e delle disuguaglianze. Purtroppo, questi richiami ai valori sono rimasti il più delle volte astratti, dato che il papa non ha mai esplicitato le cause reali delle guerre e le loro connessioni con l'imperialismo economico. Peraltro, l'alleanza di fatto tra la Santa Sede e i poteri economici e politici dell'Occidente continua ad esistere, sulla base di una logica istituzionale (la riproduzione sociale dell'istituzione ecclesiastica), e ha fatto perdere al discorso contro le guerre gran parte della sua credibilità. L’affossamento del Concilio vaticano II Quanto alla collegialità episcopale - uno dei punti forti del concilio Vaticano II - Giovanni Paolo II l'ha chiaramente subordinata all'autorità romana. In numerose diocesi, i nuovi vescovi, su ispirazione della Santa Sede, hanno iniziato a esercitare un controllo sui centri di formazione, smantellando l'opera pastorale dei loro predecessori e introducendo congregazioni religiose o organizzazioni cattoliche conservatrici. In America latina, il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), che aveva svolto un ruolo di punta nel rinnovamento, organizzando, nel 1968, la Conferenza di Medellín per l'applicazione del concilio Vaticano II nel subcontinente, fu trasformato a poco a poco in un organismo di restaurazione. Le conferenze episcopali furono riorientate attraverso nuove nomine, Come nei casi delle diocesi di Chur, in Svizzera, con la nomina di mons. Haas, di Recife con il successore di Dom Helder Camara, di San Salvador con la nomina di un vescovo dell'Opus Dei come successore di mons. Rivera y Damas e di mons. Oscar A. Romero. La Teologia della liberazione è stata oggetto di una repressione specifica. Questa teologia parla di liberazione, al presente, come espressione dell'amore di Dio per il suo popolo. E dunque appariva pericolosa per l'ordine, sia sociale che ecclesiastico Vicino all'Opus Dei (1), che lo aveva accolto in occasione di alcuni suoi viaggi all'estero, guardava con riprovazione non soltanto a taluni sviluppi eccessivi in campo liturgico, ma anche a numerose applicazioni concrete delle decisioni conciliari. Nel 1982, quattro anni dopo l'elezione di Giovanni Paolo II, l'Opus Dei acquisì uno status di prelatura personale, al di sopra della giurisdizione dei vescovi. Il suo fondatore fu canonizzato nel 2002, a soli 27 anni dalla sua morte; molti dei suoi membri vennero nominati vescovi, spesso in diocesi importanti, e alcuni furono fatti cardinali. (1) L'«Opera di Dio», fondata nel 1928 in Spagna da mons. Escriva de Balaguer, definita da molti «massoneria bianca», conta più di 80.000 membri, in maggioranza laici, in un centinaio di paesi …Sotto l'attuale pontificato, le istituzioni bancarie del pontificato hanno dato luogo a clamorosi scandali, tra cui quello del Banco Ambrosiano (2). Tutti i poteri - giudiziari, politici, economici e mediatici - hanno congiurato per tacitarle, nel timore di mettere a repentaglio un'istanza morale che ai loro occhi costituisce una garanzia dell'ordine sociale. La «nuova evangelizzazione» promossa da Giovanni Paolo II è caratterizzata da due principali orientamenti: da un lato quello dell'Opus Dei, volto a evangelizzare attraverso il potere, facendo della spiritualità un segno di eccellenza sociale; dall'altro, quello dei vari movimenti carismatici, esigenti in materia di comportamenti personali, con una tendenza a valorizzare aspetti di tipo affettivo, ma generalmente poco inclini a integrare una dimensione sociale. D'altro canto, le comunità ecclesiali di base nate in America latina, caratterizzate dall'autogestione, in cui a prendere la parola erano i poveri, sono state emarginate e talvolta distrutte. la Gioventù Operaia Internazionale (GIOC), nonostante il sostegno di varie conferenze episcopali, è stata emarginata, con l'abrogazione del suo status di organizzazione internazionale cattolica, mentre una Federazione concorrente è stata creata di sana pianta. Con le sue visite in Polonia ha promosso una mobilitazione religiosa, e assicurato - anche sul piano finanziario, tramite il Banco Ambrosiano - l'appoggio a Solidarnosc. in Nicaragua si arrivò nel 1983 allo scontro con il Fronte sandinista. Nell'omelia tenuta a Managua, il papa condannò la Chiesa popolare e il «falso ecumenismo» dei cristiani impegnati nel processo rivoluzionario. Il viaggio a Cuba segue la stessa linea. …al suo ritorno a Roma, dichiarò che la sua visita avrebbe avuto lo stesso effetto del viaggio compiuto dieci anni prima in Polonia. Da qui i numerosi compromessi con il potere americano, per cui molte delle sue organizzazioni cattoliche, in Europa e a Roma, hanno canalizzati fondi, sia ufficiali che segreti, in favore di Solidarnosc. E da qui anche la tolleranza nei confronti di regimi dittatoriali di destra, come quelli del Cile, dell'Argentina (3) o delle Filippine. Da qui infine l'intervento in favore del generale Augusto Pinochet. E sul piano simbolico, la beatificazione, proclamata nel 1998, del cardinale Stepinac, che era stato molto vicino al regime fascista della Croazia durante la seconda guerra mondiale. Ma per aver voluto ricostruire una Chiesa più solida in un mondo più umano, questo papa ha finito per distruggere un gran numero di forze vive emergenti, che portavano l'impronta di una visione evangelica e profetica. Il governo centrale della Chiesa, che avrebbe dovuto essere al servizio del «popolo di Dio», è divenuto un apparato reazionario, alleato di fatto dei poteri oppressori.
(2) Il Banco Ambrosiano finanziava tra l'altro il regime del dittatore Anastasio Somoza in Nicaragua. Il suo presidente, il banchiere Roberto Calvi, fu trovato impiccato sotto il Ponte dei frati neri, a Londra. Il 16 aprile 1992, nella sua sentenza sul fallimento del Banco ambrosiano, il Tribunale di Milano spiegò i collegamenti esistenti tra quest'ultimo e l'Istituto per le Opere di Religione (Ior), la banca del Vaticano, diretta all'epoca da mons. Paul C. Marcinkus, di nazionalità americana, già invischiato in altre vicende scabrose. Si legga Fernando Scianna, «La mafia au coeur de l'Etat et contre l'Etat», Le Monde diplomatique, ottobre 1982.
(3) In Argentina, il nunzio all'epoca della dittatura militare, l'attuale cardinale di curia Pio Laghi, aveva rivolto alla guarnigione di Tucuman le seguenti parole: «Voi che sapete cos'è la patria, ottemperate agli ordini con obbedienza e coraggio mantenendo la serenità dello spirito» (La Nación, Buenos Aires, ottobre 1976). Nel Cile di Pinochet, il nunzio era l'attuale cardinale Angelo Sodano, poi nominato Segretario di Stato, che a proposito del regime ebbe a dichiarare: «Anche i capolavori possono avere qualche macchia. Vi invito a non soffermarvi sulle macchie del quadro ma a guardare l'insieme, che è meraviglioso». La cristianità - aveva detto Harvey Cox, teologo battista, docente a Harvard - ha bisogno di un papa, ma non come potere, bensì in quanto espressione simbolica dell'unità. |