giovedì 20 marzo 2003

 

 

Le tre età dell'uomo

 

 

"… sono stupendi i trent'anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l'angoscia dell'attesa, non è cominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent'anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c'è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell'olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore, da grandi. …"

Beh, io mi sento così, e sento che la mia vita vale la pena di essere vissuta, e credo anche che ti puoi sentire così solo se vivi in un paese occidentale, se sei cresciuto nella nostra cultura. C'abbiamo messo tremila anni di guerre, roghi, torture, stermini, ma anche di idee, rivoluzioni, di pensiero. Credo che combatterei, se necessario, per difendere tutto questo. Per questo odio i Talebani, odio gli integralisti, i "troppo convinti" di qualsiasi credo essi siano e in qualunque paese essi vivano.
Mi vengono i brividi vedendo le donne islamiche, condannate ad una non esistenza, mi fanno altrettanto inorridire certi cattolici che con spietata cattiveria condannano, superbi, altre persone che semplicemente vivono la loro vita in modo diverso da quello che la Bibbia, il Vangelo, Dio o chi per loro ha deciso.

Molti dicono che ciò che è successo l'11 settembre ha cambiato il mondo. Ho paura per come andrà a finire. Penso che tutto questo ci costringerà davvero a confrontarci, forse anche a scontrarci, ma almeno saremo costretti a riflettere su quello che davvero conta nella nostra vita.

Fallaci, se il sole muore.

Sono stupendi i settant’anni, e anche i sessanta, sessantacinque. Sono stupendi perché sono liberi: liberi dal lavoro a cartellino, liberi dalla schiavitù dell’orologio, dalle scadenze obbligate del calendario, dalle code obbligate del mese di agosto, dagli ingorghi autostradali degli week end.

Sono stupendi i settant’anni, perché se pure hai smesso di andare al lavoro, puoi continuare a riscuotere lo stipendio. Sono stupendi perché sei uscito dalle turbolenze dell’amore giovanile, per approdare sulle spiagge assolate delle insenature tranquille.

Perciò io credo che Solone scrisse quei versi quando era ancora giovane e pieno di sperma, ma divenuto vecchio si esprimeva così:

- ora mi compiaccio delle opere di Cipride

di Dioniso e delle Muse, che portano gioie agli uomini.-

Così egli aveva posto la sua vita in una certa calma, quella del matrimonio e della filosofia, dopo l’uragano e la tempesta degli amori giovanili”.

(Plutarco, Sull’amore, tascabili economici Newton, pg.25).

A settantanni mi sento come al ritorno in albergo dopo lo sci in settimana bianca: i piedi liberati dagli scarponi, i muscoli sfatti e distesi, la doccia calda e rinfrescante, il letto pulito e accogliente.

A settantanni mi sento come all’arrivo sulla vetta della montagna: soddisfazione di voltarsi indietro, valutazione del percorso fatto, considerazione delle difficoltà superate, contemplazione del panorama sottostante, con le valli coperte dalle nebbie e le cime scintillanti al sole.

A settantanni trovo il tempo, l’intelligenza e la volontà di ringraziare con tutto il cuore i milioni di uomini che mi hanno preceduto e che mi hanno permesso, con le lotte e la determinazione, la sofferenza, la rivolta ed il martirio, di godere i piaceri di una vita prolungata e non più schiavizzata. Il quarto stato. Eccoli qui.

A settantanni io gusto il sapore del vivere anche e soprattutto per costoro e, particolarmente per quelli che, per colpa e malizia di altri uomini, non sono rientrati la sera in albergo per togliersi le scarpe e fare la doccia, non sono arrivati alla cima per prendere coscienza del cammino percorso: fulminati a vent’anni sulle trincee del Carso o della Marna, dentro i bunker della linea Sigfrido e della Maginot, e poi, più tardi ma in così rapida successione, congelati di fame e freddo nella pianure della Russia, massacrati dalle bombe a Montecassino, Parigi, Mosca, Londra,Stalingrado, Berlino, Colonia, Dresda e via col vento, fucilati dai plotoni di esecuzione in tutti gli angoli d’Europa, umiliati, torturati, scannati come bestie , sterminati come parassiti nocivi nei campi di sterminio di tutta Europa.

A settantanni voglio vivere anche per quelli che son caduti nei luoghi di lavoro, in adempimento di un servizio, ed anche per i tanti che ogni giorno rimangono sulle strade, stritolati dentro le scatole di latta che stanno inquinando il pianeta, intasando le nostre città, succhiando quel petrolio che viene ricavato in questo momento dal sangue degli iracheni prima che dai loro pozzi.

Voglio vivere ancora per lottare o quanto meno testimoniare a favore di quei tanti /troppi) che ancora oggi nascono per morire prima del tempo di “peste fame e guerra” senza neppure prendere coscienza del come e del perché. A settantanni io gusto il sapore della vita matura per tutti costoro a cui la vita viene negata. E finalmente mi preparo a rimanere in cielo dove già sono e precisamente qui. Non ho quindi bisogno della monetina in bocca per attraversare il fiume che porta al regno dei morti, né mi occorre il lasciapassare della santa unzione per volare al cielo. Superati i terrori della religione con Lucrezio e con Einstein mi preparo all’incontro con la grande eguagliatrice con relativa tranquillità: la morte fa parte della vita. Ho fatto la mia corsa, ho scalato la montagna, ho avuto il tempo di assaporare i momenti progredienti della vita che madre Natura ha per noi uomini predisposto e così bene indicati da Gianbattista Vico:

- prima un sentire senza avvertire, poi un avvertire con animo perturbato e commosso, infine un riflettere con mente pura - (o quanto meno sgombra).

Sul mio blog è presente un sito – eutanasia -;

lì c’è il mio testamento biologico.

Spero di trovare dei medici sensibili e comprensivi, liberi da dogmi religiosi e coercizioni indebite,

familiari ed amici amorevoli e non spaventati... spero di superare il passaggio con la serena consapevolezza dei saggi,

di rientrare così, come una docile fibra dell’universo nel più ampio alveo della Natura, e continuare in altre forme, prima delle altre in tutti coloro che rimangono dopo di me a vivere e gustare l’avventura del cosmo.

Perché la vita continua in una perenne trasformazione.

La vita delle stelle. L’Universo è più bello e più grande del paradiso dei teologi; Galileo e Giordano Bruno lo avevano intravisto, noi lo possiamo toccare con mano, e siamo solo all’inizio.

Stella stellina...

Barbabianca: Se il sole vive.

2 commenti:

  1. ciao, sono l'anonima di qualche giorno fa. Sto provando a fare il mio blog, se ti va leggimi.

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  2. volentieri, appena ti individuo. Grazie.

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