Electronical town meeting - b
Torino-Firenze, 25 aprile 2009
Il bias (leggi baias) di conferma è un fenomeno intellettuale al quale l'uomo è soggetto. È un processo mentale che consiste nel prendere atto delle informazioni ricevute e selezionarle in modo da porre maggiore attenzione, e quindi attribuire maggiore credibilità, a quei dati che confermano le proprie credenze e allontanano le paure e, viceversa, ignorare o sminuire quei dati che contraddicono le proprie credenze e incrementano le paure. (Wikipedia, Babylon e dintorni).
Questo processo, se abilmente sfruttato, è un grande strumento di potere, in quanto riesce a portare un individuo o una collettività a negare addirittura l'evidenza.
Se ti trovi a parlare di testamento biologico e relativo diritto di autodeterminazione con due signori di età esperienza e cultura e non riesci a far comprendere che Beppino Englaro non è l'assassino di sua figlia, non ha fatto dispetto a dio, ma ha cercato il rispetto della natura figlia di dio, perché la morte è natura e la vita fa parte della morte, ecc ecc..Se ti trovi come mi sono trovato io nell'occasione del meeting sul testamento biologico, di fronte ad affermazioni così dure a mandar giù, ti devi porre il problema del funzionamento del cervello umano.
Due persone preparate, documentate, testi alla mano, già predisposti alla difesa contro gli attacchi di una prevedibile maggioranza che ti bloccano sul postulato "la vita è indisponibile". E la morte non è affar tuo. Neppure parlarne. Ci può pensare solo Lui. Anche quando si serve dei medici e dei giudici "da lui ispirati". E' dura, ragazzi. Ti senti soffiare sommessamente negli orecchi voci di Englaro assassino, di pericoli nazistoidi, di valdesi protervi, a differenza altri cristiani protestanti. E' dura,ragazzi. Tutta un'altra aria con i più giovani del mio tavolo, due ragazzi e due ragazze, venuti lì senza paletti di protezione né tesi da far prevalere; solo la determinazione di essere e rimanere padroni di se stessi, della propria vita, del prorpio corpo. Il loro bias ridotto al minimo. Sicuramente invece più robusto quello delle due signore e mio, tutti e tre intenti a rivendicare la disponibilità della "nostra vita" e della "nostra morte", cioè del nostro corpo (habeas corpus), perché la morte fa parte della vita, è un passaggio non voluto né desiderato, ma inevitabile. Spero che il mio bias si mantenga in dimensioni accettabili; d'altronde, dicono gli psicologi, non lo posso eliminare; posso solo prenderne coscienza, possibilmente piena coscienza.
Proprio oggi mi viene in aiuto La federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri con un documento (v. sotto) basato sui seguenti punti salienti:
Alimentazione ed idratazione riconosciuti per quello che sono: trattamenti sanitari
Autodeterminazione elemento fondate della moderna alleanza terapeutica
L'appello ad un Diritto mite e condiviso
I miei amici dovranno tenere un po' a distanza l'"opus dei" e CL, grandi spacciatori di dosi-bias da distorsione molto pesanti.
Postilla
Ancora su bias o pregiudizio:
...vi sono basi psicologiche perché è un pensiero che si basa sulle paure e le fobie del singolo individuo.
Un pregiudizio è generalmente basato su una predilezione immotivata per un particolare punto di vista o una particolare ideologia. Un tale pregiudizio può ad esempio condurre ad accettare o rifiutare la verità di una dichiarazione non in base alla forza degli argomenti a supporto della dichiarazione stessa, ma in base alla corrispondenza alle proprie idee preconcette. Senza quindi alcuna riflessione.
...non significa che sia necessario, prima di affrontare qualsiasi questione, liberarsi da ogni pregiudizio (Raimon Panikkar ha dimostrato l’impossibilità di una tale operazione, cui Hannah Arendt aveva già accennato alla fine del libro Le origini del totalitarismo), ma solo che di ogni proprio pregiudizio vada assunta piena consapevolezza, al fine di relativizzarne il peso e di abbandonare ogni insostenibile pretesa di verità a priori. tuttavia il dialogo è possibile proprio perché nessuno crede che la propria verità renda menzogna quella dell’altro. (wikipedia e dintorni).
Appendice
COMUNICATO STAMPA
"Il Comitato Centrale della FNOMCeO (Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odonoiatri), riunito a Roma il 27 marzo 2009, considerato l'evolversi dell'iter del provvedimento sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, già licenziato in prima lettura dal Senato, sulla base delle valutazioni emerse nella prima riunione del Forum di bioetica della Federazione, esprime le seguenti considerazioni.
1. Il testo sarà oggetto di un'approfondita valutazione in ragione dei principi e delle indicazioni contenute nel nostro Codice Deontologico, che rappresenta il punto di equilibrio di sensibilità e culture differenti, nel pieno rispetto delle regole fondanti la nostra comunità civile.
2. Nutrizione e idratazione artificiali sono, come da parere pressoché unanime della comunità scientifica, trattamenti assicurati da competenze mediche e sanitarie.
3. L'autonomia decisionale del paziente, che si esprime nel consenso/dissenso informato, rappresenta l'elemento fondante della moderna alleanza terapeutica al pari dell'autonomia e della responsabilità del medico; in questo equilibrio, alla tutela della libertà di scelta del paziente deve corrispondere la tutela della libertà del medico, in ragione di scienza e coscienza (obiezione di coscienza).
Questo straordinario incontro, ogni volta unico e irripetibile, di libertà e responsabilità non ha per noi natura meramente contrattualistica, ma esprime l'autentico e moderno ruolo professionale e civile del medico nell'esercizio delle sue funzioni di tutela.
4. Sotto questo profilo, cioè quello delle tutele, anche alla luce di un dibattito tecnico-scientifico talora contraddittorio, riteniamo che le attuali conoscenze diagnostiche, prognostiche, terapeutiche ed assistenziali, relative agli stati vegetativi, richiedano ulteriori approfondimenti, anche mediante la predisposizione di studi osservazionali coordinati in modo da garantire l'esercizio delle scelte più appropriate sia del paziente sia del medico.
Nel merito, una questione fondamentale è rappresentata dalla rete efficace ed accessibile di servizi di sostegno alle famiglie impegnate nel ruolo di assistenza.
Per queste ragioni, chiediamo che il processo legislativo, peraltro caratterizzato da forti contrasti politico-istituzionali, faccia una doverosa pausa di riflessione, per consentire lo sviluppo di un confronto nella Società che aiuti il Parlamento a dispiegare, su questa materia così intima e delicata, un Diritto mite e condiviso nella certezza di un'Etica forte delle persone e della comunità."
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