sabato 29 gennaio 2011

Il lupo e l'agnello


Lupus et Agnus  --  Selvius et Italia



Ad rivum eundem lupus et agnus venerant,

siti compulsi. Superior stabat lupus,

longeque inferior agnus. Tunc fauce improba

latro incitatus iurgii causam intulit;

'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi

aquam bibenti?' Laniger contra timens

'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe?

A te decurrit ad meos haustus liquor'.

Repulsus ille veritatis viribus

'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'.

Respondit agnus 'Equidem natus non eram'.

'Pater hercle tuus' ille inquit 'male dixit mihi';

atque ita correptum lacerat iniusta nece.

Haec propter illos scripta est homines fabula

qui fictis causis innocentes opprimunt.



A un rio medesmo, dalla sete spinti, l'Agnello, e'l Lupo eran venuti. Il Lupo al fonte più vicin; da lunge assai bevea l'Agnello: allor che ingorda fame punse il ladron a ricercar tal rissa: perché l'acqua, a lui dice, osi turbarmi? L'Agnel tremante: intorbidar poss'io l'onda, che dal tuo labbro al mio trascorre? Quegli vinto dal ver: ma tu, soggiunge, fin da sei mesi con acerbi motti m'oltraggiasti: io non era allora nato, l'Agnel risponde. Sì, riprende il Lupo; ma ben tuo padre villanie mi disse. Così l'addenta, e ne fa ingiusto scempio.

A colui s'indrizza il mio racconto, che con falsi pretesti i buoni opprime. Fedro



Bunga bunga una sera ad Arcore: Video  

 


martedì 25 gennaio 2011

Piove sul Bagnasco




La gallina dalle uova d'oro







... mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di  indagine (Bagnasco). 



Traduzione del Barba: Mentre qualcuno si chiede il perché di tanto accanimento terapeutico della magistratura.  La paura che il peccato diventi reato. Finché è peccato, no problem, ci pensiamo noi. Paura delle inchieste sullo IOR (la banca vaticana grande riciclatrice di peccati finanziari), paura della Cassazione che considera una barzelletta la dichiarazione del tribunale vaticano chiamato Sacra Rota che una coppia, sposata in chiesa,  vissuta insieme per una vita non si sia mai accorta che il matrimonio non esisteva, che non c'era mai stato. . E i processi ai sacerdoti per peccati dichiarati reati. Addio foro ecclesiastico. Bei tempi quando Tommaso Crudeli,  nobile compaesano poppese di Barbabianca, veniva messo agli arresti perché trovato in possesso del De rerum natura di Lucrezio e diffidato per la mancanza del certificato di confessione. Già, la confessione: quanti bambini e bambine ricevono lì l'educazione sessuale ad personam, mentre è disdicevole parlarne in pubblico a educatori, medici genitori e psicologi che offendono la fede, così come la offese Galileo quando volle guardare in faccia il mondo com'è, comprese le stelle. 







Oh, gallina gallinella, ma perché non vieni da noi; ti aiuteremo a trasformare i reati in peccati, li confesserai a noi nel segreto del confessionale e faremo la più bella festa alla pecoreìlona smarrita, anche a costo di ammazzare il lupo cattivo travestito come la nonna di cappuccetto rosso da Costituzione italiana. Perché da noi si fa più festa per uno come te che per mille come loro. Che tu ti converta viva e continui a fare tante uova d'oro!  Capito on. Casini?



 



Nota

Testo del discorso di Bagnasco:
Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci – veri o presunti – di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di  indagine. In tale modo, passando da una situazione abnorme all’altra, è l’equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l’immagine generale del Paese. 



 



 



Flash back letterario

(sette secoli fa)



La gallina dalle uova d'oro e la grande escort vaticana

Di voi pastor s'accorse il Vangelista,


quando colei che siede sopra l'acque



puttaneggiar coi regi a lui fu vista;



Fatto v'avete dio d'oro e d'argento;

e che altro è da voi a l'idolatre,

se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?



Inferno XIX







 












I due olocausti



Norman G. Finkelstein

L'olocausto nazista (quello vero) e l'olocausto ideologico (falso).


Chi fa questa distinzione è un professore statunitense figli di due ebrei scampati al ghetto di varsavia e poi ad Auschwitz. Quello delle commemorazioni ufficiali a cui partecipano rappresentantanti del governo israeliano e di quello statunitense è il secondo. 




BUR Rizzoli 2004

Edizione online:


Indice 



Ringraziamenti...............................................................................................................4



Introduzione.......................................................................  ...........................................5 



Capitolo 1: Il profitto dell'olocausto ............................................................................8 



Capitolo 2: Truffatori, venditori e storia .................................................................... 28 



Chapitolo 3: La duplice estorsione .......................................................................... 54 



Conclusione ................................................................................................................. 94



Appendici sugli ultimi avvenimenti........................................................................... 98 



Testi citati nel volume apparsi in edizione italia................................................. 130 

Estratti



 



 



Introduzione 



Questo libro si propone di essere un'anatomia dell'Industria dell'Olocausto e un atto 



d'accusa nei suoi confronti. Nelle pagine che seguono, dimostrerò che «l'Olocausto» è 



rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di «vittima», e lo stesso ha fatto il gruppo 



etnico [10] di maggior successo negli Stati Uniti. Da questo specioso status di vittima 



derivano dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche, per quanto 



fondate esse siano. Aggiungerei che coloro che godono di questa immunità non sono 



sfuggiti alla corruttela morale che di norma l'accompagna. Da questo punto di vista, il 



ruolo di Elie Wiesel come interprete ufficiale dell'Olocausto non è un caso. Per dirla 



francamente, non è arrivato alla posizione che occupa grazie al suo impegno civile o al 



suo talento letterario (3): Wiesel ha questo ruolo di punta perché si limita a ripetere 



instancabilmente i dogmi dell'Olocausto, difendendo di conseguenza gli interessi che lo 



sostengono. 



...



 



Mio padre e mia madre si chiesero spesso perché m'indignassi di fronte alla falsificazione 



e allo sfruttamento del genocidio perpetrato dai nazisti. La risposta più ovvia è che è stato 



usato per giustificare la politica criminale dello Stato d'Israele e il sostegno americano a 



tale politica. Ma c'è anche un motivo personale. Ho infatti a cuore che si conservi la 



memoria della persecuzione della mia famiglia. L'attuale campagna dell'industria 



dell'Olocausto per estorcere denaro all'Europa in nome delle «vittime bisognose 



dell'Olocausto» ha ridotto la statura morale del loro martirio a quella di un casinò di 



Montecarlo



...



E così, le élite ebraiche americane all'improvviso scoprirono Israele. Dopo la guerra del 



1967, l'impeto del suo esercito poté essere celebrato perché i suoi cannoni erano puntati 



nella giusta direzione, cioè contro i nemici dell'America. Il suo valore militare poteva 



persino rendere più agevole l'accesso alla stanza dei bottoni dei potere americano. Se in  13



precedenza le élite ebraiche potevano offrire solamente scarni elenchi di ebrei sovversivi, 



ora erano in grado di porsi come gli interlocutori naturali della più recente risorsa 



strategica americana e da pedine guadagnarsi un ruolo di primo piano nel gran teatro 



della Guerra Fredda. Israele divenne una risorsa non solo per l'America ma per lo stesso 



ebraismo americano. 



 



...



Esistono anche ragioni interne per la nascita dell'industria dell'Olocausto. Gli studiosi 



sottolineano la recente apparizione della «politica dell'identità» da un lato e della «cultura 



della vittimizzazione» dall'altro. In realtà, [46] ogni identità si fonda su una specifica 



storia di oppressione e, di conseguenza, gli ebrei cercarono la loro nell'Olocausto. 



Eppure, tra i gruppi che protestano la loro vittimizzazione, ivi compresi i neri, i latini, i 



nativi americani, le donne, i gay e le lesbiche, solamente gli ebrei, nella società 



americana, non sono svantaggiati. In realtà, la politica dell'identità e l'Olocausto hanno 



fatto presa tra gli ebrei americani non in virtù del loro status di vittime ma proprio perché 



essi non sono vittime. 



Nel momento in cui, dopo la Seconda guerra mondiale. le barriere ant isemit iche si 



sgretolarono rapidamente, gli ebrei conobbero un'ascesa sociale negli Stati Uniti. 



Secondo Lipset e Raab, il reddito pro capite degli ebrei è circa il doppio di quello dei non 



ebrei; sedici dei quaranta americani più ricchi sono ebrei; il quaranta per cento dei 



vincitori americani del premio Nobel in ambito scientifico ed economico è ebreo, così 



come il venti per cento dei professori nelle università più importanti e il quaranta per 



cento dei soci dei maggiori studi legali di New York e Washington.



 



Link web

Link wikipedia


domenica 23 gennaio 2011

Italia repubblica federale si

Video








Io non insisterei tanto su Vittorio Emanuele II primo re d'Italia e quindi Padre della Patria.


Preferirei mettere insieme Cavour e Garibaldi, con una spruzzatina di Mazzini, Carlo Pisacane e fratelli Bandiera per ricordare i 150 anni di storia patria. Metterei il tutto in casseruola in un bagno di Carlo Cattaneo. Ma non un Savoia, neppure Vittorio Emanuele II col suo cavallo. Perché i Savoia stanno sempre a cavallo. E i monumenti col cavallo non mi sono mai piaciuti, nemmeno quello dell'Imperatore Marco Aurelio in Campidoglio a Roma. A me piacciono le statue a piedi come quelle di Joyce a Dublino, Saba e Svevo a Trieste, Pessoa a Lisbona.


Neppure andrò in pellegrinaggio a Teano, magari a Mentana a prendere un caffè con Mazzini Armellini Saffi che per pochi anni regalarono a Roma una Costituzione un po' simile alla nostra di oggi. Meglio, qui a Firenze, piazza della Costituzione che via dello Statuto (albertino).




Perché i Savoia sono stati la nostra disgrazia in due occasioni determinanti per la vita e la morte, la miseria e la schiavitù degli italiani: lascio perdere la guerra di Libia e d'Abissinia, perché la madre di tutte le nostre disgrazie è stata la prima guerra mondiale, voluta dai Savoia - determinanti - insieme a 3 generali, 4 industriali armaioli e uno scrittore-poeta-gabbamondo: un milione di ragazzi di vent'anni fatti morire uccidendo sulle alpi per regalare a tutti noi europei il fascismo più sfascista mai visto in tutta la nostra storia. Il secondo tradimento dei Savoia fu l'abbandono dell'esercito l'8 settembre 1943, lasciando gli italiani liberi di scannarsi tra sé, di tirarsi addosso i tedeschi che ci erano stati indicati come gli amici del cuore, in balia degli angloamericani che hanno distrutto l'Italia col fuoco amico obbligandoci ad accoglierli come liberatori, contraendo con loro un debito di riconoscenza che ci porta a sostenere le loro guerre in ogni parte del mondo, dalla Yugoslavia di ieri all'Afghanistan di oggi, rimpinzati di coca cola, panini mcDonald conditi con grasso rancido, puritanesimo vittoriano e pornografia a go go: una educazione igienico-alimentare e sessuale che non turba la fede di papa Ratzinger, ma ne accresce a vista di otto per mille e privilegi fiscali le finanze mai sazie.


Sono per il federalismo, tipo cantoni svizzeri lander tedeschi stati americani; mi piacerebbero tre macro regioni. Ma prima di tutto la riduzione del numero della nuova nobiltà che oggi insieme al clero sta riportando l'Italia alla situazione della Francia prima dell'89. In questo mi affido a Licio Gelli che nel suo Piano di rinascita democratica suggerisce 450 deputati e 250 senatori.






                                                                       Condominio Olgettina






Ahi serva Italia di dolore ostello                                                      Ahi serva Italia del gran Silvio ostello,




nave senza nocchiero in gran tempesta                                       condominio Olgettina in grande festa,




non donna di province ma bordello                                               sempre in perfetta rima con bordello.



Le statue che piacciono a me






Svevo in Piazza Hortis a Trieste








Joyce sul ponte lungo il canale a Trieste






Un caffè con Pessoa a Lisbona







Lungo Danubio a Budapest










opera di Folon, sul lungarno Bellariva a Firenze



Se ti vuoi levare la voglia clicca qui.

 

domenica 16 gennaio 2011

Fabiani e La Pira














Da la Repubblica Firenze 15 gennaio 2011 pag. 1





La notizia





L’inaugurazione: Per ricordare La Pira una statua in marmo rosso (all’Isolotto)

E perché solo Giorgio e non anche Mario?

Mario Fabiani, sindaco di Firenze, era a Roma nel novembre del 1950; a lui furono assegnati per il biennio 1951-52, 2 miliardi e 400 milioni dal Comitato di attuazione dell'INA-Casa, come amministratore di una delle 19 aree, distribuite su tutto il territorio nazionale, in cui costruire i nuovi quartieri, in genere alla periferia di grandi città (Cesate a Milano, Falchera a Torino, Mestre a Venezia, Panigale a Bologna.



...Dopo la visita a Roma il sindaco incaricò gli ingegneri Burci (dell'IACP), Giuntoli del Comune, Poggi e gli architetti Pastorini, Pellegrini e Tiezzi di redigere il piano urbanistico dell'area...)

(Daniela Poli, Storie di Quartiere, ed. Polistampa 2004, p.73).




Cito da wikipedia(http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Fabiani)



Bilenchi ricordò inoltre che, nel periodo di Giorgio La Pira sindaco, vi furono regolari incontri tra La Pira e Fabiani, incontri ai quali partecipavano solitamente anche Bilenchi e Tristano Codignola (La Pira chiamava questo gruppo la sua giunta parallela). Bilenchi riferisce che alcune tra le più clamorose iniziative di La Pira, come la proposta di far convenire a Firenze i sindaci dell' Est europeo e i sindaci di città americane, partirono da suggerimenti di Fabiani.



...Ci accomunava, dirà effettivamente La Pira commemorando Fabiani, l'idea che, in tempi di guerra fredda e di virulento scontro ideologico Est-Ovest, fosse necessario mettere Firenze a servizio della coesistenza pacifica, della unità e della giustizia dei popoli. Per questo La Pira descriveva il suo ventennale rapporto con Fabiani come una convergenza operosa.



Il mattino del 15 febbraio 1975 si era svolta in Palazzo Vecchio una seduta straordinaria del consiglio comunale. Giancarlo Zoli, figlio di Adone ed esponente fiorentino della DC, disse che Fabiani "amava gli uomini e gli uomini lo amavano". Piero Pieralli, per il gruppo del PCI, disse: "Siamo fieri di ogni istante della sua vita". Su richiesta dei familiari, alla commemorazione in consiglio comunale non partecipò il gruppo del MSI.



E allora perché non metterli insieme? Il professore siciliano e l'operaio empolese?


Nota:

Ho letto l'articolo di Enzo su Repubblica del 15 


(Non posso in coscienza accogliere l'invito del sindaco Matteo Renzi alla cerimonia di scoprimento della scultura dedicata a Giorgio La Pira situata nel piazzale della Chiesa dell'Isolotto. I motivi sono diversi.Il primo riguarda il senso della mitizzazione statuaria e della santificazione di soggetti umani che emergono per il loro eroismo.

Un secondo rilievo critico riguarda il bisogno che la persona di Giorgio La Pira resti viva in mezzo a noi.Un terzo rilievo riguarda l'anima dell'Isolotto e della città.

Citazione di La Pira: "Finché non mi trovai a contatto con i movimenti dei lavoratori, occupati e disoccupati, dei senza casa, dei poveri, ero come un turista. Il turista che viene a Firenze passa accanto alla città e non sa cos'è la città. Così io, ero passato accanto a tante cose, anche al lavoro, ma non l'avevo capito. Facevo preghiere affettuose al Signore ma non mi arrabbiavo. Ora mi arrabbio anche nella preghiera").


Io c'ero quel giorno dell'agosto 1969 e rimasi molto male nel vedere La Pira confuso tra la folla dei sanfedisti che erano venuti a restaurare l'ordine e il diritto di proprietà, forti della sanzione della Legge concordataria, rappresentata nella circostanza dal vescovo e dalla Prefettura. "Ma perché - pensai guardando quell'omino piccolo e mite - non sei rimasto in S.Marco a pregare per tutti noi, vincitori e vinti? Che bisogno avevi di venirci a ricordare che "ubi episcopus ibi ecclesia?" Cosa vuol dire esser professori e sapere il latino!  Ma non lo hai citato tutto, il latino. Anch'io ho studiato e potrei citare tanto altro latino - dei testi conciliari e soprattutto dei 4 vangeli - per affogarci dentro il "tuo" vescovo senza buttar via la "nostra" chiesa. Ma te lo risparmio. Oggi sei in paradiso e la tua chiesa presto ce ne consegnerà la certificazione formale. Al termine di queste riflessioni preferisco rileggere l'italiano della poesia di Neruda, non per dispetto a te, ma per il nostro comune affetto al compagno Mario. E' vero che lo consideravi un amico, la tua giunta parallela?  Sicuramente, con lui, ti troveresti meno solo. 

Nel gennaio 1951 Neruda incontrò il sindaco Fabiani, in palazzo Vecchio:


E quando in Palazzo Vecchio, bello come un’agave di pietra, salii i gradini consunti, attraversai le antiche stanze, e uscì a ricevermi un operaio, capo della città, del vecchio fiume, delle case tagliate come in pietra di luna, io non me ne sorpresi: la maestà del popolo governava. E guardai dietro la sua bocca i fili abbaglianti della tappezzeria, la pittura che da queste strade contorte venne a mostrare il fior della bellezza a tutte le strade del mondo. La cascata infinita che il magro poeta di Firenze lasciò in perpetua caduta senza che possa morire, perchè di rosso fuoco e acqua verde son fatte le sue sillabe. Tutto dietro la sua testa operaia io indovinai. Però non era, dietro di lui, l’aureola del passato il suo splendore: era la semplicità del presente. Come un uomo, dal telaio all’aratro, dalla fabbrica oscura, salì i gradini col suo popolo e nel Vecchio Palazzo, senza seta e senza spada, il popolo, lo stesso che attraversò con me il freddo delle cordigliere andine era lì. D’un tratto, dietro la sua testa, vidi la neve, i grandi alberi che sull’altura si unirono e qui, di nuovo sulla terra, mi riceveva con un sorriso e mi dava la mano, la stessa che mi mostro il cammino laggiù lontano nelle ferruginose cordigliere ostili che io vinsi. E qui non era la pietra convertita in miracolo, convertita alla luce generatrice, né il benefico azzurro della pittura, né tutte le voci del fiume quelli che mi diedero la cittadinanza della vecchia città di pietra e argento, ma un operaio, un uomo, come tutti gli uomini. Per questo credo ogni notte del giorno, e quando ho sete credo nell’acqua, perchè credo nell’uomo. Credo che stiamo salendo l’ultimo gradino. Da lì vedremo la verità ripartita, la semplicità instaurata sulla terra, il pane e il vino per tutti.







Aggiornamento del 18 gennaio



Scrive Mauro (Sbordoni) a Enzo (Mazzi):


Son d'accordo con Urbano. Certi momenti li ho vissuti direttamente. In duplice veste. Allora , quando morì Fabiani, ero giornalista dell'Unità e scrissi un articolo sul suo funerale che ebbe una partecipazione di popolo di una compostezza e intensità incredibile (tutto il popolo. compresi i negozianti del centro). E poi come consigliere  comunale partecipai alla sua commemorazione. Ricordo i vari discorsi. In particolare quello di G.Carlo Zoli (uomo "modesto" che tuttavia in quell'occasione dette il meglio di sé) e  quello di Piero Pieralli. La poesia di Neruda la pubblicammo integralmente su l'Unità. Fabiani era un grande. Era stato in URSS ed era antisovietico(forse proprio per questo si potrebbe dire, ma quanti altri comunisti - a partire da Togliatti- erano stati in URSS e non avevano capito!); aveva fatto i suoi anni migliori della vita, dai 22 ai 30 nel carcere speciale fascista e ne era uscito con la TBC ma non fu mai animato da risentimenti nei confronti di nessuno. Addirittura dopo la Liberazione si adoperò per reintegrare nella vita civile molti fascisti che erano stati epurati. La sua memoria non è stata poi recuperata come dovrebbe...Siamo un paese che non vuole ricordare...Forse non sarebbe male se la Comunità dedicasse un giorno una memoria anche a lui. Non era un santo...ma sicuramente fu un giusto! Se per caso vi venisse qualche idea fatemelo sapere ché POTREI METTERMI IN CONTATTO CON LA SUA BIOGRAFA CHE ADESSO VIVE A PERUGIA. Per oggi basta . Ti saluto e ringrazio Urbano. 

E io ringrazio Mauro.





mercoledì 12 gennaio 2011

In morte di un amico


Come preannunciato, lunedì 10 gennaio alle ore 10:30 nel “tempietto egizio” del Verano di Roma, a cura di LiberaUscita e della famiglia si è svolto il commiato laico di Giancarlo Fornari, come da annunci pubblicati il giorno prima su “la Repubblica” edizione nazionale e “il Messaggero” di Roma.

La saletta era gremita di familiari, soci di LiberaUscita, suoi collaboratori di quando dirigeva l’ufficio comunicazione dell'Agenzia delle Entrate, nonché molti amici e conoscenti personali.

Officiante Francesco Paoletti, rappresentante di Civiltà laica, il quale ha letto - intercalati nel corso della cerimonia - alcuni brani di filosofi e scrittori nonché il suo saluto personale avendo conosciuto Giancarlo e collaborato con lui per il comune obiettivo della laicità dello Stato.

Si sono quindi susseguiti nella commemorazione:

- il sottoscritto, il quale non ha potuto fare a meno di notare l’evidente disparità fra gli spazi, gli arredi sfarzosi e le strumentazioni esistenti nelle centinaia di chiese romane adibite al commiato religioso e l’unica saletta spoglia e disadorna del “tempietto egizio” adibita al commiato laico. Dopo aver ricordato Giancarlo quale fondatore e primo Presidente di LiberaUscita, il sottoscritto ha letto l’attestato di “battesimo laico” con cui Giancarlo volle a suo tempo assumere il nome di “Saint Just” nonché una lettera da lui inviata già nel 2005 a tutte le associazioni laiche per costituire un coordinamento nazionale, iniziativa che dovrebbe cominciare a concretizzarsi il 29 gennaio p.v.;

- Enrico Modigliani, presidente di Democrazia laica, il quale ha ricordato come l’uso del tempietto egizio per il commiato laico sia stato voluto dalla Consulta laica del Comune di Roma a suo tempo istituita dal sindaco Veltroni, Consulta coordinata da Franca Coen e disciolta dall’attuale sindaco Alemanno. Modigliani ha anche letto i nomi delle tante personalità per le quali è stato tenuto il commiato laico nel tempietto egizio;

- Giulio Vallocchia, coordinatore di NoGod,  il quale ha ricordato la sua conoscenza con Giancarlo sin dai lontani anni sessanta, quando ambedue erano dipendenti INAM;

- Gino Cugliandro, collaboratore di Giancarlo, dapprima all’Agenzia delle Entrate poi all’Università e quindi a “Contrappunti” (la rivista on-line da lui fondata e ferma drammaticamente dall’inizio della sua malattia), il quale ha dato lettura dei messaggi che i colleghi delle Finanze hanno inviato spontaneamente a seguito della sua morte, riconoscendo che, con lui direttore, “eravamo liberi di lavorare”;

- Giovanni Caporioni, genero di Giancarlo, il quale ha letto una lettera di sua moglie Claudia al padre scomparso in cui ha ricordato i vari aspetti della sua personalità e della sua vita.

Il commiato si è concluso con la lettura, da parte del sottoscritto, della poesia riportata sul sito di LiberaUscita “Preghiera per l’uomo albero” che nel 2005 Giancarlo scrisse “Se e quando io non sarò più io”.

Le ceneri di Giancarlo saranno tumulate nella cappella di famiglia al cimitero di Marcellina, comune in provincia di Roma.

Con l'occasione si invia in allegato la locandina del Convegno promosso dal vice-Presidente del CNEL, Salvatore Bosco, e dal Presidente della fondazione Bruno Buozzi, Giorgio Benvenuto, sul tema "la politica fiscale e il sindacato dei cittadini", nel corso del quale sarà ricordata la figura e l'opera di Giancarlo.


Cordiali saluti.

Giampietro Sestini




*****************************************

LiberaUscita

Associazione nazionale laica e apartitica

per il diritto di morire con dignità 

via Edgardo Ferrati, 12 - 00154 Roma

tel: 366.4539907 ore 9/12 - 16/18 

fax: 06.5127174 ore 0/24

email:
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sito web:
www.liberauscita.it 

gruppo Facebook: LiberaUscita




 



Nota personale: La fortuna di averlo avuto ospite per un giorno qui a Firenze, la passeggiata sul lungarno delle Cascine fino alla scuola dell'aereonautica dove lui aveva fatto il suo servizio di leva. La semplicità, l'intelligenza di un grande. Non andrà disperso insieme alle sue ceneri. Una sua scintilla in ognuno di noi. Ciao, Giancarlo, grande albero nella foresta delle nostre vite.




Preghiera per l’Uomo-Albero




(Se e quando io non sarò più io)



 



Grazie per avermi dato

una seconda giovinezza

grazie per amarmi

grazie per leggere, giocare e parlare con me

di tutto ciò che ti interessa

e mi interessa

grazie per correre con me

per camminare con me

nell’ombra dei boschi o sulle colline

colorate di ginestre

grazie per abbracciarmi

per fare l’amore con me

con il corpo e con il cuore

per salire in alto con me

come su un aliante

sollevati da una corrente calda

sempre più in su

fino a stancarci.



E grazie per quando

io più vecchio di te

non potrò più correre

io indebolito

non potrò più seguirti

io più stanco

faticherò ad amarti

grazie di essere con me

di sostenermi

di lasciarmi appoggiare

perché so che per te

la vita con me non è solo sesso

non è solo correre e giocare

la vita è anche solo un sorriso

una parola una carezza

e queste sarò sempre in grado di dartele

anche da vecchio.



Ma se e quando io non sarò più io

quando la vecchiaia o un male oscuro

mi strapperanno da me

quando qualcosa di misterioso e inesplorabile

mi dividerà in due

(la mia anima la mia mente e il mio cuore

proiettati per sempre negli spazi

il mio corpo immobile

su una sedia a rotelle)

quando ridotto ad albero

non potrò neanche sorriderti

perché non capirò più

cosa sei tu

e cosa sono io

allora, amore

dovremo separarci.



Io non ti ringrazio

per quello che farai

per quell’Uomo-Albero

Uomo-Sasso

Uomo-Carne

Corpo grossolano

Pura materia

senza luce dell’anima

senza cuore

senza sorriso

che porterà il mio nome

ma non sarò più io.



Io, amor mio, mentre tu ti sacrifichi

per quella cosa inerte

io sarò altrove

sarò a passeggiare tra le nuvole

sarò sulla cima dell’Epomeo

a veder sorgere il sole

sarò sopra lo Sciliar

a giocare con un deltaplano,

sarò a meditare

in una grotta delle Egadi.

Io, amor mio,

sarò nei libri che ho letto e in quelli che ho scritto

sarò nella memoria

delle persone che mi hanno incontrato

e mi hanno voluto bene

sarò negli occhi delle mie figlie

sarò nel tuo cuore

sarò dovunque

tranne che là

in quella controfigura umana

in cui non mi riconosco

e che non avrà più niente

a che vedere con me.



Perciò ti prego, amore mio,

parlo seriamente

non voglio sacrifici

specie se inutili.

Quando vedrai che non sono più io

conservami solo

nella tua memoria,

non conservarmi

a fini statistici.

Non aiutarmi a sopravvivere

privato di tutto ciò che mi rende umano

anche se ti diranno che un Dio lo vuole.



Ma se un Dio ha potuto volermi fare questo

e se è lo stesso Iddio

che ha voluto e accuratamente programmato

la Shoah

che organizza i massacri

le pestilenze e i flagelli

che funestano questo mondo

solo “per metterci alla prova”

e “realizzare il suo disegno provvidenziale”

non è un Dio buono

e probabilmente non è neppure un Dio

ma solo la proiezione

delle loro povere menti

e tu non devi ascoltarlo.



Ascolta, ti prego, solo il tuo cuore e il mio.

Trova in te la forza di aiutarmi.

Prendimi con te

per un ultimo viaggio

verso un Paese buono

dove capiscono che gli Uomini-albero

gli Uomini-sasso

anche se non possono esprimerlo

vogliono morire

non vogliono essere obbligati a vivere

una vita di sasso e di albero

senza alcuna offesa

per queste rispettabili

Entità dell’universo.



E tu, amor mio, non portare il mio lutto

non essere triste a causa mia

sappi che ci ritroveremo

un giorno o l’altro

una vita o l’altra

forse trasformati in due farfalle

o magari in due rondini

voleremo insieme

su su per i cieli

e avremo dei piccoli sempre affamati

da nutrire di insetti

e la notte ci ameremo al buio

nel nostro nido di paglia

con il cuore e con il corpo

fino a stancarci.



Amore se mi vuoi bene

uccidimi.

(Giancarlo Fornari)





 



mercoledì 5 gennaio 2011

Cogitanti mihi saepenumero - Marchionne e la Fiom




Marchionne, la Fiom, l'Italia e gli Stati Uniti









Cogitanti mihi saepenumero et memoria vetera repetenti perbeati fuisse, Quinte frater, illi videri solent, qui in optima re publica, quom et honoribus et rerum gestarum gloria florerent, eum vitae cursum tenere potuerunt, ut vel in negotio sine periculo vel in otio cum dignitate esse possent. 







M’è capitato spesso riandando con la mente ai  tempi andati di considerare che quando la cosa pubblica è ben amministrata gli uomini godono di una vita felice, perché prima possono amministrare i loro affari senza pericolo e poi si possono godere il meritato riposo in dignitosa pace. 






Quam spem cogitationum et consiliorum meorum cum graves communium temporum tum varii nostri casus fefellerunt.  Nam qui locus quietis et tranquillitatis plenissimus fore videbatur, in eo maxumae moles molestiarum et turbulentissumae tempestates extiterunt. 






  Ma questa mia speranza che  finora aveva accarezzato i miei pensieri e prodotto le mie riflessioni è per il momento  svanita, causa la situazione generale del mondo e alcune disavventure personali. Infatti proprio nel momento in cui tutto sembrava arridere, proprio allora ci son capitate addosso gravi disgrazie e terribili tempeste.



(Marco Tullio Cicerone al fratello Quinto)


Mi capita spesso, ora che la pensione - e la salute - mi permettono di "riflettere con mente pura" di riandare a vicende trascorse della mia vita, a vicende trascorse della storia in generale. Forse un giorno parlerò delle prime, ma in questo momento urge il problema CGIL-Marchionne, che per me costituisce una cartina di tornasole sulle politiche della lobby che in questo momento guida o tenta di guidare le magnifiche sorti e progressive del nostro mondo occidentale. I suoi strumenti sono le armi, i mass media, le religioni, tra cui, in posizione preminente in Africa, Europa e Sud-America, quella cattolica, in Medio Oriente quella islamica. Tutto dentro un clima di paura, come una temperatura ambiente dentro la quale operare. Quando questa temperatura si raffredda occorre un combustibile per rialzarla, una iniezione di paura, supportata da una bella strofinatura degli infermieri massmediatici. A volte basta una iniezione d'acqua, fasulla ma supportata dai media (l'attentato a Facciadipietra, la statuina in faccia al Berlusca, le cimici in casa di Bossoli), ma qui siamo nel teatrino di famiglia. Torniamo a Marchionne, alla Chrysler, alla grande Oligarchia transatlantica. Nata, cresciuta e ingrassata (anche fisicamente!) sullo sterminio dei pellerossa, sulla deportazione dei pellenera, sulla sottomissione dei pellemora, vive alla grande sopra 40 milioni di pellevaria senza assistenza sanitaria né cassaintegrazione disposti sempre e in qualsiasi momento a fare i contractors per le guerre di turno, per le aziende disastrate di turno: contractors in Afghanistan, contractors in fabbrica a metà stipendio ma con assistenza sanitaria. Marchionne, quando va tra i contractors della Chrysler riceve le stesse gratificazioni del Presidente Obama quando va a trovare le truppe in Afghanistan. La paura della miseria è più forte della paura della morte, la paura della disoccupazione è più forte della paura della schiavitù. E l'Italia è il campo sperimentale, come lo fu per l'introduzione del fascismo in Europa; Pomigliano e Mirafiori come Guernica e Dresda. Ma potrebbe essere come Stalingrado. Aspettiamo. 



 


Bignamino terminologico



Livelli della paura:




il verde, che rappresenta nessuna minaccia,




il blu che significa una generica minaccia,  




 il giallo che significa un'elevata minaccia, 




 l'arancione che sta per una minaccia significativa 




il rosso che significa una minaccia grave.




“Il sistema di allerta a colori ha cinque livelli – verde, blu, giallo, arancione, rosso – in ordine di gravità della minaccia terroristica. Il sistema, istituito nel marzo 2002, è partito a livello giallo e non è mai sceso al di sotto, e non è neanche arrivato al rosso” (Austin American Statesman 17.03.2003). 





La Lobby


La classe dirigente negli USA è ora dominata da un gruppo neo-conservatore di circa 200 persone che hanno il comune dichiarato intento di far valere il potere militare USA sul mondo intero. 

 La seconda guerra mondiale ha consolidato negli USA una trinità di potere che ha incluso élite industriali, militari e di governo in una struttura di potere centralizzata, che lavora all’unisono attraverso ‘alte sfere’ di contatto e di accordo. C.Wright Mills, L'élite del potere, 1956.



Aggiornamento del 12 gennaio 2011

Auguri, Matteo. Farai carriera e sostituirai bene i rottamati.

(Matteo Renzi, sindaco di Firenze: "Io sto con Marchionne e con lui m'attacco al carro degli Stati Uniti")

martedì 4 gennaio 2011

Piano di rinascita di Licio Gelli








http://www.loggiap2.com/piano_di_rinascita.htm



data rinvenimento del piano: 1982



OBIETTIVI


 


1) Nell'ordine vanno indicati:


 


a) i partiti politici democratici














 














b) la stampa














 














c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;














 














d) il Governo














 














e) la magistratura














 














f) il Parlamento














 














2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economico finanziario. La disponibilità di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente a permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo.














 














PROCEDIMENTI














 














3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria e' fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari dell'UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti.














Gli scopi reali da ottenere sono:














a) restaurazione della libertà individuale, nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica, con effettive garanzie di segretezza del voto;














b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello legittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.














Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e' da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi.














 














b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della Costituzione regolando la vita dei sindacati limitando il diritto di sciopero nel senso di:














I - introdurre l'obbligo di preavviso dopo aver spedito il concordato;














II - escludere i servizi pubblici essenziali (trasporti; dogane; ospedali e cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto svolgimento;














III - limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro;














b7) nuova legislazione sulla partecipazione dei lavoratori alla proprietà azionaria delle imprese e sulla gestione (modello tedesco).















Il Piano di rinascita della Loggia P3 non lo conosciamo. 







Per questo occorre studiare e interpretare Marchionne.










Art. 39.







L'organizzazione sindacale è libera.







Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.







È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.







I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.







Art. 40.







Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano. 
















 


lunedì 3 gennaio 2011

Tantum religio potuit suadere malorum


“Inutile fare poesia sui diritti se si rimane silenziosi e

indifferenti di fronte a questi abusi “,  così  scrive l’On

Sandro Gozi sul suo profilo facebook, commentando la lettera che

ancora qui sotto riportiamo. La denuncia della signora Gaia, del

trattamento subito in un momento cosi delicato della vita


 


 



 


 


 

1893 - LA MANCANZA DI UMANITA’ NEGLI OSPEDALI - DI CORRADO AUGIAS

da: la Repubblica di domenica 12 dicembre 2010

Caro Augias, giorni fa, dopo I’ecografia alla ventesima settimana ci viene comunicato che il bambino, desiderato, è affetto da danni al sistema cerebro-spinale “incompatibili con la vita”. Può immaginare lo shock ed il dolore. Dopo due giornate angosciose - tutti che facevano le condoglianze mentre lui era ancora vivo entro di me - vengo ricoverata per essere sottoposta a stimolazioni volte a favorire il travaglio ed il parto. Inizia il mio incubo e quello della mia famiglia.

Nella struttura tutti gli operatori di ginecologia si dichiarano “obiettori di coscienza”, tranne due medici e un'ostetrica. Se mancano loro, gli altri si astengono da qualsiasi azione. Rispetto le convinzioni altrui e sono fondamentalmente religiosa. Quindi capisco alcune delle motivazioni; non però che questa scelta sconfini nel negare ogni assistenza. Dalla data del ricovero, nessuno dei presunti "obiettori” mi ha rivolto la parola, se non per dirmi che non potevo fare la Comunione, che non avrei potuto battezzare il bambino perché frutto di un aborto {anche se vorrei capire che cosa c'entra il bambino nella mia decisione, peraìtro indicata dai medici), che dovevo solo aspettare i medici non obiettori.

Quando il travaglio è partito i medici non obiettori non c’erano. Quando la frequenza e intensità delle contrazioni è aumentata ho chiesto a mia madre di chiamare qualcuno. Si sono rifiutati finché mia madre non ha alzato la voce, minacciando denunce penali per mancata assistenza. Finalmente arriva un'ostetrica nella mia stanza, mi visita in malo modo e mi comunica, infastidita che sono ancora a due centimetri di dilatazione. Dieci minuti dopo il mio piccolo Alessandro nasceva, nel letto della camera, davanti a mio marito, mia madre, i miei suoceri e la compagna di stanza sotto shock.

Sono confusa e scioccata, piango, li sento parlare di formaldeide, di inceneritore, di scarti organici, e mi sento dire che mi stanno facendo un favore a ripulirmi, perche avrebbero dovuto attendere il medico non obiettore. Grido che sono anch'io un essere umano, che ho solo voluto salvare il mio bambino dalla sofferenza e che il loro mestiere dovrebbe essere di cura ed assistenza, non di giudizio e condanna. Dico anche che scriverò le pene che ho dovuto passare. Di colpo diventano più gentili, finalmente mi mandano a casa.

Chiedo: se I'obiezione di coscienza è una questione morale, non è immorale abbandonare una donna ad affrontare tutto da sola sopportando angherie e umiliazioni?

Gaia Garata - Lecce

Risponde Corrado Augias

Ho dovuto tagliare parte della lettera con altri particolari umanamente deplorevoli. Nessun medico fa volentieri aborti anche perché non aiuta la carriera. Da qui a trattare una donna infelice in questo modo c'è di mezzo non la professione ma l'umanità. Nessun precetto, nessun fanatismo religioso giustifica la sua mancanza in un ospedale

domenica 2 gennaio 2011

MESSAGGIO DI FINE ANNO 2010 DI BEPPE GRILLO


Commento di Maria Pia Caporuscio


Se solo venti anni fa qualcuno ci avesse detto in che modo avremmo festeggiato l'arrivo del 2011 lo avremmo rinchiuso in un manicomio. Chi poteva pensare che gli stipendi e le pensioni si sarebbero bloccati a quella data, che tutte le lotte sostenute, per raggiungere una dignità nel lavoro, sarebbero state cancellate e gli operai consegnati proprio dai sindacati a mastro Titta? Che avremmo avuto al governo indagati per mafia, ladri e deficienti che si sarebbero spartite tutte le risorse, arricchendosi come porci mentre tutto il Paese precipitava nella miseria? Che i nostri figli laureati avrebbero dovuto emigrare perché colpevoli di essere troppo colti, perché l'intelligenza, il sapere, la conoscenza sono cose dannose per un governo di scemi e mafiosi? Chi avrebbe detto che i figli dei PARTIGIANI si sarebbero fatti sottomettere e che il coraggio di lottare si sarebbe trasformato in rassegnata umiliazione? Chi avrebbe detto che la Patria di Leonardo, Michelangelo, Francesco d'Assisi, sarebbe stata derisa dal mondo intero per colpa di una brutta copia del duce che la dirige? Chi avrebbe detto che un Paese nobile e bello, ricco di storia e di tradizioni avrebbe fatto vergognare i suoi figli migliori? Chi avrebbe detto che gli italiani non avrebbero imbracciato le armi e provocato una RIVOLUZIONE per cacciare i bastardi dal potere?


CHI PUO' DIRE OGGI CHE DOMANI GLI ITALIANI NON SI RISVEGLINO E FACCIANO QUELLO CHE IN VENTI ANNI NON SONO STATI CAPACI DI FARE?


CREDIAMOCI PERCHE' QUANDO LA NOTTE E' PIU' NERA, L'ALBA E' PROSSIMA!


AUGURI A TUTTI.


 


http://mariapiacaporuscio.wordpress.com/




Io credo nell'imprevisto, che spesso la storia ci presenta (caduta del muro di Berlino, fucilazione di Ceausescu, demolizione del mito di Stalin...)

"Res optime procedunt" (nunzio vaticano in Spagna alla vigilia della rivoluziione; Joseph Ratzinger quando si alza la mattina e accende un cero di fronte al ritratto di S.Silvio benefattore).

Ha da passà a nuttata (Eduardo napoletano).